‘Follie’ e la semplicità di Yem
È uscito a mezzanotte ‘Follie‘ il nuovo singolo di Yem, giovane membro di Arcade Army Records, l’etichetta che fa capo agli Arcade Boyz e Eiemgei nata con lo scopo di far conoscere e promuovere giovani talenti. Yem ha 21 anni, 22 oggi che é il suo compleanno e quale modo migliore per festeggiare il proprio compleanno se non con l’uscita di un singolo?
“Sono di un piccolo paesino in provincia di Reggio Emilia”, mi racconta Yem, “non sono uno di quei ragazzi che è nato con l’hip hop, ho sempre ascoltato musica a 360, e prima di cantare ho imparato a suonare. Mi sono avvicinato al rap assieme alla mia compagnia vedendoli far freestyle, poi iniziando ad analizzare i testi e rispecchiandomici mi sono appassionato”.
Ora hai il supporto di Arcade Army, quanto conta per te?
“Arcade Army per me è stato un segno del destino. Hanno voluto me tra migliaia di ragazzi forti in Italia, e io con me porterò la mia squadra, dato che è grazie a lei che ho intrapreso questo percorso.
Arcade Army sta diventando una potenza in poco tempo: Eiemgei, oltre ad essere un artista, è colui che gestisce tutti i ragazzi e cura le produzioni, per me è fondamentale, ci sentiamo tutti i giorni e sta diventando come un fratellone su cui posso contare per ogni dubbio o consiglio“.
Qual è l’immaginario di Follie?
“Il mio nuovo singolo ‘Follie’ sono io. Parla di me, ho cercato di descrivere ciò che sto provando sulla pelle in questo periodo nel modo più semplice e naturale.
Sicuramente è qualcosa di diverso da ciò che si sente solitamente, io non mi definisco né un “rapper” né un “trapper”, diciamo che mi oriento più sull’RnB. Ma adoro la musica e soprattutto fare musica in generale. ‘Follie’ fa parte di un progetto a cui stiamo lavorando io, Eiemgei, Zin il mio producer e Vais il mio braccio destro (S.C.A.) . Siamo ancora all’inizio, ma quest’anno ci faremo conoscere ne sono sicuro”.
In cosa pensi di distinguerli dai tuoi colleghi?
“Dai miei “colleghi” penso di distinguermi nel modo in cui vedo la musica, molti hanno iniziato a fare rap con la nuova ondata Trap arrivata da poco in Italia, io compreso, ma la mia visione generale penso sia differente da quella di molti altri. Io sono nato ascoltando Red hot Chilli Peppers, Coldplay, Linkin Park e suonando la chitarra“.
Quanto è difficile secondo te riuscire ad emergere in questo ambiente?
“È assolutamente difficile emergere in questo ambiente, più che altro perché non siamo in 10 in Italia a farlo ma migliaia di persone.
Penso che rimanendo veri, raccontando le proprie verità con un pizzico di originalità si può arrivare all’anima della gente. Come io mi sono rispecchiato in molti testi son sicuro che qualcuno può rispecchiarsi nei miei. Con ‘Re Mida‘ il mio primo singolo per Arcade Army ne ho avuto la prova”.
Cosa significa per te essere ribelle?
“Ribelle per me non significa fumare le cannette o rompere un vetro di una casa, ribelle significa uscire dagli schemi. Forse sono un ribelle, penso che ogni volta che ci si trova nel lato della maggioranza (come tutti quelli che devono copiare lil pump per essere alla moda), forse è il caso di fermarsi e riflettere”.