Sanremo 2022, la pagella di Rebel delle cover

Quella delle cover è da sempre la serata più scialla del Festival di Sanremo, che si trasforma in una sorta di talent show dove i cantanti in gara si esibiscono con brani di altri. Ma anche un po’ balera. Perché se le canzoni in gara non le conosciamo ancora tutte a memoria, chi non conosce Sei Bellissima, Ragazzo Fortunato o Il Cielo in una Stanza?

La serata è stata comunque lunga. Ma siamo a Sanremo quindi questa è una costante.

Per le cover sono stati scelti brani che vanno dagli ‘60 ai ‘90. A volte abilmente interpretati, altre stuprati, e altre ancora si può dare di più.

9 A GIANNI MORANDI E JOVANOTTI. Hanno vinto la serata delle cover e se lo sono più che meritati. Del resto hanno giocato facile con un madley di 4 canzoni, due di Gianni e due di Jova. E proprio su Penso Positivo e Ragazzo Fortunato il pubblico è letteralmente impazzito. C’è chi dice che Morandi ha vinto grazie alla presenza di Jovanotti, io dico che in parte può anche essere, ma sticazzi, sono due grandi della musica italiana e hanno regalato un momento tutto da ballare e cantare.

3 A YUMAN E RITA MARCULLI. Yuman decide di cantare My Way di Frank Sinatra. Canzone che lo stesso Sinatra non voleva neanche incidere e se avesse saputo che uno Yuman qualunque 53 anni dopo l’avrebbe letteralmente presa e buttata nel tritarifiuti, forse non l’avrebbe davvero incisa.

4 A EMMA E FRANCESCA MICHIELIN. Hanno deciso di cantare Baby One More Time dì Britney Spears, ma di Britney non hanno niente. “It’s Britney Bitch”, lo dice anche Emma alla fine, e appunto è Britney e loro pensano di cantare Witney Huston. Si sono prese troppo sul serio con le loro voci perfette, i cambi di voce di Emma che ogni tanto sembrava essere posseduta e quel pseudo balletto alla torre di Pisa. Davvero penoso il tutto.

6 A SANGIOVANNI E FIORELLA MANNOIA. Cantano A Muso Duro di Pierangelo Bertoli e Sangiovanni, complice forse anche la scuola di Amici, ne dà un’ottima interpretazione. Il problema è con la Mannoia erano completamente slegati e scoordinati. L’idea è buona, ma si poteva fare meglio.

8 AD ACHILLE LAURO E LOREDANA BERTÈ.

Cantano Sei Bellissima e anche se nessuno dei due riesce a raggiungere le note e l’estensione vocale del brano originale della Bertè, ci regalano un’ottima interpretazione, carica di emozioni e sono in perfetta sinergia tra loro. Sul finale Lauro decide di regalare alla Bertè un mazzo di rose rosse accompagnato da una lettera nella quale riscrive il testo di Sei Bellissima e porge le sue scuse a tutte le donne a nome di tutti gli uomini. “Che strano uomo sono io, incapace di chiedere scusa, perché confonde il perdono con la vergogna. Che strano uomo sono io, che ti chiama pagliaccio perché pensa di dover combattere ciò che non riesce a raggiungere. Che strano uomo sono io, capace solo di dire ‘sei bellissima’ Perché ancora ha paura di riconoscere il tuo valore. Stasera, ‘per i tuoi occhi ancora’, chiedo scusa e vado via”.

6 A DARGEN D’AMICO. Canta La Bambola di Patty Pravo. A modo suo. Con il solito scazzo di chi è su quel palco perché passava di lì per caso, con un mood dance e una strofa completamente riscritta e quasi rappata da lui. Ci vuole coraggio, ma Dargen ne ha da vendere.

5 A NOEMI. Canta You Make Me Feel Like A Natural Woman di Aretha Franklin e nonostante lei abbia una voce stupenda, il risultato è un mezzo pasticcio. Voleva strafare, senza pensare che è a Sanremo e non in gara a X Factor.

7 A ELISA. Canta What a Feeling dal celebre film Flashdance accompagnata dalla ballerina Elena D’Amario e riesce a interpretare la canzone senza snaturarla, nè scimmiottare l’originale. Sembra facile, ma non lo è.

