Maruego: “mi sono creato terra bruciata intorno per difendere i miei valori”

Maruego è indubbiamente stato una delle figure chiave della trap in Italia anticipando i tempi e aprendo le porte a quello che ad oggi è il genere musicale che domina le classifiche italiane.
Un percorso, il suo, sempre in salita, sia per quanto riguarda il suo privato, sia per la sua carriera artistica che ha visto momenti difficili e controversi.
Abituato a guadagnarsi con fatica ogni cosa, Maruego ha imparato sulla propria pelle cosa significhi raggiungere un qualcosa e vederselo scivolare tra le mani senza una reale colpa o ragione, perché a volte manca un libretto di istruzioni e spesso la parte difficile non è ottenere qualcosa, quanto riuscire a tenerlo nel tempo. E se da una parte c’è chi riesce a scendere a compromessi, dall’altra c’è chi, come Maruego, ha lottato per i suoi diritti, i suoi valori e la sua reputazione e ne ha pagato le conseguenze.
In un certo senso Maruego è la prova vivente di come l’hype sia effimero e di come numeri e successo non siano eterni, non si può essere sempre sulla cresta dell’onda, né adagiarsi quando lo si è, si deve lottare sempre e ogni giorno.

Oggi è uscito Terra Bruciata, il suo nuovo singolo, nel quale Maruego racconta le difficoltà del suo vissuto e la sua voglia di non mollare e tornare a prendersi quello che gli spetta.

Terra Bruciata è un singolo che racconta da una parte il tuo passato e dall’altra le difficoltà affrontate nel tuo percorso artistico, chi senti che ti ha fatto terra bruciata intorno?

Possiamo dire che in questo caso sono io stesso l’artefice o meglio l’artificiere che si è creato terra bruciata intorno, ho sempre cercato di difendere la mia reputazione e i miei diritti d’artista. Questo fa storcere il naso a chi pensa di prevalere su di te, a chi semina zizzania nei tuoi confronti, a chi ti chiude molte porte.

Col tempo mi sono inimicato un sacco di persone, ma da un altro punto di vista, più nemici hai e più è alto il tuo onore…no?

Sei stato tra i primi a fare trap e a usare l’autotune, ritieni che non ti sia stato mai riconosciuto questo?

No, credo semplicemente che ognuno scrive la storia a modo suo. La scoperta dell’America fu attribuita a Cristoforo Colombo, non di certo ad Amerigo Vespucci che ne tracciò le rotte.

É giusto difendere la propria reputazione, rivendicarla invece è controproducente. Alla fine un bravo innovatore si rinnova sempre.

“Mi hai detto di lasciar perdere ora che ho tutto da prendermi” credo che sia la frase che racconti meglio Terra Bruciata, cosa ti aspetti ora dal tuo percorso artistico?

Questi anni li ho affrontati più a guardarmi le spalle che a fare musica, perché questo ambiente è un mare aperto pieno di squali e tu devi imparare a nuotarci dentro. Ho trovato la pace nel momento in cui ho fondato la mia etichetta “La Crème rec”. Supervisiono tutto quello che mi riguarda dalla parte amministrativa a quella creativa e di produzione, questo mi dà stimoli per andare avanti e cercare di fare sempre meglio.

Terra Bruciata è un brano caratterizzato da sofferenza e dalla voglia di riscatto, cosa ti ha fatto soffrire di più?

La cosa che mi ha fatto soffrire di più penso sia stato il silenzio, raccontare certe dinamiche rovina la magia.

Chi sta dall’altra parte dello schermo non percepisce quasi mai lo stato emotivo, l’impegno e lo stress che ci vuole per mettersi in gioco. Lo show continua lo stesso, abbiamo solo avuto qualche problema tecnico.

Tu hai vissuto l’hype e poi sei in un certo senso “caduto”, cosa cambieresti del tuo percorso e cosa consiglieresti a un ragazzino oggi che sta vivendo un momento di hype?

Se dovessi tornare indietro penso che rifarei gli stessi sbagli. Non cambierei assolutamente nulla, le mie scelte, giuste o sbagliate che siano mi hanno portato ad un livello di consapevolezza e di maturità maggiore.

L’hype può essere una cosa passeggera, la vera sfida è mantenere l’interesse su di te con gli anni senza annoiare chi ti ascolta.

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