I Club Dogo sono finiti tra reggaeton e bimbiminkia

É il primo agosto quindi il pesce d’aprile non c’entra niente, forse un colpo di sole o forse Gué Pequeno ha preso un colpo in testa. I soldi e la fame di fama e soldi danno alla testa. Dimentichiamoci i tempi in cui i vecchi supportavano i giovani, dimentichiamoci i tempi in cui i vecchi producevano i giovani, dimentichiamoci anche il famoso passaggio di testimone. Gué Pequeno sta vivendo la famosa crisi di mezza età. Non c’è altra spiegazione, dev’essere questo. Ha cancellato tutte le foto dal suo Insta, compresa quella del profilo, così come da copione, come i bimbiminkia insegnano, tutti abbiamo pensato che avrebbe annunciato il titolo del disco in uscita a settembre e già usare la pratica del cancello tutto era low profile trattandosi di Gué, un veterano del rap, alla soglia dei 30 anni. Ma la realtà é ancora peggio:

Gué Pequeno entra a far parte di Bilion Headz Music Group di Sfera Ebbasta e Charlie Charles insieme a Shablo e Drefgold.

É uno scherzo vero?

Dopo essere salito sugli Scooteroni il declino. Gué, che con i Club Dogo ha fatto la storia del rap italiano é diventato un minkia peggio di Drefgold e almeno lui ha l’attenuante di avere 20 anni. Una mossa che gli porterà soldi e contratti, ottimo per il business e per far breccia nel cuore di migliaia di ragazzini, ma un danno d’immagine notevole. Contano di più i soldi della reputazione. Avete presente quei 40enni che vanno a ballare nei locali dei 20enni e fanno di tutto per sembrare loro coetanei? Il risultato é che sono ridicoli. Gué é uno di quello, non é una questione di essere nostalgici, ma di rispetto e coerenza. Lui ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo, spesso le sue scelte sono state premiate, il fiuto per il business e per la musica non l’hanno mai abbandonato, ma con questa mossa sembra un vecchio che non accetta di essere cresciuto e vuole cavalcare la nuova wave. Si può fare rap maturo senza cadere in quello che fanno le nuove generazioni o in questo caso i nomi del momento, ma ci vogliono le palle. É un ruschio, un salto nel buoio che però é necessario. L’ha fatto Fibra, l’ha fatto Marra, anche Ensi e Noyz, ma Gué ha ancora fame, ancora la stessa fame di 15 anni fa, quasi la paura di non essere più sulla cresta dell’onda.

Guè ha sempre seguito il Dio denaro, non ne ha mai fatto un mistero, ma questo é troppo, anche per lui. Passi l’ospitata al concerto di Ax e Fedez, ma andare dell’etichetta di Sfera non può passare. Il mondo va a rotoli, il rap game al contrario, Drefgold farà un feat nel nuovo disco di Gué e non aggiungo altro.

I Club Dogo sono finiti tra reggaeton e bimbiminkia. 

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