7 AD RKOMI E CALIBRO 35. Cantano Vasco. Fegato, fegato spappolato, Deviazioni, e Cosa succede in città. Tralasciando Rkomi a torso nudo e Rkomi che fa le flessioni con Amadeus, questo sembra quasi essere il suo mondo ideale, anche se mi chiedo ancora perché voglia fare la rockstar a tutti i costi quando il rap gli riesce diecimila volte meglio. L’unica pecca è che i Calibro 35 sono un treno e Rkomi sembra correre e arrancare per riuscire a salirci sopra.

9 A MAHMOOD E BLANCO. Cantano Il cielo in una stanza di Gino Paoli e il risultato è che non ne sbagliano una. Anche se non dovessero vincere hanno vinto comunque. La canzone non è semplice, ma loro l’hanno fatta propria, omaggiandola e stravolgendola al punto giusto.

4 AD ANA MENA E ROCCO HUNT. Ana Mena porta Rocco, con il quale da due anni ci regala i tormentoni estivi, ma più che un tormentone il madley composto da Il mondo di Jimmy Fontana, Figli delle stelle di Alan Sorrenti, Se mi lasci non vale di Julio Iglesias, sono un tormento.

5 A MATTEO ROMANO E MALIKA AYANE. Cantano Your Song di Elton John. Ci provano. Matteo Romano ci prova come il concorrente di un talent che improvvisamente si ritrova a cantare con un professionista.

6 A IRAMA E GIANLUCA GRIGNANI. Cantano La mia storia tra le dita di Grignani, che la butta in caciara, l’esibizione è piacevole, la canzone sicuramente lo è, ma ognuno va i per i cazzi suoi, come due che escono insieme e fanno finta di non conoscersi quando sono in mezzo alla gente.

6 A RETTORE E DITONELLAPIAGA. Cantano Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli e lo fanno bene, senza aggiungere nè togliere niente al brano originale.

7 A IVA ZANICCHI. Canta e rende omaggio a Canzone di Milva con una voce unica che non ha bisogno di commento alcuno. Certo, il brano è decisamente vintage, ma Iva è Iva e le riesce benissimo.

8 A LA RAPPRESENTANTE DI LISTA CON COSMO, MARGHERITA VICARIO E GINEVRA. Cantano, riadattano e portano in chiave un po’ retro e un po’ moderna Be My Baby di Ronettes. Il risultato è luminoso come il look psichedelico sfoggiato da Veronica.

6 A MASSIMO RANIERI E NEK. Cantano uno dei brani meno conosciuti di Pino Daniele, Anna Verrà, ma nonostante le loro voci siano impeccabili, l’esibizione convince solo in parte.

4 A MICHELE BRAVI. Canta Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi di Lucio Battisti e già Battisti non è per tutti. Michele ci mette troppo pathos, troppe smorfie, troppa sofferenza, troppo di tutto con quella voce finta rotta dal voler creare intensità a un brano che è già perfetto di suo.

7 AD AKA7EVEN E ARISA. Cantano Cambiare di Alex Baroni, un grande classico che forse non ti aspetti da un ragazzo così giovane e lo fanno bene. Arisa ha una voce pazzesca e Aka7even riesce a starle bene dietro, nonostante qualche sbavatura e imperfezione hanno reso un degno omaggio a Baroni.

5 A GIUSY FERRERI E ANDY DEI BLUVERTIGO. Cantano Io vivrò senza te di Lucio Battisti e tutto è perfetto, l’arrangiamento, l’orchestra, la voce, che però alla fine tradisce Giusy che vuole strafare senza esserne all’altezza. A volte bisognerebbe dare retta a Coco Chanel quando diceva less is more.

6 A TANANAI E ROSA CHEMICAL. Cantano A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà. La prendono, la stravolgono, le aggiungono una strofa e la portano nel 2022. In molti non hanno apprezzato, forse hanno osato troppo, ma in questa veste trasgressiva e provocatoria stavano bene.

6 A HIGHSNOB, HU E MR RAIN. Cantano Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco. Nessuno di loro è vocalmente parlando in grado di affrontare un brano del genere, nè di stare dietro all’arrangiamento dell’orchestra, ci provano tra alti e bassi, con Mr Rain che ci aggiunge una parte rappata neanche particolarmente bene. Avrei preferito sentire Mike rappare, ma per l’occasione ha deciso di diventare un cantante coprendosi anche i tatuaggi sul volto. Loro ci credono e alla fine l’emozione arriva tutta. È solo questo che conta.

4 A FABRIZIO MORO. Canta Uomini soli dei Pooh. Canta bene per carità ma è sempre la solita roba. Vecchia, noiosa, obsoleta.

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