Cos’è la lean nel backpack? Ce lo spiega la Treccani

Almeno una volta abbiamo tutti cantato A SCUOLA AVEVO LA LEAN NEL BACKPACK CLEAN ma cosa significa? A spiegarcelo è la Treccani, che sempre più spesso si addentra nei meandri confusi della lirica trap. Dopo averci portato nel mondo di Thoiry, nelle Rapide di Mahmood, nello Swisho un blunt, a swishland, Bling Blaow come i Beatles, Blessing, Tic Tac, le prendo dal mattino, ci spiega cosa sia la famosa lean nel backpack.

 

 

 

 

A scuola avevo la lean nel backpack, clean
Curavo l’incertezza e l’imbarazzo
Io m’imbarazzo
Se ripenso che

 

“Imbarazzo” è un sostantivo maschile che deriva dallo spagnolo “embarazo” e indica lo stato di perplessità in cui viene a trovarsi una persona che non sappia risolversi tra contrastanti soluzioni, o che non veda via d’uscita da una situazione difficile, o che non sappia come rispondere a quanto le è chiesto. Con “imbarazzo” si indica anche lo stato di disagio provocato da un sentimento di timore, di soggezione, di pudore.

“SUPREME – L’ego” di Marracash feat. Tha Supreme e Sfera Ebbasta racconta una classica ascesa: il passaggio da una situazione difficile, fatta di case popolari e spaccio di stupefacenti, alle top ten delle classifiche musicali e al benessere economico. Il narratore ricorda quando da ragazzo si sentiva a disagio e si rifugiava nella lean (un mix di farmaci a base di codeina e bevande gassate) per lenire il senso di inadeguatezza che durante l’adolescenza si prova in contesti come quello scolastico.
L’imbarazzo sembra essere una costante nella vita del narratore: lo provava da giovane e lo prova anche adesso che si è fatto strada nella vita, quando ripensa al suo sé adolescente. Questa sensazione, forse, gli permette di fare i conti con una parte più sensibile di sé: non a caso, al termine della prima strofa, l’io narrante pronuncia proprio la parola “imbarazzante” come a prendere le distanze dalle barre precedenti e dai tipici cliché di un certo rap.
Nel suo disco d’esordio “23 5451”, tha Supreme ha costruito un codice espressivo nuovo e una lingua sperimentale che parla in particolare agli adolescenti – ma non soltanto a loro – con un’efficacia sorprendente. La sua poetica si fonda sul recupero del “leet speak” nei titoli delle tracce (quello dell’album, ad esempio, si traduce in “Le basi”), sulla tendenza al gioco, sulla filastrocca e sulla ripetitività come cifra stilistica, conservando comunque una certa continuità tematica con il resto della scena trap.
Anche chi adolescente non lo è più da un pezzo, può provare ad avvicinarsi con questo articolo al linguaggio del parano1a k1d.

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