Rebel Mag consiglia: la musica sincera, sperimentale ed energica di Kayler
Ho scoperto Kayler tramite il passaparola di un’amica, pensavo fosse l’ennesimo trapperino con i capelli colorati che prova a emergere con una musica omologata, totalmente priva di contenuti e piatta. Ho ascoltato i singoli che ha pubblicato da un anno a questa parte e ne sono rimasta talmente colpita da contattarlo immediatamente e chiedergli la possibilità di fargli qualche domanda.
Flavio Laloni, in arte Kayler, è un rapper romano classe 1997. Ha iniziato a fare rap da adolescente e a condividere le sue canzoni su Youtube e Facebook con lo pseudonimo di Rayd e, nel 2012, a soli 15 anni, raggiunge un buon seguito. Passata un’infanzia né agiata né semplice, Kayler vede nella musica la sua strada per realizzarsi e nel successo “l’unico modo di essere normale, la via d’uscita da un vuoto perenne che sentivo dentro di me”.
A febbraio 2019 pubblica, SPORCO DINERO con Boston George, il suo primo singolo a uscire sui digital store, che entra nella Spotify Viral50 Italia.
Tre mesi dopo arriva ROCK & ROLL con Dat Boi Dee, che entra sia nella Viral50 che in Raptopia e i brani Bla Bla Bla, C’ERA UNA VOLTA e FELICI E CONTENTI, che entrano anch’essi nelle playlist editoriali di Spotify Italia.
In soli due anni e da indipendente, Kayler è riuscito a farsi conoscere e a raggiungere ottimi numeri.
Quello che colpisce ascoltando la sua musica è un approccio diverso da quello che siamo soliti ascoltare e una non omologazione alle mode e ai trend del momento. Kayler mischia rabbia, rime, energia e melodie in un modo che colpisce e cattura senza tralasciare il famoso messaggio di cui si parla tanto.
Il suo ultimo singolo, uscito il 15 maggio, è AUTOPILOTA e ascoltando la sua musica ho notato una crescita stilistica e un upgrade notevole che dimostra il lavoro artistico che sta facendo e una certa versatilità pur mantenendo ben saldo il suo marchio stilistico.
Ho letto che hai iniziato a fare rap molto giovane, già a 15 anni avevi un buon seguito, com’è nata questa passione per il rap?
“Sì, ho iniziato presto e questo è un bene, la passione per il rap è nata appena l’ho scoperto, prima avevo la passione per la musica in generale. A 10 anni ho scritto il mio primo testo e ricordo che lo cantavo dentro casa ai miei genitori. A 12/13 anni, a casa di un amico, ci siamo messi a fare le prime robe più che amatoriali e a 14 anni abbiamo iniziato a frequentare gli studi di registrazione, il mio nome era Rayd all’epoca, qualcuno mi ricorda ancora così. E il resto sarà storia”.
Quali sono le tue influenze musicali?
“Il primo rapper che ho ascoltato e stato Kanye West con “Stronger”: tornavo dalla casa in campagna di mio cugino, avrò avuto si e no 9 anni e ho ascoltato per due ora solo quella. Assurdo. Invece a 8 anni avevo scoperto Fibra che mi aveva davvero colpito con “Che cazzata”. Quando ero piccolo, a 11 anni, ascoltavo Diluvio, che a Roma andava forte e poi più avanti, tramite collaboratori in comune, sono venuto a scoprire che anche lui mi pompava, il che è stato figo, ma il primo rapper con cui mi sono chiuso veramente è stato Emis Killa, in qualche modo ero felice di somigliare a lui liricamente, all’inizio, poi ho imparato tanto crescendo”.
Nel tuo ultimo singolo, Autopilota, passi da parti melodiche a raffiche di rime dirette, è un dualismo che rispecchia anche la tua personalità?
“Assolutamente, a volte me ne stupisco anche io, certe volte sono affettuoso con tutti altre volte penso che il mondo è stato proprio progettato male. Questo lato del mio carattere è un’arma a doppio taglio”.
Nel singolo guardi al futuro, come te lo immagini?
“Sono convinto che, se tutti ci impegniamo a portare il nostro valore nel mondo, ci aspetta un futuro radioso, ma ricollegandomi alla domanda precedente, a volte vedo cose che mi fanno pensare che non ci sia speranza per la comunità e uno deve realizzarsi in quanto individuo pensando ai cazzi propri e in questo momento, con la crisi globale che stiamo affrontando, spesso inciampo su questi pensieri. Nel video di “Autopilota” ho praticamente profetizzato l’arrivo degli alieni sulla Terra, ovviamente poi ognuno avrà la sua interpretazione di ciò che vede. Anche questa pandemia si dice sia stata profetizzata…”
Nella tua musica emerge un senso di rivalsa e rabbia, cosa ti fa arrabbiare?
“Purtroppo riconosco e accetto di non aver avuto un’infanzia facile, forse la rabbia deriva da quello. Ma sto imparando a dosarla e sfruttarla nel modo giusto. Sarò in pace quando avrò realizzato la mia missione”.
Quale singolo consiglieresti di ascoltare a una persona che non ti conosce?
“Intendi quale dei miei singoli? Non saprei dipende dalla persona, a occhio e croce ti direi… TUTTI”.
Se dovessi definire la tua musica con tre aggettivi, quali useresti?
“Sincera- Sperimentale – Energica”.
https://www.instagram.com/p/B4ccTDlKjPJ/?igshid=6tqdmmwpstgy