Vorrei ringraziare Mambolosco per la melanzana

Diciamoci la verità le critiche non piacciono a nessuno, ma nel momento in cui ti esponi, fai musica, scrivi un libro, disegni maglie, scarpe, quadri, o qualsiasi altra cosa, devi imparare ad accettare che quello che fai possa venire criticato, giudicato o ironizzato.

Vedo pseudo artisti che se la prendono per un meme divertente o una critica perché dentro di loro si credono i nuovi Michael Jackson e quello che penso è sempre lo stesso: scendete dai quei piedistalli che non state salvando il mondo ma facendo solo musica (e pure male in alcuni casi).

 

Mi fa sorridere come la mia critica al video di Quanto costa di Mambolosco abbia suscitato così scalpore e fastidio da parte dei diretti interessati. Premetto che non ho niente contro Mambolosco, anzi, si è dimostrato un ragazzo gentile quando l’ho incontrato, ma ciò non toglie che io come chiunque altro ho il diritto di esprimere un giudizio o una critica sulla sua musica. Lo ringrazio per avermi regalato una melanzana, ci farò sicuramente un’ottima parmigiana, ma dire che una prodotto, video o canzone che sia, non è di qualità, non significa essere hater. Non hatero nessuno, mi limito a esprimere quella che è la mia personale e umile opinione su quello che è il mio blog.

 

 

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Capisco possa dare fastidio e capisco anche il lavoro che ci sia dietro, ma se andassi a cena da Cracco e mi ritrovassi una pasta scotta, dovrei dire mmmmm che buona o sarei legittimata a dire che fa schifo? Perché dobbiamo fare i finti buonisti? 

Mi stupisco sempre di come le critiche o i giudizi “scomodi” vengano notati, al contrario di quando si elogia, o si scrive articoli promozionali. Ho recentemente intervistato Mambolosco e vi dico la verità non ho ricevuto neanche un grazie, non che sia obbligatorio ringraziare per carità, ma la buona educazione è sempre molto apprezzata e va sempre meno di moda. Quindi, lo intervisto, non ricevo né un grazie, un like, un segnale di fumo, niente di niente, ma quando scrivo che Quanto costa fa schifo vengo soprannominata hater. È normale? Io lo ringrazio per la melanzana, ma gli consiglio un vocabolario, visto che ha risposto alle mie domande con estrema difficoltà, e non si stava parlando di fisica quantistica, ma semplicemente del suo disco. Va da sé che se intitoli un disco Arte, ti possa venir chiesto cos’è per te l’arte, e non solo quanto sei bello, che bei capelli, che belle scarpe, il tuo disco è il migliore che abbia mai sentito, è proprio un’opera d’arte, come hai fatto a creare un capolavoro simile? Queste non sono domande, sono leccate di culo, e visto che esiste la libertà di stampa e di espressione, mi sento legittimata a scrivere quello che penso sul mio blog, perché se ti esponi devi saper prendere critiche, elogi, ironie, e applausi in egual misura, e dire che una cosa non piace non significa essere hater.

 

 

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