Come ha reagito la scena rap statunitense all’assalto al Congresso?

Il 6 gennaio, migliaia di manifestanti hanno assaltato e occupato il Congresso degli Stati Uniti, mentre senatori e deputati si stavano riunendo per ufficializzare la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 3 novembre scorso (avvenuta nelle prime ore del mattino del 7 gennaio).

L’assalto era stato incitato dal presidente uscente, Donald Trump, che parlando alla manifestazione che aveva preceduto l’attacco aveva detto: «Non si riconosce la vittoria quando è in ballo un furto. Avremo un presidente illegittimo, non possiamo permetterlo». Alle 19.10, ora italiana, Trump aveva detto: «Marceremo verso il Campidoglio».

Per ore decine di sostenitori di Donald Trump avevano circolato liberamente per le austere aule del Campidoglio, costringendo i parlamentari a fuggire e a rimandare la ratifica del voto del 3 novembre scorso. “Vi amo, tornate a casa”, ha detto Trump in un video che Twitter ha cancellato, bloccando il profilo del presidente. 4 persone muoiono, molti restano feriti e il mondo assiste a scene mai viste nella capitale americana. Una folla armata che assalta il Parlamento per ribaltare i risultati di un’elezione legittima, poliziotti che puntano le pistole contro i manifestanti e soldati della Guardia nazionale in assetto anti-sommossa che cercano di rimettere in sicurezza l’edificio.

Oggi si parla di Jack Angeli, lo sciamano italoamericano che ha guidato la rivolta che si è presentato con pelliccia, copricapo con corna da vichingo e sul volto i colori della bandiera americana.

Ma come ha preso la scena rap statunitense questo assalto?

Per Cardi B è ironico perché la scorsa estate i manifestanti del Black Lives Matter erano considerati animali e oggi no, per Lil Yachty se gli assaltatori fossero stati afro-americani sarebbero morti tutti, anche Wale e Ice T parlano di disuguaglianza di trattamento tra persone bianche e nere.

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