Dio perdona, Enzo Dong no

Enzo Dong, Dove Ognuno Nasce Giudicato, e Dong come Don Guanella, il quartiere di Secondigliano da cui proviene. È già tutto scritto nel suo nome d’arte. È scritta la sua vita, la sua provenienza, il suo legame con Secondigliano, quello che ha nel sangue, nel cuore e che racconta a parole in Dio Perdona Io No, il suo primo disco ufficiale. Parole che arrivano dirette, che permettono di capire, addentrarsi nel suo mondo, nel suo raccontare la vita, il quartiere, la società e lo stato in modo veritiero, senza filtri, senza indorare inutilmente la pillola. Esattamente come Gomorra, come Secondigliano Regna, una poesia cruda, nata da un ragazzo qualunque, che vuole parlare del suo quartiere.

 

 

 

 

È un grido forte, misto a rabbia, ma carico di lealtà e verità. Lo si percepisce anche da come affronta le collaborazioni presenti nel disco. Enzo Dong è quello che dedica la strofa ai suoi ospiti, che non li tratta come featuring da cui ottenere facili ascolti, ma come amici, fratelli a cui rendere omaggio. Così, nella traccia con Tedua affronta il tragico crollo del Ponte Morandi che ha colpito la città natale dell’amico e collega. Non è un fatto di cronaca che lo tocca direttamente, ma è un qualcosa che ha toccato l’Italia intera e in particolare Tedua che in quel momento è sulla traccia con lui. Chiama Fedez, il cantante preferito di sua nonna, “Enzo abbi fede, che poi diventi Fedez“, le diceva. E lui lo invita nel suo disco, sfida le regole, va dove nessuno sarebbe andato e lo fa chiamando l’artista che in pochi avrebbero chiamato, e rendendogli omaggio, citando Paranoia Airlines e sua moglie. È uno scambio, che rivela la lealtà e l’umanità di Enzo Dong. Lealtà verso se stesso, verso la verità e la realtà che racconta e verso le persone che ha intorno. Ma ascoltando i vari featuring quello che emerge è la forza di Enzo Dong, il suo saper tenere l’anima del racconto senza perdere la propria identità.

 

 

 

 

Dio Perdona Io No racconta una storia, una storia forte ed è esattamente lo specchio di quello che è il rap. Ecco perché Enzo Dong non può usare parole diverse da quelle che usa, perché la realtà non è rosa e fiori, non lo è nel suo quartiere e non lo è da nessuna parte. C’è una massiccia componente di critica sociale e verso lo stato, uno stato che non ci tutela e che lui vuole combattere con le parole e con la musica. Ma anche il bisogno di riscattarsi, di realizzarsi, di dare nuova voce al quartiere da cui proviene, di far capire e dimostrare a tutti quei ragazzi che vivono in situazioni difficili che c’è una via di fuga, un’alternativa, basta cercarla, crederci e lottare con forza. Per lui è stata la musica e usa questo mezzo e le sue parole per raccontare e denunciare.

 

C’è Dio nel titolo e c’è il concetto di carpe diem nell’ultima traccia, Domani si muore “il tempo non lo puoi comprare fra, perciò lo spendo“. La ricchezza che arriva da cose umili, la mancanza di soldi e una dedica fortissima al suo quartiere con una promessa che sicuramente Enzo Dong riuscirà a mantenere:

Questa va al mio quartiere, Rione Don Guanella, Scampia, Secondigliano, Piscinola, Marianella
A tutte le persone?che?hanno sofferto come?me, che non hanno mai avuto?un euro
Nessuno può giudicarci, solo noi sappiamo quello che abbiamo visto
Nella vita tanti miei amici hanno scelto la strada, io ho scelto di portare la strada nella musica“.

 

Dio Perdona Io No è un disco potente, ricco, granitico, che ti arriva dentro come un pugno nello stomaco e che ci resta, perché la verità fa male, ma non puoi ignorarla.

 

 

Lascia un commento