Rapture: Da Nas a Marracash
La personalità é quello che distingue un rapper da un altro
Dalla sua Barona Marracash incontra Netflix e racconta del legame con il proprio quartiere e dei valori che da sempre si porta dentro ‘Represent’ e ‘Keep it real’ e che ritiene ancora attuali. “Quando fai questa musica devi rappresentare delle persone, nel mio caso io cerco di rappresentare il mio quartiere e la gente come me che viene da un certo ceto sociale, puoi rappresentare chi vuoi, ma devi farti porta voce di qualcosa. E Keep it real, essere fedele a te stesso“.
In questa interessante intervista, Marra spiega anche il ruolo del dissing nel rap
“Io ho avuto delle piccole scaramucce, che sono più che altro dei dissing psicologici, molto nel mio stile, delle frecciate. Però penso che un dissing possa funzionare bene solamente se fatto tra due persone che sono sostanzialmente alla pari. Funziona bene se a scontrarsi sono Jay Z e Nas, ma non funziona minimamente se tu sei un rapper piccolissimo e te la prendi con un rapper grosso. Allo stesso modo non può funzionare un dissing tra un rapper ed un artista pop. Non è una cosa che si può decidere a tavolino secondo me, è un processo che deve venire naturale, tra due rapper che sono alla pari, e che probabilmente hanno dei motivi reali e concreti per darsi contro“. Si sofferma sugli aneddoti legati al passato, quando si é avvicinato al rap all’età di 16 anni, quando ha lasciato la Barona per andare al muretto di Milano e ha conosciuto Dargen e Gué Pequeno, nome d’arte che afferma di avergli dato lui stesso.
Marra parla della sua visione dello stile legato al personaggio, di come sia importante quando questo aggiunge credibilità all’artista e dei produttori, del suo rapporto con Don Joe e Deleterio e spoilera che nel nuovo disco ci saranno produzioni internazionali.