Ti sei rotto della solita trap criminale? Ascolta Rebel di Naska

Naska è nato nel ‘97, proprio negli anni in cui il pop punk andava fortissimo. Spopolavano artisti come i Blink 182, i Green Day, i Simple Plan, Avril Lavigne, i Sum 41. E si sente eccome l’influenza di tutta questa corrente in Rebel, il suo primo disco.

Qui non c’è rap, non c’è trap e non c’è drill. Questo è pop punk. E basta.

E devo dire che Naska è uno degli artisti italiani che riesce a portare alta la bandiera del pop punk in Italia e lo fa in modo credibile, non artefatto, con pochi fronzoli, ma molta attitudine, perché per essere pop punk non devi necessariamente avere i capelli fluo. È un’attitudine, un modo di essere, è ribellione, è l’energia che ti fa venire la voglia di spaccare tutto, di divertirti, di essere controcorrente, di dire ad alta voce che qualcosa non ti piace senza avere paura di farlo, ma anche quell’atteggiamento fancazzista, della serie non me ne frega un cazzo.

In Rebel ci sono tante influenze del genere anche in senso decisamente più ampio. C’è chi ascoltandolo ricorda il periodo di J-Ax in brani come Domani Smetto, chi sente in Horror un chiaro riferimento a Reason degli Hobastank, chi percepisce in Polly l’omaggio a Polly dei Nirvana con tanto di citazione al crecker e chi ci sente dentro tanto i Blink 182 quanto Machine Gun Kelly.

C’è l’energia, l’incazzatura tipica del suono punk, il fancazzismo, quella cosa di dire fai quel cazzo che ti pare, ribellati, osa, rischia. Ci sono argomenti a volte frivoli e tipicamente teen e a volte profondi. Con ironia, spesso dissacrante lucidità e tenerezza, Naska parla di cose normali, comuni, di vita quotidiana. Di quelle cose che fai ma che mamma non deve sapere, di un amore finito, ma anche di sentimenti reali e profondi come fa nella title track.

Naska è quel tipo che riesce ad essere “normale” solo 4 giorni su 7, perché gli altri due fa proprio schifo, nel senso che si concede parecchi eccessi, ma senza questi eccessi non ci sarebbe tutto il resto. E così si passa da brani come Punkabbestia, Mamma non mi parla, Fare schifo e 7 su 7, a brani decisamente più intimi e profondi come Rebel e Polly. Tra paradossi, luci e ombre, contraddizioni e tenerezza.

Nella scrittura Naska ha un liricismo che per certi versi ricorda il rap, ma il sound del disco è un completo omaggio al pop punk di fine anni ‘90 inizio 2000, e questo dualismo ci riporta alla musica di Lil Peep e di Machine Gun Kelly.

Rebel è un disco leggero, fresco, energico, divertente, per certi versi teen, ma con una scrittura e dei messaggi non frivoli. Ti diverte, ti dà la carica, ma riesce anche a farti pensare.

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