Quanto ci ha convinto Ho spento il cielo di Rkomi e Tommaso Paradiso?

Rkomi ha pubblicato Ho spento il cielo, il primo singolo estratto da Taxi Driver con Tommaso Paradiso. Lo ascolti e sei indeciso tra non mi piace e Rkomi cazzo stai facendo? È già una traccia che divide molto il pubblico, forse per la presenza di Tommaso Paradiso che ha fatto un ritornello abbastanza noioso e scontato, ma che nella strofa si è poi ripreso, o forse perché in molti, dato il titolo Taxi Driver, si aspettavano un pezzo street.
In realtà Ho spento il cielo, con quel beat anni ’80 di Dardust, è uno di quei brani che ascolteremo allo sfinimento in radio, perché è una ballata romantica che funziona e piace a un pubblico più vasto e non prettamente rap addicted. Non è street, non è rap e credo che chi si aspetta il rap punto e basta dal nuovo disco di Rkomi resterà deluso. Già con Dove gli occhi non arrivano ci aveva fatto capire che voleva sperimentare terreni più pop, inteso come popolari, vuole uscire dagli schemi puramente rap e fare musica diversa. Con queste premesse, Ho spento il cielo è perfetto, perché è un brano assolutamente non etichettabile in un genere musicale e molto probabilmente tutto il disco lo sarà.

Forse i fan del rap di Rkomi diranno che schifo, prova a fare le robe pop per vendere, ma anche Guè Pequeno vende eppure fa rap. Ma sti cazzi, il singolo non è un capolavoro, ma funziona sia per il testo di Rkomi, sia per quel ritornello asettico e lineare di Tommaso Paradiso. Ecco, la nota dolente è forse Tommaso Paradiso. La peculiarità di Rkomi invece è quella di riuscire a spaziare tra generi e contesti diversi, e di essere assolutamente all’altezza in ogni contesto e con ogni artista al suo fianco, che si tratti di Jovanotti o Elisa, o di Ernia e Quentin40.

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