Sirio di Lazza è il disco dell’anno?

È uscito da pochi giorni Sirio, il terzo disco di Lazza, e già c’è chi dice che è il disco dell’anno. Oddio, siamo solo ad aprile e in 4 mesi di album ne sono già usciti parecchi. Il vero lusso non è quello di sentir dire “è il disco dell’anno” quando un album è appena uscito, ma arrivare al 31 dicembre senza dire “ah è vero è uscito anche quello”.

Perché la musica è rapida, rapidissima. Le uscite sono sempre tante, forse troppe, e poi alla fine sono pochi i dischi che ti entrano dentro e che continui ad ascoltare nonostante i ricicli continui. E credo che Sirio sia uno di questi. È un disco di cui non puoi dimenticarti. Come gli altri di Lazza. Non a caso, quando è uscito Sirio, Re Mida era ancora in top 100 e sono passati 3 anni dalla sua pubblicazione.

In Sirio c’è Lazza. Il suo stile, il suo modo di fare musica, la sua scrittura, l’uso spesso esagerato dell’autotune, che a volte ti fa pensare “ma non ne hai bisogno, anche meno, dai”, però è e resta uno dei suoi marchi di fabbrica. Lazza può piacere o meno, non è uno di quegli artisti che piace sempre o a prescindere, ma è uno dei pochi di cui non puoi fare a meno di apprezzare il talento e la capacità.

Sicuramente rispetto ai dischi precedenti, in Sirio Lazza risulta più maturo, più intimo. Resta la componente egocentrica, ma con una chiave di lettura più semplice e diretta, semplicemente Lazza dice di essere meglio di voi e vi spiega il perché.

Ma c’è anche una parte carica di bad vibes ed estremamente introspettiva.

Cerco me stesso, però non mi trovo

Ero l’ultimo della classe, il primo in corridoio

Io vorrei sapere solo che effetto ti fa

Quando mi guardi dentro e dopo trovi il vuoto

Scusa se sono freddo come un obitorio

Ma da un po’ di tempo non faccio sogni d’oro

Dice Lazza in Sogni D’Oro, forse il brano migliore dell’intero progetto.

Lui è in grado di calibrare quella sana strafottenza e arroganza a un’intimità disarmante, che davvero ti tocca dentro.

E così nel disco si alternano hit istantanee, come Topboy con Noyz Narcos, Piove con Sfera Ebbasta, Molotov e Panico a brani di tutt’altro spessore e mood. Brani che magari necessitano più di un paio di ascolti per essere capiti e assimilati, ma nei quali emerge il lato più debole (in senso buono ovviamente) di Lazza, quello intimo, con le sue fragilità e insicurezze. Come Uscito di Galera, dove dice “Tu mi vorresti innamorato perso, io penso che da innamorato ho perso”, ma anche come Replay e Ouv3rture.

Dal punto di vista sonoro, Sirio suona internazionale a tutti gli effetti. E a proposito di internazionalità, se devo essere onesta, nonostante Tory Lanez e French Montana abbiano fatto due strofe di altissimo livello, Lazza avrebbe spaccato ugualmente in entrambi i pezzi anche da solo. Danno sicuramente un valore aggiunto, ma, a differenza di tanti colleghi che si avvalgono di feat esteri, qui la forza dei brani è data più dalla presenza di Lazza che dalla loro.

“Lazza si è messo a fare pop” ho letto in alcuni commenti sui social. Sirio è un disco pop? Se per pop intendi comprensibile e apprezzabile da molti e non solo dai più accaniti fan di rap italiano che sono rimasti al boom bap, allora sì. Anche se poi pop non vuol dire granché. Sirio è vario dal punto di vista sonoro, stilistico e di tematiche ed emerge chiaramente l’urgenza di Lazza di andare oltre la capacità di saper fare rap, dando prova della sua crescita artistica senza limiti.

Ecco, a dirla tutta, forse avrebbe potuto evitare quelle due tracce simil reggaeton, mi riferisco a Cinema e Senza Rumore, perché per certi versi hanno abbassato un po’ il livello del disco, ma ho apprezzato il volersi mettere in gioco anche al di fuori della sua zona di comfort ed esplorare altri suoni.

Quindi Sirio è il disco dell’anno?

Sicuramente Lazza ha messo sul tavolo tutte le sue skills artistiche. Sirio è una dichiarazione di intenti forte, è come se Lazza dicesse “guarda che ora tra i big ci sono anche io” ed è vero, è diventata una garanzia ormai nel panorama rap italiano. E sicuramente è un disco che diventerà un punto di riferimento che l’intera scena non potrà esimersi dal prendere in considerazione nei prossimi mesi, ma nonostante Lazza abbia dimostrato di avere un talento unico, ha ancora strada da fare. Sirio non sarà IL disco dell’anno, ma uno dei dischi del 2022 di cui sicuramente nessuno si dimenticherà. E un metro di paragone per i suoi album futuri.

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