È importante parlare di un drogato che non può comprare droga in quarantena?

Parto da una premessa, così se non sei d’accordo ti semplifico il lavoro e puoi smettere di leggere queste mie parole subito: drogarsi è una scelta, non è una cosa che capita come può esserlo una malattia, un terremoto o la diffusione di una pandemia.

 

Scegli di drogarti, non scegli di avere un tumore. Per questo motivo ho ben poca comprensione o pena se vogliamo dei tanti che muoiono di overdose, al contrario provo pena per un bambino malato di tumore. Sono entrambe malattie, ok, la dipendenza è una malattia, così come lo è l’anoressia, ma è importante oggi parlare della difficoltà di un tossicodipendente che causa quarantena non riesce a comprare la droga?

 

Il mio pensiero è nato da due fattori: una persona che sull’auto certificazione ha scritto “comprare droga” e un articolo di Rolling Stone Italia. 

 

Siamo tutti chiusi in casa, possiamo uscire solo per necessità, comprare droga è una necessità? Mi dirai sì se sei un tossicodipendente, ok, ma è un problema rilevante in questo momento? Talmente rilevante da doverci mettere l’accento? Non voglio fare la gara di cosa è più importante e cosa no, tanto più che ci sono diverse associazioni a sostegno anche psicologico delle persone tossicodipendenti che hanno difficoltà in questo momento delicato. Ma ripeto hanno fatto una scelta.

 

Milioni di italiani che si sono ritrovati senza lavoro causa pandemia non hanno scelto di non poter comprare da mangiare alla propria famiglia. I familiari dei tossicodipendenti che spesso vengono maltrattati e derubati, non l’hanno scelto. Un malato di cancro non l’ha scelto. Chi vive ancora in una tendopoli dopo il terremoto non l’ha scelto. I 100 medici che sono morti di coronavirus cercando di salvare vite umane non l’hanno scelto.

 

Allora parliamo di chi non ha i soldi per mangiare, della camorra che dà cibo a chi prima pagava il pizzo, cosa che avrebbe dovuto fare lo stato. Parliamo dei tantissimi italiani che hanno perso il lavoro, delle attività commerciali in ginocchio, di chi deve essere operato e non può, del doppio stress psicologico che affronta un malato di cancro che deve fare la chemioterapia oggi ai tempi del covid 19. Delle donne che vivono con uomini violenti e sono costrette a stare in casa con loro. Dei senzatetto che non hanno neanche più quel pasto gratis. Parliamo del fatto che per uscire dobbiamo mettere le mascherine, che ovviamente hanno un costo e che ci sono famiglie che, non solo non possono fare la spesa, figuriamoci comprare le mascherine. Perché dobbiamo parlare della difficoltà psicologica e fisica di un drogato?

Parliamo della difficoltà psicologica dei medici che lavorano con turni estenuanti, di chi muore senza aver vicino un parente, di chi perde un padre, una madre o un figlio e lo apprende tramite una telefonata, non può salutarlo neanche un’ultima volta, neanche un funerale, o di chi non sa come dar da mangiare ai suoi figli. Quanti suicidi ci sono per disperazione economica?

Leggere le difficoltà di un drogato che scrive sull’auto certificazione ‘comprare droga” mi fa sorridere da una parte e incazzare dall’altra, perché anche in questo caso il problema è a monte, il problema è la droga e come sempre chiudiamo le stalle quando i buoi sono scappati.

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