Leon Faun ha portato il fantasy nel rap italiano?

Se cerchi su Google fantasy rap noterai che tutti i contenuti portano a un solo nome: Leon Faun.
E che i titoli dei vari articoli su di lui associano inevitabilmente il suo nome al genere fantasy rap.
Sembra essere quindi Leon Faun colui che sta portando nel rap italiano il genere fantasy. Ma è davvero importante e necessario associare un nome a un genere, anche se il genere di fatto non esiste ed è solo frutto di un’associazione di fattori?

 

Classe 2001, Leon Faun ha subito una forte influenza da artisti come Eminem e Salmo, ma ha poi ha sviluppato uno stile tutto suo. Ed è questo che fa la differenza: non basta avere una buona tecnica, un buon flow, non sono sufficienti un’immagine particolare o un paio di tatuaggi sulla faccia, serve qualcosa che faccia la differenza. La distinzione dalla massa fa la differenza, così come il raccontare qualcosa di diverso. Dimentichiamoci quindi i palazzoni, i quartieri, la strada, la gang e via dicendo ed entriamo in un mondo diverso dove il cinema e il genere fantasy la fanno da padrone.

È la carta distintiva di Leon Faun a fare la differenza, il suo raccontare una storia in modo diverso e con riferimenti diversi e immaginari che non sono alla portata di tutti. Se a questo ci aggiungiamo il suo talento stilistico e il suo saper passare dal cantato, al trappato al rappato, possiamo intuire che ci troviamo davanti a qualcosa di nuovo.

Aveva già stupito tutti con Oh Cacchio e il ciclo fantastico delle cronache di Marion di cui fanno parte i singoli Horia, Cioccorane, Primavera e Taboo. Una sorta di storia a puntate, come Harry Potter, o la saga dei Pirati dei Caraibi. Un’idea nuova e originale, nata dalla passione per Leon Faun per il cinema e il genere fantasy e che ha fatto sì che unisse la passione per il rap a quella appunto per il cinema.

 

 

 

 

Già con quei brani i riflettori si sono accesi su di lui, e non solo per una questione musicale, ma anche per le sue doti interpretative nei video e per le storie raccontate attraverso le immagini dei video stessi, che ti portano in un mondo a parte, nell’immaginario perfetto dei suoi testi e che si discostano nettamente dai cliché dei video rap o trap.

Non c’è da stupirsi quindi se il suo ultimo singolo, Gaia, abbia già superato i 200mila stream su Spotify e se in molti oggi iniziano a parlare sempre più spesso di lui.

 

 

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