Trenches Baby di Rondodasosa – la recensione di Rebel

C’era molta attesa per Trenches Baby, il primo disco di Rondodasosa, che sulla carta, ovvero numeri e debutto alla mano, sta andando davvero forte.

Cosa ti aspettavi da Rondo prima di ascoltare il disco? È forse questa la domanda che dovremmo porci… Forse un album corto, massimo 14 tracce, molto drill, tamarro, cafone, con basi che spaccano e con tre argomenti ripetuti allo sfinimento.

Ma non è quello che abbiamo trovato in Trenches Baby, o almeno non solo. Rondo ha voluto sperimentare, forse troppo e forse esagerando, mettersi a cantare con degli acuti fin troppo striduli e con argomenti love scritti in modo troppo basico e acerbo.

Il risultato? 17 tracce che ti fanno dire “ok qui ha spaccato”, come in Tokyo e in Sin Cara dove lo sentiamo su un inaspettatissimo boom bap, e altre dove pensi “no ti prego”.

Ci sono quindi tracce in cui spacca davvero, altre in cui spacca qualcos’altro.

Il problema è che se uno sperimenta, allora si dice che non sa che pesci prendere, se non lo fa, fa sempre il solito. Però alla base, per sperimentare, ci deve essere una tecnica perfetta, che qui manca.

Rondo ha voluto farci vedere che c’è dell’altro oltre a quello che ci ha fatto sentire finora, che può avere diverse sfaccettature, peccato che a livello tecnico, stilistico e di scrittura sia ancora troppo acerbo per le cosiddette altre sfaccettature. Non sa cantare, non bene almeno, e i troppi acuti striduli lo dimostrano. Al contrario sa stare bene su una base boom bap, che avrebbe potuto essere considerata lontana anni luce da lui e nei pezzi più drill e crudi è perfetto ed è anche migliorato parecchio rispetto all’inizio.

Il primo disco è sempre una grande incognita ed è normale che un artista voglia mettere sul piatto tutto quello che sa fare, o che crede di saper fare. È anche normale, per un artista giovane come Rondo, voler fare di più e cercare la propria strada e la propria cifra stilistica.

Trenches Baby è un disco discreto. Non un capolavoro, non un disco che rappresenta Rondo a 360 gradi, ma un album per certi versi acerbo e di crescita. Si percepisce che Rondo in quello che sa fare meglio è migliorato, così come si percepisce che forse certi esperimenti, come le sonorità più pop o rnb non siano nelle sue corde. Avrà tempo di trovare la sua strada e capire su cosa lavorare e cosa sa fare meglio.

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