
Per soldi e per amore Charlie Charles mette il turbo alla poesia di Ernia
Puoi raccontare la tua storia. E puoi raccontarla con un beat di Charlie. Se scegli la seconda possibilità, la tua storia diventerà potentissima, arriverà dritta ai cuori come una freccia e sparerà in alto come un razzo.
Matteo Professione, al secolo Ernia, ha scelto Charlie.
E il suo nuovo disco, “Per soldi e per amore” (Universal) è una bomba per scrittura e per ritmo.
Ernia è bravo, e Charlie ha valorizzato il suo lavoro. L’ha detto lui stesso, ringraziando il producer famoso per le sue collaborazioni con Sfera Ebbasta, e altri big della scena.
«Io sono abbastanza regolare, ogni due anni ho il disco pronto – ha detto Ernia alla presentazione dell’album in Universal a Milano -. Solo che l’anno scorso quando l’ho finito e l’ho riascoltato, non mi piaceva. Ho chiamato Charlie, abbiamo rifatto tutto. E adesso mi piace. E’ vero che lo dico ogni volta, ma questo è l’album della maturità. Ho 31 anni, una compagna, una bambina di pochi mesi, volevo fare un bilancio della mia vita, non avevo voglio di auto celebrarmi troppo. Volevo essere grato, per quello che ho avuto, come canto nella traccia numero 12. Ho sempre citato Baudelaire, fin dal mio primo disco, la noia di vivere, l’insoddisfazione di non avere mai abbastanza. Adesso invece mi guardo indietro e dico “ok, i miei non mi hanno abituato a dirmi sei bravo, però dai, un po’ bravo sono stato”, vivo della mia musica. Posso essere annoiato finché voglio, ma devo essere grato di quello che ho».
Ernia canta il rapporto con i genitori che lo amano senza troppi sentimentalismi. «Non sono tanto da baci abbracci. Anche per i miei successi, dicono “tutto bene il lavoro?” e finisce lì. Io e mia sorella siamo abituati fin da piccoli a non avere troppi complimenti». Lui invece gliene ha fatti tanti, commentando il brano “Berlino” che è dedicato a lei. «Fa la fotografa, e in questo lavoro è una professione molto richiesta, sarebbe stato facile aiutarla se me l’avesse chiesto. Invece niente. Ha detto “non voglio essere la sorella di, voglio farcela da sola. Non voglio che mi aiuti perché in questo momento della tua vita ti vanno bene le cose. Piuttosto mangio pane e cipolle ma devo farcela da sola”. Io la ammiro molto». Anche i suoi amici sono cosi. «Gli ho anche offerto dei lavori ma hanno sempre rifiutato, stanno bene così. Al massimo mi accompagnano in tour».
Lui è molto legato a loro. «Io non frequento molto il mondo dello spettacolo, mi dicono “devi andare li perché ti aiuta e ti serve”. E io rispondo: “no scusa, come faccio a andare lì da uno che solo a guardarlo in faccia si vede lontano un miglio che non c’entra niente con me. Devo fare la pr, no dai non faccio la pr non me ne frega niente».
Ernia se ne frega delle firme, dei diamanti, degli orologi, dei grillz nei denti, delle auto di lusso e il brano “Fellini” con Kid Yugi parla proprio di quello. «Facciamo musica. Siamo bravi, ma non è che salviamo il mondo, quindi dico dai, non farti il film come Fellini. Kid Yugi è un mio amico, come Mirko (Rkomi) sono tra i pochi che frequento in questo mondo, perché anche loro sono un po’ come me, non strafanno, hanno gli amici di sempre».
Al feat con i Club Dogo in “Figlio di” lui non credeva, «Lo sanno tutti che i Club dogo ci sono solo per loro, ma Charlie ha insistito, ha detto “al massimo dicono di no”. Hanno detto si, bel colpo». Come “Da denuncia” con Marracash, un capolavoro totale, manco a dirlo, dinamite pura.
“Perché” con Madame entra in testa come un tormentone e lui ha lodato l’artista: «Francesca è molto brava, e tra gli artisti, non solo le artiste, migliori in questo momento. Secondo me è ancora molto sottovalutata perché lavoro davvero molto bene».
Qua e là po’ di autocelebrazione c’è, e anche un paio di passaggi non proprio da gentleman che potrebbero essere evidenziati da qualcuno, se dovesse andare a Sanremo da chi dice che i rapper sono misogini. Ma nel contesto totale, lui è poesia, romanticismo, filosofia, riflessione, equilibrio, delicatezza, profondità. E infatti incassa i complimenti per la profondità della sua scrittura e l’approccio della vita. In definitiva il suo album è un gran bell’esempio di equilibrio, ma anche la prova che bisogna saper scegliere con chi lavorare.
E qui si torna a Charlie. Ernia è bravo, ma con lui lo è ancora di più. Un po’ come Leonardo Di Caprio, Benicio del Toro e Sean Penn, nel film in uscita “Battle after battle” , “Una battaglia dopo l’altra” presentato a Milano lo stesso giorno del disco di Ernia. Il film, del regista Paul Anderson, tocca temi forti, il razzismo, la battaglia contro l’immigrazione di Trump, il rigurgito di supremazia etnica dei bianchi eredi del Ku Kux Klan.
E’ una denuncia, ma è una denuncia avvincente, piena di sparatorie, assalti, rapine, colpi di scena anche assurdità, tutte cose che colpiscono, incollano allo schermo e aiutano a far passare un messaggio che potrebbe essere pesante. Invece, si vola. Come con il nuovo disco di Ernia con Charlie Charles. Vince l’amore. Ma farà tanti soldi.
Anna Savini