YNW Melly dal carcere: “ho paura per la mia vita”

YNW Melly torna a parlare dal carcere, dove sta scontando una pena per omicidio e rischia la pena di morte. Dopo aver raccontato degli abusi che sta subendo, il rapper ha pubblicato altri due post sul suo profilo Instagram nei quali dice di aver paura per la sua vita, di non poter usare il telefono per parlare con la sua famiglia e gli avvocati, di essere isolato dagli altri detenuti e di subire trattamenti diversi e più duri rispetto a quelli che vengono riservati agli altri.

Il rapper, come nel precedente post, continua a parlare del telefono e di come gli sia stato tolto il privilegio di usarlo a tempo indeterminato e di essere di fatto isolato dal mondo e chiede aiuto ai media. Ma come fa a pubblicare post sui social se non può usare il telefono nè comunicare con persone all’interno e all’esterno del carcere?

E poi come fa a dire di aver paura per la sua vita in carcere se rischia comunque la pena di morte?

Insomma, qualcosa in questa storia non torna…

Queste le parole di YNW Melly pubblicate nelle scorse ore su Instagram:

“Ho ufficialmente paura per mia vita. Un nuovo capitano di nome Hubert e XO Jenkins si sono impossessati del carcere da due settimane e mi stanno infliggendo pene ancora più dure rispetto alle precedenti. Dal 1 dicembre sono stato trasferito in un’unità che ospita 24 detenuti e sono l’unico ad essere da solo, senza poter usare il telefono, senza televisione e senza poter leggere un giornale. Guardano ogni mia mossa tramite una telecamera per essere sicuri che non usi il telefono per dire al mondo come vengo maltrattato, discriminato, minacciato fisicamente e molestato. Quando esco dalla mia cella, tutti gli altri detenuti nei dormitori adiacenti devono tornare in cella. Sono sottoposto a trattamenti crudeli e insoliti da parte degli uomini dell’ufficio dello sceriffo di Broward. Sono stato minacciato da deputati, tenenti e sergenti che mi ripetono che “mi nasconderanno dal mondo” e che minacciano di “farmi il culo ogni giorno e se lo dico ai miei avvocati mentiranno e diranno che sono stato io il primo a colpirli”. Queste sono le parole del sergente Anthony Kidd e del tenente Jean Baptiste. Sono stato letteralmente nascosto dal mondo, quindi non ho altra scelta che credere che il prossimo passo sia che mi picchino quasi a morte come fanno con gli altri detenuti quasi quotidianamente qui nella prigione principale della contea di Broward.

Non posso chiamare la mia famiglia o gli avvocati per informarli se sono stato picchiato o molestato. Dicono che i privilegi telefonici mi sono stati tolti in modo permanente a causa di tutte le infrazioni degli ultimi sette mesi. QUESTA È UNA BUGIA! Mi hanno tolto il mio telefono a tempo indeterminato per una sola violazione, per aver usato il pin di un altro detenuto per parlare al telefono quando non mi è stato permesso usarlo. Se fossi stato trattato come tutti gli altri detenuti in questa struttura, il mio pin per usare il telefono sarebbe stato ripristinato e i privilegi restituiti dopo 30 giorni come da manuale. Sono comunque rimasto senza privilegi telefonici dall’8 maggio 2022 e non mi è stato restituito il pin del telefono dal primo anno in cui sono stato qui. Ho scontato tutta la mia pena disciplinare, quindi perché i miei privilegi telefonici non mi sono ancora stati ridati?

Perché sono I’unico detenuto di un’unità da solo e privato di qualsiasi interazione umana? Qui ci sono detenuti, che sono stati condannati, per aver orchestrato rapine dal telefono del carcere e un altro che ha pianificato un’evasione dal carcere che è stata effettuata al telefono, ma a me è stato tolto l’uso del telefono a tempo indeterminato per una violazione innocua, che di solito comporta una punizione di 30 giorni al massimo!!! Sono circondato da guardie che mi hanno detto in faccia che “non gli piaccio” e che “li ho fatti incazzare”. Non sono al sicuro nelle mani di queste persone specialmente se al più alto in grado in carcere “non mi piaccio”. Ho paura per la mia vita. La mia famiglia ha paura per la mia vita. Non posso passare un altro giorno qui. Qualcuno mi aiuti a essere trasferito in un’altra prigione di contea fino al mio processo. Per favore!”

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