Esiste una truffa più bella di quella dei Sex Pistols?

Ieri stavo riascoltando Midnite di Salmo e nella traccia Russell Crowe dice “La fama distruttiva tipo Sex Pistols, la truffa più bella dopo quella di Cristo” e mi sono detta c’è qualcosa di più iconico di quella che viene definita la truffa dei Sex Pistols? È un qualcosa di mitologico, che sembra essere molto lontano da noi oggi, ma di fatto è stata la prima gigantesca operazione di marketing della storia della musica.

Se pensiamo ai Sex Pistols su una cosa siamo tutti d’accordo: non esiste in tutta la storia del rock, ma oserei azzardare della musica in generale, un’altra band che possa vantare una fama di tale calibro pur con così poco materiale e senza un grande talento artistico. I Sex Pistols hanno pubblicato ufficialmente solo quattro singoli e un album considerato una vera e propria pietra miliare, per il resto, poche altre registrazioni, tra cui alcune cover, presenti in una sterminata galassia di raccolte postume, live album e bootleg. Ma sono la STORIA. Cantavano e suonavano male, ma ancora una volta sono la STORIA.

Eppure sono uno dei simboli del punk e c’è addirittura chi sostiene che siano il punk, ma come sono riusciti a farlo con un solo album e poco talento?



Non si può parlare dei Sex Pistols senza parlare di Malcom McLaren, la grande mente che ha architettato ogni provocazione della band, e che, grazie ad un pionieristico lavoro di marketing, ha fatto diventare famosa in tutto il mondo una band che, di fatto, non sapeva suonare.

McLaren è visto come un genio, un anticipatore di tendenze, ma soprattutto come il burattinaio che ha mosso le fila della grande “truffa del rock’n’roll”.

Sì, perché i Sex Pistols, una delle band simbolo del movimento punk, sono in realtà il primo gruppo creato a tavolino con uno scopo ben preciso: promuovere gli abiti creati dall’allora semi-sconosciuta stilista Vivienne Westwood, fidanzata di McLaren e venduti nel negozio “Sex”, da cui appunto presero il nome. Un’enorme operazione di marketing, forse la più grande della storia della musica.

Costruiscono la loro fama, diventando poi leggenda, non tanto per loro musica e il loro talento, ma per lo scalpore suscitato dalle loro esibizioni, spesso concluse anzi tempo. Le risse fioccano e i Sex Pistols vengono progressivamente bannati da diversi locali, ma ciò giova soltanto al loro nome, che rimbomba sempre di più, tanto da aggiudicarsi un contratto discografico con la Emi, con la quale hanno inciso il loro primo singolo Anarchy in the UK, la canzone simbolo del Punk. Successivamente i Sex Pistols, ospiti a Thames Television, insultano un giornalista e quello che è successo dopo avrebbe potuto segnare la fine, e invece è stato l’inizio. Il tour è stato cancellato, Emi li ha cacciati e il bassista lascia il gruppo. McLaren trova un altro bassista, Sid Vicious, che però non sa suonare il basso, ma chissenefrega, l’importante è l’immagine e Sid Vicious è perfetto perfetto per sconvolgere il mondo con la sua attitudine punk.

Qui arriva il bello con una una gigantesca mossa di marketing. La regina Elisabetta II festeggia i suoi 25 anni di regno e i Sex Pistols pubblicano il singolo God Save The Queen, un pezzo che nessuna radio voleva passare, che le televisioni si affrettavano a censurare e che, fin dai primi versi, scandalizzava i ben pensanti. Addirittura alcuni negozi di dischi si rifiutavano di mettere in vendita il singolo a causa del contenuto ritenuto oltraggioso.

In God Save the Queen, i Pistols si fanno beffa della sacra monarchia inglese paragonandola al regime fascista, anche se Johnny Rotten, cantante della band, dichiarò diversi anni dopo che “non si scrive una canzone come God Save the Queen perché si odiano gli inglesi, si scrive una canzone come quella perché si amano e si è stanchi di vederli maltrattati.” E infatti erano solo e soltanto provocazione e marketing partorite dalla mente di McLaren. Con God Save the Queen il punk diventa l’aperta e dichiarata contestazione di ogni regola e nessuno più dei Pistols riusciva a incarnare questo atteggiamento, tanto che la band nel giro di poche settimane colleziona contratti con diverse case discografiche, firmati e stracciati alla velocità della luce, uno dopo l’altro.


McLaren aveva creato una leggenda, ma il suo obiettivo era quello di continuare a mantenere alto l’interesse nei confronti della band con trovate assurde e scenografiche. E il 9 giugno 1977 organizza una delle operazioni di marketing più grandi della storia: noleggia una barca, la chiama “Queen Elizabeth River Boat”, ci fa salire sopra i Sex Pistols e la fe navigare sul Tamigi, fino ad arrivare di fronte al Palazzo di Westminster, dove iniziano a suonare, creando inevitabilmente scalpore tra i presenti. Immagina la scena: una chiatta scivola sul Tamigi, sopra i Pistols suonano (male) e urlano oscenità mentre a riva si festeggia il Giubileo. Lo sguardo allucinato di Lydon, le magliette strappate, il corteo di freak brutti, sporchi e cattivi di cui i Pistols si circondano.

L’attitudine di un gruppo scalcinato e violento, come i Pistols, unita alla mente da agitatore di Malcom McLaren hanno fatto il resto.

La band è guardata a vista dalla polizia inglese, che ad un certo punto li accosta e sale a bordo. La festa in barca si interrompe tra gli insulti alla regina. Nel frattempo scoppia una rissa e la barca viene fatta attraccare e undici persone vengono arrestate.

Il resto è storia: il giorno dopo i giornali riportano a caratteri cubitali l’evento scandalistico dei nuovi selvaggi del rock e God Save the Queen sale al secondo posto delle classifiche inglesi. Il singolo viene poi bandito dalle radio del Regno Unito e questo non ha fatto che giocare a favore dei Sex Pistols, alimentandone il mito, arrivato fino ai giorni nostri.

I Sex Pistols si sciolgono un anno dopo durante un tour disastroso negli Stati Uniti, caratterizzato dall’autodistruzione di Sid Vicious, che muore l’anno successivo di overdose.

I Sex Pistols lasciano un lascito enorme, contraddistinguendosi come una delle band più contraddittorie della storia del rock: una gigantesca operazione commerciale il cui messaggio è quello di invitare gli ascoltatori a smascherare le ipocrisie della società coeva.



Vivienne Westwood, che all’epoca era fidanzata con McLaren ha dichiarato:
Prima di me e Malcolm il punk non esisteva. E c’ è un’altra cosa che dovete sapere: è stato uno sballo.
I Sex Pistols, creati a tavolino da un aspirante situazionista con il pallino della musica, non avrebbero forse avuto la stessa potenza deflagrante se all’inno nichilista Anarchy In The U.K. non avessero unito un look da straccioni psicopatici“.

Il look, l’immagine, l’attitudine, le provocazioni portate all’eccesso hanno reso leggendaria una band, che con il solo poco talento che aveva non sarebbe andata da nessuna parte.

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