Vivienne Westwood è e resterà sempre la regina del punk

Vivienne Westwood è morta oggi, “serenamente e circondata dalla sua famiglia, a Clapham, nel sud di Londra”.

A darne notizia sono i profili social ufficiali della stilista britannica, considerata la regina del punk.

Con le svastiche sulle T-shirt, i crocifissi capovolti e le bluse in stile camicia di forza, Vivienne Westwood, ha segnato un’epoca, ha sfidato i pregiudizi, anticipato mode e tendenze e abbracciato cause ambientaliste. Il tutto a modo suo. Con quell’anima punk e ribelle, anticonformista è incredibilmente punk.

Ma più di tutto Vivienne Westwood è colei che ha inventato lo stile punk, il movimento giovanile tradotto in musica dai Sex Pistols.

Non ci sarebbero stati i Sex Pistols senza Vivienne Westood 

La designer ha cominciato a vestire la band punk insieme al suo compagno Malcolm McLaren nel 1976 creando uno stretto legame tra la musica dei Sex Pistols e i suoi disegni.

Noi abbiamo inventato il punk” dice la stilista nel documentario Westwood. Punk, Icona, Attivista, “ma quel movimento rivoluzionario e destabilizzante non ha sovvertito l’ordine prestabilito, come si aspettava. Volevamo contrapporre la gioventù alla vecchiaia ma un mese dopo aver sfoggiato i miei capelli a punta me li sono ritrovati su un numero di Vogue. Era tutto marketing, una fonte di distrazione che permetteva alla società di credersi libera e democratica”.

Vivienne Westwood ha sempre amato prendere in giro la gente.

Memorabile la sua sfilata uomo Autunno / Inverno del gennaio del 2003 i modelli indossavano seni artificiali sotto polo e cardigan.

E sulle sue passerelle abbiamo visto cadere Naomi Campbell da tacchi-grattacielo alti quasi 30 centimetri e abbiamo salutato l’epoca post-punk dei New Romantics.

Ha anticipato le tendenze.

Molto prima dell’iconografia tanto cara a Rick Owens, nel 1975 Vivienne già produceva bottoni dalle forme falliche e tappezzava il suo negozio di King’s Road con immagini pornografiche e abbigliamento fetish. È stata tra i primi designer a parlare di moda gender fluid, molto prima che arrivassero Nicolas Ghesquière per Louis Vuitton e Alessandro Michele per Gucci.

Era il tipo che arrivava in ritardo perché doveva andare in bagno. È successo nel 2007, quando le è stato assegnato il British Fashion Awards per il suo contributo nel mondo della moda, ma lei è arrivata in ritardo alla consegna del premio perchè era in bagno.

È stata arrestata per una t-shirt.

Nei primissimi anni della sua attività a King’s Road, Vivienne Westwood ha prodotto quasi unicamente indumenti controversi, tra cui la t-shirt Destroy con la svastica indossata anche da Sid Vicious.

Nel 1975, insieme a McLaren e all’allora commesso del negozio Alan Jones, è stata processata per una maglietta che riportava il disegno di due cowboy nudi. L’accusa, in un’Inghilterra che aveva revocato l’illegalità dell’omosessualità da appena 8 anni, fu di indecenza pubblica.

Non le importava tanto dell’etichetta e neanche delle regole, tanto che si è presentata a Buckingham Palace senza mutandine per ben due volte.

La prima nel 1992 quando è stata insignita della medaglia OBE dalla regina Elisabetta, e la seconda nel 2006, quando è stata nominata dama dal principe Carlo. In quest’ultima occasione, avvicinata dalla stampa, ha semplicemente dichiarato: “Non chiedete. La risposta è la stessa: non le indosso sotto i vestiti. Quando metto i pantaloni, ogni tanto potrei avere i boxer di seta di mio marito”.

Non solo moda e stile punk e ribelle, Vivienne Westwood è sempre stata molto attiva in diverse battaglie politiche.

Dalle critiche alla Thatcher fino alle proteste anti-fracking, Vivienne Westwood ha segnato la cultura pop tanto quanto la sua moda.

Nel 2015 ha sfilato a chiusura del suo show indossando delle spille “YES” in supporto dell’indipendenza scozzese. Nel 2014 si è presentata a Downing Street per portare come regalo di Natale all’allora PM David Cameron una scatola di amianto. Alla cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi di Londra, nel 2012, ha stupito tutti srotolando un manifesto in bianco e nero che recitava “Climate Revolution” a sostegno della sua campagna di awareness sul riscaldamento globale.

Ma uno dei momenti più iconici resta il celebre video rilasciato nel 2014 dall’organizzazione PETA, in cui Vivienne parla alla telecamera della campagna per il vegetarianesimo con indosso solo una cuffietta in plastica. Ci elenca i rischi legati al consumo di carne, mentre si fa una doccia.

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