La pagella delle uscite settimanali

5 a Delinquente di Baby Gang. Immagina di ascoltare un disco nel quale vengono dette, seppur su basi diverse, sempre le stesse cose. Gli stessi tre concetti che si ripetono in modo davvero poco originale. E non sto parlando di Sfera Ebbasta, ma di Baby Gang. Delinquente è il titolo del primo disco di Baby Gang. Del resto, trattandosi di Baby Gang, che titolo avrebbe potuto scegliere? Marocchino o Delinquente e ha optato per il secondo. Il disco è cupo, crudo, abbastanza ripetitivo e mostra da una parte la peculiarità artistica che era emersa nei primi singoli di Baby Gang, e dall’altra i suoi limiti artistici. Non è tutto da buttare, alcune tracce sono anche interessanti, come Casablanca con Morad, Come va con ElGrandeToto, No JoJo, dove Baby Gang cita Sfera quando dice “quando vedo la polizia scappo via”, o forse lo copia e basta chi lo so e Freestyle con Sacky, che sembra quasi un pezzo della Dark Polo Gang. Interessante la strofa di J Lord in Non mi tocchi, mentre quella di Capo Plaza in Ma Cherie è decisamente scialba.

Delinquente è un disco da ascoltare senza pretese di trovare testi, flow o peculiarità interessanti e di livello, ci sono alcune basi decisamente ben fatte, che ti fanno quasi scordare il fatto che sono 12 tracce nelle quali Baby Gang ti sta dicendo esattamente le stesse cose. Come disco di esordio, Delinquente è mediocre e mostra le caratteristiche e le lacune di Baby Gang.

7 a SurreAle di J-Ax. Il rap si può fare a 50 anni? Beh, J-Ax lo fa e quando lo fa è ancora in super forma. Ecco SurreAle, che in teoria avrebbe dovuto essere la deluxe di ReAle e alla fine è diventato un disco a parte con l’aggiunta di J-Axonville, raccoglie tutte le sfaccettature di J-Ax, sia a livello di scrittura e argomenti, sia sonoro. Ci sono basi più rap, basi rock e punk, canzoni tamarre e cazzute, altre più intime, altre dure, ironiche e critiche e poi c’è la canzone per la radio che accontenta tutti: Sono Un Fan.

SurreAle in sostanza è un disco punk, dove il protagonista e narratore è un vecchio e oggettivamente non c’è niente di più punk di un “vecchio” che fa punk. Il titolo è perfetto, perché ascoltando il disco, si percepisce un po’ confusione, di tracce messe insieme in modo confuso e surreale, senza un apparente filo conduttore, nè a livello sonoro, nè di storytelling. Ecco, se dovessi racchiudere SurreAle in una parola e in un genere, direi CONFUSION. Una sorta di cozzaglia di brani, ben fatti per carità, che mostrano le varie sfaccettature di J-Ax, che sembra aver seguito il proprio umore momentaneo quando le ha scritte, della serie “oggi mi sono svegliato polemico e ironico e scrivo Sansone”, “oggi sono triste perché ho vissuto un brutto momento e scrivo Voglio la mamma”, “oggi invece mi sento fortunato ad essere italiano e scrivo Tifo Italia”. Ecco, questa è esattamente l’impressione che ho avuto ascoltando il disco, un disco fatto di momenti ed emozioni scollegate tra loro.

Tre tracce da ascoltare subito: I film di Truffaut, Sansone e Stronzy.

6 a Weom di Vale Lambo. Scritto in dialetto napoletano, il brano racconta scene di vita quotidiana di una Napoli che vive la strada. Scene e flashback che si vedono solitamente in strada nel rione dove Vale Lambo è cresciuto. Da una parte emerge il fascino che un ragazzo di quell’estrazione sociale può provare nei confronti della vita di strada, e dall’altra la paura che prova nel buttarsi in quel mondo difficile e pericolo. È interessante la base e il ritmo che Vale Lambo ha voluto dare a questo racconto di strada, che come tale, è indubbiamente cupo. Quello che però non convince è che in canzoni come queste sembra che Napoli sia solo strada e vita alla Gomorra.

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