Sbattersene il ca**o
Il segreto della felicità

C’è un segreto per vivere felici e contenti e il segreto è sbattersene il ca**o, anche se al quadretto che avevi in mente per completare l’opera mancano dei pezzi. Prima impari che la vita non ti dà sempre quello che vuoi, prima riesci a stare bene. Prima riesci a non prendertela per tutto, prima ti passa l’ansia.

Se non hai ansia non sei frustrato, se non sei frustrato non ti arrabbi, se non ti arrabbi non scleri e se non scleri sei in pace con te stesso e hai il quadretto di partenza.

La regola su come vivere felici anche in mezzo ai fallimenti arriva da Mark Manson e dal suo libro “La sottile arte di fare quello che cazzo ti pare”. che in inglese in realtà si intitola “The subtle art of not giving a fuck”. Quindi in teoria il vero segreto per essere felici è sbattersene il ca**o, fregarsene. Non di tutto e di tutti, ovvio, ma bisogna darsi una scaletta. Non puoi arrabbiarti perchè piove, non trovi il parcheggio, non ti prendono il buono sconto, non ti danno la promozione, non hai successo solo battendo le mani come invece accade ad altri milioni di persone. Non le devi neanche guardare quelle persone, questo ti dice quel drago di Mark Manson.

Se guardi i successi degli altri vedi quello che ti manca, se vedi quello che ti manca ti sale l’ansia, se hai l’ansia ti assale il senso di frustrazione, se ti senti frustrato apri il frigo e mangi o apri la birra e bevi o prendi gli psicofarmaci o i funghi allucinogeni, fatto sta che fai qualcosa di sbagliato e, indovina? Diventi ancora più insicuro, e poi ti arrabbi con te stesso perchè essere sempre arrabbiato ti fa sentire come una persona cattiva e meschina e questo ti fa infuriare ancora di più.

Si chiama Ciclo di risposta infernale, e appena ti distrai ci finisci dentro e ti manda in pappa il cervello. Non è colpa nostra, è un errore che la società stessa ci porta a fare. E’ la spinta. Sii il migliore, il più popolare, il più produttivo, il più invidiato, il più ricco, il più attraente, il più ammirato. Sii perfetto, formidabile, poi esci e vai a fare il tuo lavoro ultra gratificante che finirà per salvare anche il mondo. Questa è la spinta di cui parla il libro, che poi è lo stesso concetto cantato da Marracash e Gue Pequeno in “Nulla accade”: ogni giorno nella City c’è uno schema che ti butta giù.

Se ci fai caso, scrive Manson, tutte le pubblicità spingono su quello che non hai. Quindi mettono in luce quello che già vivi come privazione. In questo senso il fallimento è un valore. Se smetti di provare stai meglio.

Continuare a rapportarsi agli altri inseguendo qualcosa che non riesci ad avere è il miglior modo per non ottenerlo, è il miglior modo per stare male. Calmati amigo. E’ normale sbagliare, anche se il sistema “oddio la tua vita è più figa della mia” ti porta a credere che non lo sia. Paura, rabbia, senso di colpa fanno parte degli esseri umani non vanno presi come sconfitte. Altrimenti stai male perchè stai male, hai l’ansia perchè sei ansioso, ti arrabbi perchè sei arrabbiato e ti ritrovi sempre a chiederticosa c’è che non va in te. Niente, è solo che te la prendi troppo per tutto.

Per questo è cosi importante iniziare a sbattersene. Per non sentirsi perseguitati dal destino.

Desiderare un’esperienza positiva è di per sè un’esperienza negativa. E accettare un’esperienza negativa è di per sè un’esperienza positiva. Questo è il paradigma di Manson. Che pure lui come tutti ogni tanto scivola, come quando nel libro addossa troppe frustrazioni a una 70enne che se la prende per un buono sconto da 30 centesimi, ma è il succo che conta. Devi vedere tutto con un certo distacco e smetterla di chiederti cosa vorresti per essere felice. L’unico modo per conquistare le cose è scendere a patti con il negativo. E imparare a darsi una scaletta, scegliere per cosa impegnarsi e per cosa no. Ma bisogna farlo perchè sbattersi sempre per tutto è tutti “è una malattia e ti divorerà vivo”. Senza contare che la maggior parte dei problemi sono inventati dal cervello per tenersi impegnato, soprattutto da quello di chi non ha questioni realmente gravi da affrontare. E infatti questo libro non promette di raggiungere la grandezza, ma insegna a maneggiare l’insuccesso, a far pace con la propria sofferenza. Ti dice: scegli qual è il tuo dolore e lotta per quello. Tanto qualunque cosa desideri, il lavoro più bello del mondo, il fisico perfetto, la donna o l’uomo dei tuoi sogni, tutto ha un prezzo da pagare, coi sacrifici. E’ quella la domanda che ti devi fare: che dolore sono disposto a sopportare. Quando hai la riposta, datti da fare solo in quella direzione.

Il resto lascialo indietro, non andrai sulla luna, non conquisterai il mondo, non diventerai una rockstar, ma non ti verrà neanche il fegato marcio svegliandoti ogni giorno pensando di voler raggiungere un traguardo e andando a letto la sera crucciandoti per non averlo centrato.

A volte quello che vuoi non è neanche come te lo immagini, quindi in realtà stai male per niente, perchè fissi solo il lato bello e non ragioni sui sacrifici che dovresti fare per raggiungere e mantenere l’obiettivo. L’appagamento totale non esiste, siamo programmati per voler sempre di più, per questo conviene volere di meno in partenza.

Del resto ognuno si definisce per lo sforzo che fa, se hai il fisico è perchè ti piace vivere in palestra e mangiare poco di conseguenza. E inutile invidiare qualcuno che ha qualcosa che tu non hai. Perchè tu in realtà non vuoi scegliere lo stesso tipo di dolore che ha permesso ai palestrati di arrivare lì. Quindi fregatene, e guarda altrove.

E questa è la morale. Se pensi di volere tutto e insegui tutti ti perdi. Magari all’inizio sei pure contento, ma poi alla fine questa libertà ti frega perchè, dice Manson, se fai troppi viaggi, cambi troppi ragazzi/e, cambi troppi lavori, bevi troppe sere, dopo diventa tutto uguale e non ti dà più gioia. Invece se ti impegni su poche cose, togli tutta l’angoscia che avere troppe alternative genera. E ottieni l’appagamento che cercavi in partenza. Quindi hai più fiducia in te stesso e in chi ti sta a fianco perchè non è qualcosa di occasionale, è qualcosa o qualcuno sul quale hai costruito e sul quale hai basato un dialogo vero che può arrivare anche al conflitto, ok, ma solo perchè non è viziato da false facciate.

E se non sei ancora in grado di capire tutti questi ragionamenti vuol dire che sei troppo giovane, ma se impari a fidarti di chi non è lo più, impari a fregartene veramente di quello che non conta e a lottare per quello che vuoi davvero. E nel frattempo, magari, puoi leggere anche il libro.

ANNA SAVINI

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