Benvenuti in Italia: Sergio Sylvestre sbaglia l’inno nazionale, attaccato perché afroamericano

Uno stadio Olimpico vuoto ha ospitato la partita Juventus Napoli e Sergio Silvestre, cantante statunitense, diventato noto in Italia per aver vinto la quindicesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, ha cantato l’inno d’Italia.

 

Visibilmente emozionato, Sergio Sylvestre, ha sbagliato le parole dell’inno, si è letteralmente bloccato per poi riprendersi. Può capitare un errore durante un’esibizione no? A quanto pare no se non sei italiano e hai la pelle nera. L’esibizione di Sergio è diventata virale e ha dato il via a una polemica gigantesca sui social. Sergio non avrebbe dovuto cantare l’inno di Mameli perché non è italiano, è il riassunto dei commenti beceri che si leggono su Twitter.

 

 

 

 

Primo tra tutti Matteo Salvini, lo stesso Matteo Salvini che ha cantato l’inno d’Italia al Papete l’estate scorsa stuprando la sacralità che viene ora decantata in merito al nostro inno e lo stesso Matteo Salvini che alla vittoria di Mahmood al Festival di Sanremo avrebbe preferito un italiano.

 

 

 

 

Sì Sergio Sylvestre ha sbagliato l’inno, può capitare, ma le critiche che si leggono sui social esulano completamente da questo e si concentrano sul suo non essere italiano e avere la pelle nera. Eppure fino a dieci giorni fa eravamo tutti lì a scrivere #blacklivesmatter, ma se un afroamericano si permette di sbagliare l’inno di Mameli lo mettiamo alla gogna mediatica.

 

Numerosi messaggi di solidarietà sono arrivati dai colleghi di Sergio Sylvestre, come Emma Marrone, Fedez, J-Ax, Elodie, mentre gli insulti su Twitter non si calcolano neanche.

 

 

 

 

L’unica critica che gli si può muovere è quella di aver sbagliato, di essersi fatto prendere dall’emozione, non si può per questo cadere negli insulti razzisti. Anche perché nel 2012, Katia Ricciarelli, durante l’incontro di rugby Italia – Nuova Zelanda, avvenuto allo Stadio Olimpico di Roma e trasmesso in diretta su La7 e Sky, aveva dimenticato buona parte del testo dell’inno di Mameli e aveva modificato la frase “Dov’è la vittoria” in “Dov’è la di Scipio”, attirando i fischi del pubblico e qualche sorriso degli stessi giocatori. Non è di certo la prima volta che un artista sbaglia l’inno nazionale e in fondo non tutti lo conoscono alla perfezione, ma si parte dal presupposto che un artista debba essere preparato. Appunto preparato e non bianco. Perché tra il dire “ha sbagliato l’inno nazionale per l’emozione o la poca preparazione” e il dire “ha sbagliato perché nero” ce ne passa.

Questa è sicuramente un’altra pagina della storia italiana che denota come dietro gli hashtag in stile Black Lives Matter si nasconda un razzismo latente.

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