Salmo ha fatto il ca••o che gli pare a Sanremo

Sono anni ormai che i rapper vanno al Festival di Sanremo, chi in gara, chi come ospite nella serata dei duetti. E sono anni che la direzione artistica corteggia Salmo per averlo come ospite.

Lui dapprima ha rifiutato, poi accettato, poi declinato l’invito e finalmente quest’anno ha detto sì. Forse perché non era proprio sul palco dell’Ariston, ma collegato dalla Costa Smeralda, e forse per vedere cosa vuol dire portare il rap a Sanremo.

E non vuol dire addolcire la musica e renderla adatta al pubblico di Rai1, ma essere se stessi.

Ed è quello che ha fatto Salmo.

In collegamento, a bordo di una nave, il rapper sardo si presenta su un palco con davanti una piscina, in t-shirt oversize, pantaloncini corti, calze, ciabatte e occhiali da sole. Intorno a lui tanta gente, gente normale, quella che ascolta rap, quella che vediamo nei club e ai suoi concerti, con tanto di ragazze in bikini. E lui sceglie di cantare 2 brani non casuali del suo repertorio.

Avrebbe potuto optare per canzoni più soft, come L’Alba, Kumite, Lunedì, ma sceglie Russel Crowe del 2013 e 90 Min del 2018.

Russel Crowe che contiene la frase “se hai talento nel canto non c’andare a Sanremo”, la stessa frase per la quale in molti l’hanno criticato per aver accettato di partecipare al Festival. Una frase cantata in diretta e in collegamento con Sanremo.

E poi sceglie 90 Min del 2018, ricca di critica, ironia e frecciatine all’Italia. E conclude la sua performance come avrebbe fatto a un suo live, con un tuffo in piscina.

Salmo ha portato Salmo al Festival di Sanremo. Ha portato quel rap che li non c’è mai stato, e ha fatto esattamente il cazzo che voleva.

E che gli vuoi dire? 90 minuti di applausi per Salmo!

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