Tunnel di Simba La Rue – la recensione di Rebel

Se pensiamo a Simba La Rue non possiamo non pensare alle vicende giudiziarie di cui è stato protagonista e al fatto che si è parlato di lui più per questo che per la sua musica. Tunnel, il suo primo disco ufficiale, è uscito da pochi giorni e c’è chi lo definisce un ottimo progetto e chi uno schifo totale. Il fatto è che si pensa a Simba La Rue come a un big, quando in realtà è solo un emergente, sul quale Warner sta puntando tantissimo al punto da farlo uscire come primo progetto dell’anno e da aver messo nel disco gran parte dei big della scena nella speranza che possa dare i risultati sperati.

Questo però è il primo disco di Simba e, per quanto lo si possa spingere, si sente che è un prodotto acerbo, ruvido e non da big e ovviamente si sente anche il divario tra lui e i suoi ospiti. Sicuramente Tunnel è un disco ambizioso, interessante per certi versi, ma che fa acqua per altri.

Simba parla di quello che conosce: il carcere, la violenza, la criminalità, il disagio, il vendere droga per vivere, armi, furti, donne. Un susseguirsi di cliché, di cose sentite e risentite, raccontate anche, se vogliamo, con poco stile. E come dice Marracash, se non hai stile nel dire una cosa, non la dire. Simba ha poco stile, poco carisma, è in bilico tra il suo vissuto e l’opportunità di uscirne grazie alla musica, alla quale però, visti i risultati, o meglio, ascoltando Tunnel, non sembra essersi dedicato al 100%. Non ha uno stile sorprendente, è tecnicamente scarso, le basi non sono niente di che, è spesso e volentieri ripetitivo nei racconti e ti dà l’impressione di ascoltare più volte la stessa traccia. Sicuramente gli ospiti, Guè, Ghali, Sfera Ebbasta, Baby Gang, Boy Mass, Paky e Tedua, gli danno una mano, ma di certo non possono fare miracoli.

Quello che emerge è la rabbia di Simba La Rue, che manda a fanculo le istituzioni, i politici, lo Stato, le forze dell’ordine e persino la stampa. Emerge la realtà di un ragazzo che sembra essere condannato a un certo tipo di vita, come se non avesse via d’uscita, come intrappolato in un tunnel, ed emergono il dolore e la rabbia. Ecco questo, nonostante sia raccontato in modo grezzo, è quello che va a rappresentare i tanti ragazzi che sono nella stessa situazione di Simba La Rue, ed è una sorta di fotografia su uno spaccato della società.

In sostanza Tunnel non è niente di che, è un disco di cui ci dimenticheremo presto e che mostra le tante lacune artistiche del suo protagonista.

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