tha Supreme: creare un’immagine senza immagine

Hai presente gli Hikikomori? Quel fenomeno giapponese, importato da tutti gli stati occidentali, che indica quei giovani che decidono di ritirarsi a vita privata, di non competere con la società e di chiudersi in casa con la sola compagnia del web e dei videogiochi?

 

Non sto dicendo che tha Supreme sia un Hokikomori, sia chiaro, ma creato la sua immagine senza un’immagine. Di lui sappiamo ben poco, a parte nome di battesimo, Davide Mattei, che è nato nel 2001 e sporadicamente abbiamo visto la sua immagine. Ma tutti conosciamo il suo Avatar.

 

 

WhatsApp-Image-2019-07-08-at-17.25.17.jpeg

 

 

Questo mi fa venire in mente un altro personaggio che recentemente ha deciso di nascondere il suo volto: Junior Cally. Era quello con la maschera, quasi come se fosse un supereroe dei fumetti. tha Supreme è un Avatar. Uno senza immagine ma con un’immagine forte. Talmente forte che il suo album di debutto è il secondo più streammato nella storia della musica italiana. Si è infatti collocato dietro al Machete Mixtape 4, in cui tra l’altro compare con ben tre contributi. Sarà un caso? È un caso che il singolo più ascoltato di Persona di Marracash sia proprio quello che vanta la partecipazione di tha Supreme?

 

 

 

 

Tornando all’immagine, l’Avatar di tha Supreme è tha Supreme stesso. È il volto di un progetto, che sembra essere figlio di milioni di menti, che l’hanno studiato e creato a tavolino e che invece esce tutto dalle dita di un 18enne. Lui, nella sua camera, ha creato un’immagine, un suono, un modo di cantare e li ha messi insieme, e l’ha fatto senza confrontarsi con il mondo e mostrarsi ad esso, ma di fatto è riuscito ad essere innovativo, a differenza di tanti ragazzi che come lui “ci provano”. Da qui nasce lo pseudo paragone con gli Hikikomori, perché tha Supreme ha deciso di non mostrarsi, di mandare avanti il suo Avatar, di giocare a modo suo e con le sue regole e di vincere in un certo senso, perché 23 6451, al di là dei risultati ottenuti, ha fatto discutere. Ha diviso.

 

Da una parte c’è chi dice che sia un genio e dall’altra chi sostiene non abbia talento. Sicuramente ha cervello e idee. Il disco non è un capolavoro, spesso e volentieri non si capisce cosa dice, le parole si perdono, anche con un urla stonate. È grezzo, confuso, confusionario, ma allegro ed è riuscito nel suo intento: dividere

 

 

 

 

L’elemento di rottura è dato anche dal fatto che tha Supreme sia un one man band. Fa tutto da solo. Il disco è stato ideato, scritto, prodotto e mixato da lui, così come lui ha creato la sua immagine. Questo si discosta molto dall’idea della gang tipica del rap. 

Non solo, tha Supreme non si mostra, non fa interviste, non va in radio, non ha per ora un tour, né un instore tour. Di lui e per lui parla la sua musica collegata nell’immaginario a un avatar. Altro elemento di rottura rispetto alla sovraesposizione di molti artisti rap.

 

Ora, la rottura c’è stata, bisogna vedere cosa gli riserverà il futuro. La storia della musica e non insegna che gridare al miracolo e osannare un artista alle prime esperienze ed exploit, non sempre porta bene. Sicuramente tha Supreme ha messo le basi, ha portato qualcosa di diverso, dall’immagine al suono, ma la sua strada è ancora lunga, deve migliorarsi, affinare le sue doti artistiche e magari ricordarci un po’ di meno lo Young Thug del 2015.

 

 

Lascia un commento