Vorrei essere Kanye West
Sai quando si dice “se rinasco vorrei essere…”, io se dovessi nascere nuovamente vorrei essere Kanye West.
Per certi versi, considerato anche il disturbo bipolare di cui soffre, deve essere uno sbatti essere Kanye West, ma in questi ultimi mesi deve essere una figata. Forse anche prima…
Immagina di essere Kanye West, di creare mode con qualsiasi cosa, auto-tune compreso. In quel caso non avrei voluto essere T-Pain, massacrato per anni per aver portato l’auto-tune nel rap, per poi vedersi arrivare Kanye West, considerato un genio creativo, che nel 2008 pubblica 808s & Heartbreak dove usa l’auto-tune e improvvisamente da mostro della musica diventa una gran figata.
Mi sarebbe piaciuto essere Kanye West anche quando ha mandato a fanculo Nike e con Adidas e le Yeezy ha creato un impero. Essere così potente, con una forza mediatica immensa, da poter decidere di candidarsi alle elezioni presidenziali, fare una figura di merda dopo l’altra e cadere comunque in piedi.
Far diventare la maschera, o passamontagna, una moda, essere seguito da altri rapper famosi, solo per averla indossata un paio di volte. E intanto lanciare davvero una moda, seguita da tutte le più importanti case di moda del mondo.
Prendere per il culo i fotografi, a volte menarli anche, e poi presentarsi davanti a loro mascherato e ridere da solo pensando “che scemi non mi hanno riconosciuto”.
Ogni scandalo in cui sono coinvolto, dalla lite con Taylor Swift, a mia moglie che parla del mio disturbo bipolare, ai miei tweet confusi, scritti in momenti di ansia, non vengono usati contro di me, perché io sono Kanye West, e alla fine accrescono solo la mia fama, il mio potere, la mia autorevolezza mediatica.
Sicuramente preferirei essere Kanye West che un suo qualsiasi collaboratore. Immagina lavorare per uno o con uno totalmente inaffidabile, che non rispetta le date, nè le scadenze.
Vorrei essere il Kanye West incappucciato che vive al Mercedes Benz Stadium di Atlanta, a 1 milione di dollari al giorno, tanto sono miliardario, cazzo me ne frega di pagare per dormire in una stanza da carcerato. Aggirarmi come lui, come un fantasma, con le mia maschera, guardare le partite dall’alto e vedere la gente che si stupisce di questa mia presenza quasi paranormale. Tanto io sono Kanye West, ho detto di essere Dio, ho creato una mia Chiesa, tengo funzioni religiose e non sono considerato uno squilibrato o un truffatore per questo, ma un mito.
E così posso annunciare l’uscita del disco, poi non farlo uscire, farmi i cazzi miei per un anno, occuparmi della mia nuova carriera politica, poi naufragata, divorziare da mia moglie, chiudermi nel mio ranch, firmare collaborazioni con diversi brand, presenziare a sfilate ed eventi, al caso pisciare sui Grammy Awards ricevuti e fare esattamente quello che mi va di fare.
Proprio come negli ultimi due mesi. Se fossi un rapper qualunque e avessi detto “il giorno tal dei tali pubblico il mio nuovo disco”, quel giorno devo pubblicare il disco, ma io sono Kanye West. Cazzo me ne frega delle date, delle scadenze, delle piattaforme di streaming che mettono in pre order il mio disco, per non parlare dei billboards in giro per le piazze degli Stati Uniti. Io organizzo tre mega listening party, levito come Dio e se mi va il disco lo pubblico, se no, no. Al massimo gli cambio il titolo, lo cestino e quando mi gira rifaccio tutto da capo.
Tanto sono Kanye West e anche se non pubblico Donda ad agosto 2021, ma a marzo 2022, la gente lo ascolterà lo stesso, lo comprerà, nè parlerà e resterò un mito lo stesso, con le mie Yeezy che tutti vorranno, con le mie stranezze, con le mode più assurde che deciderò di lanciare.
Perché alla fine essere Kanye West è un po’ fare il cazzo che ti pare ed essere considerato un mito lo stesso.
Se poi non potessi rinascere ed essere Kanye West, andrebbe bene anche essere l’assistente di Quavo. Meno mitologico, certo, ma chi non vorrebbe guadagnare 5k al giorno?