I testi di Junior Cally sotto accusa: “sono violenti e sessisti”

Doveva succedere prima o poi, chiunque abbia visto il nome di Junior Cally tra i big al Festival di Sanremo, dopo aver storto il naso ed essersi chiesto chi cazzo sia Junior Cally, avrà scavato nella sua discografia sicuro di trovare qualcosa per cui accusarlo. Perché fa rap e rap=droga, ma visto che Cally non inneggia alla droga, ma alla figa, è bene accusarlo di essere favorevole alla violenza sulle donne, o per citare Marco Brusati “è violento e sessista“, un po’ come Skioffi insomma.

Marco Brusati, professore all’Università degli Studi di Firenze, ha anche un blog nel quale si è preso la briga di analizzare alcuni testi e video di Cally.

 

Nel mirino è finita Strega:Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la tro.. / L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / c’ho rivestito la maschera” parole, che unite alle immagini del video, sono state definite da Brusati “rappresentazione di una costrizione violenta e il racconto di un femminicidio“.

 

 

 

 

Brusati si impegna anche nell’analisi del testo di altri brani di Junior Cally, e, stando al risultato, pare non abbia capito proprio un cazzo. Ecco cosa scrive: “la donna è rappresentata come insultabile oggetto di piacere o come trofeo tribale, non importa se sia giovanissima o anziana: «state buoni, a queste donne alzo minigonne»; «me la ch**vo di brutto mentre legge Nietzche; lo prende con filosofia»; «stupro mia nonna dentro un bosco»; «ci scop**mo Giusy Ferreri»; «lo sai che fott**mo Greta Menchi; «lo sai voglio fot**re con la Canalis»; «queste put**ne con le Lelly Kelly non sanno che fot**no con Junior Cally»; quest’ultimo passaggio è particolarmente problematico poiché le Lelly Kelly sono scarpe da bambina ed il cantante dice di avere rapporti intimi con chi le porta, mentre nasconde il viso sotto una maschera che impedisce di riconoscerlo”.

 

Io di problematico vedo solo un professore che non capisce che si tratta solo di racconti fittizi, immagini, tratte peraltro dalla realtà (purtroppo), dalla cronaca, e che ben poco si distaccano da quanto possiamo leggere su un libro thriller o vedere in un film dello stesso genere. Film che tra le altre cose vengono trasmessi regolarmente in televisione, su qualsiasi canale e a qualsiasi orario. Che differenza c’è Cosa distingue uno scrittore o un regista da un rapper? 

 

È quello che sostiene anche il management di Junior Cally, che tramite una nota stampa, ha replicato alle stupide accuse di Brusati: “La posizione dell’artista è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e contro la violenza sulle donne. Lungi da Junior Cally scomodare i grandi nomi del cinema, della letteratura e della storia dell’arte, da Tarantino e Kubrick, da Gomorra a Caravaggio e scrittori come Nabokov e Bret Easton Ellis: l’arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell’artista“.

 

Quindi Junior Cally cita cantanti che sono saliti sul palco dell’Ariston come Vasco Rossi («è andata a casa con il negro la troia») e gli Afterhours («sei più bella vestita di lividi»). E altri che saranno in gara quest’anno come Marco Masini («bella stronza, mi verrebbe di strapparti quei vestiti da puttana e tenerti a gambe aperte»); e Achille Lauro («l’amore è un po’ ossessione, un po’ possesso, carichi la pistola e poi ti sparo in testa»). O, ancora, chi è stato scelto dalla Rai tra i conduttori dell’Altro Festival come Myss Keta («toccami la gamba, passami la bamba, Jo sono la tua troia»).

Le conclusioni a cui arriva sono due: “O si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano“.

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