Salmo contro le piattaforme di streaming e i social “non c’è più libertà di espressione”
Salmo è stufo. In questi giorni è uscito il nuovo singolo di Mace, Non mi riconosco, che lo vede protagonista con centomilacarie. Bene, Salmo ha provato a condividere la canzone su Instagram e puntualmente gli viene bloccato il contenuto. Già è assurdo che un artista non possa pubblicare una propria canzone o video sui social, perché il contenuto è di proprietà dell’etichetta discografica di riferimento e l’artista non viene minimamente riconosciuto, ma come sappiamo non è la prima volta che accade o che un artista lo fa notare. Il discorso di Salmo è più ampio. Parla di come le piattaforme di streaming non paghino a sufficienza gli artisti e di come, sia nelle canzoni che sui social non si possa esprimere un pensiero in totale libertà e che questo ovviamente mina la libertà di espressione, che a mio modesto avviso è praticamente nulla.
Queste le parole di Salmo: “Già la musica è quasi completamente gratis, perché dovete sapere che le piattaforme di streaming ci pagano un cazzo. Non ci danno niente. Però non posso neanche postare su Instagram le canzoni che ho fatto, che abbiamo fatto, per più di 29 secondi. Non si sa il perché. Se tu lo posti per 30 secondi ti buttano giù la canzone. Ma la canzone l’ho fatta io. Neanche se ti mettono in whitelist, ma non più di 29 secondi. Devi stare attento a quello che dici nelle canzoni, alle foto che posti, ai video che fai, se no te lo bloccano. L’arte allora è da buttare, non c’è più libera espressione”.
Salmo passa poi a parlare di come sui social alcuni argomenti vengano censurati:
“Se avete notato non si può neanche dire cosa succede in Palestina se no Zuckerberg blocca tutto. Stiamo vivendo un periodo assurdo e nessuno dice o fa niente”.