Quanti rapper sono stati accusati di omofobia?
Non te lo devo di certo dire io che il rap è sempre stato un genere musicale prettamente maschile, macho, con il testosterone a mille, misogino per certi versi, sicuramente provocatorio.
Ora le cose stanno cambiando parecchio e da un po’ di anni a questa parte il rap ricorda molto il punk e il rock, tant’è che molte mode sono state prese tra gli altri anche da Kurt Cobain, che di certo non era misogino, e ci si sta avvicinando sempre di più al gender fluid.
Del resto oggi vige il politically correct e dire certe parole, come frocio, non va assolutamente bene, ma non andava bene neanche prima.
Fedez proprio in questi giorni è sotto assedio per alcuni suoi vecchi testi riesumati dalla Lega e indicati come omofobi. Si parla di Tutto il Contrario e di Faccio Brutto. Poco importava che siano di almeno dieci anni fa o che Fedez ne abbia spiegato il significato, ormai è finito nel mirino e non si parla d’altro.
Del resto, quando la stampa parte con il loop devo attaccare il rap non molla un cazzo e spesso non si rende neanche conto delle cazzate che scrive e dice. Della serie comprensione del testo non pervenuta e conoscenza del genere nulla.
Ovviamente se parliamo di rap e accuse omofobe il primo nome che ci viene in mente è quello di Eminem. Fin dal suo primo singolo di successo, My Name Is, Eminem è stato accusato di omofobia e diciamo che nel corso degli anni tale accusa torna sempre volentieri.
E, ogni volta che il nome del rapper di Detroit viene accostato alla parola omofobo, tutti si dimenticano di quante volte lui abbia detto che i suoi testi non dovevano mai essere presi sul serio e di non provare alcun odio verso gli omosessuali. O di quando nel 2001, alla 43esima edizione dei Grammy Award, Eminem ha deciso di cantare dal vivo Stan accompagnato da Elton John per dimostrare di non aver nessun problema con gli omosessuali.
Tyler the Creator è stato spesso al centro di discussioni sull’omofobia e altrettanto spesso è stato accusato di essere omofobo e misogino, tanto da aver dovuto cancellare un tour in Australia per questo tipo di polemiche.
Tyler, però, si è schierato al fianco di Frank Ocean e quando quest’ultimo ha dichiarato la sua bisessualità ha scritto: “sono orgoglioso del mio amico, quella roba è difficile”. La polemica sul suo essere omofo è raccontata anche nel brano Fuck It: “How can I be misogynist / Love titties and ass / How can I be homophobic when my boyfriend’s a fag”.
Nicki Minaj è stata accusata dalla comunità LGBTQ per alcuni suoi testi.
“First they love you then they switch. Yeah, they switch like fagots” Dead Wrong (2008). “And you softer than the dudes, with their wrist-es bent” Womp Womp (2008). “Nigga, you softer than a homosexual. And I am so extraterrestrial.” So Special (2011).
Lei si è pubblicamente dispiaciuta e si è scusata con la comunità LGBTQ, ma poi in Barbie Dreams torna sull’argomento e prende in giro Young Thug per vestirsi da gay. Anche in quel caso si sono scatenate le polemiche.
Emis Killa nel 2012 è finito nel mirino delle polemiche legate ai suoi testi ritenuti omofobi.
In particolare sono stati attaccati il brano Milano male e le parole “i ricchioni che si fanno in strada e vorresti ammazzarli, froci”.
E poi il brano Broken Dolls dove dice: “si ficcasse l’arco in culo e diventasse frocio” e imfine Riempimi le tasche: “sei un brutto frocio si sgama quando mangi il gelato col cono”.
Non solo, in un’intervista del 2012, alla domanda se fosse contrario o favorevole ai matrimoni gay, Emis Killa ha risposto: “né pro né contro. Ognuno faccia quello che vuole. Non devo essere io a decidere su queste cose. Sono contrario all’adozione, invece, non la capisco. Una presenza femminile è importante per il bambino. Non è bello crescere senza una mamma. La mamma è sempre la mamma“.
Apriti cielo e su Facebook c’è chi l’ha accusato di essere omofobo. Un’accusa alla quale Emis ha risposto via Twitter, dicendo di non essere il alcun modo omofobo e nel quale etichettava come sfigati chi lo aveva criticato.
La comunità Arcigay è insorta e ha boicottato un suo concerto. A quel punto, durante un’intervista a La Stampa, nel pieno della polemica, Emis Killa ha dichiarato: “conosco la questione e mi dispiace. L’essere provocatori è una prerogativa dei rapper. Probabilmente chi mi critica non è vicino al genere e non ne conosce le dinamiche. Io interpreto un personaggio e spesso parlo ironizzando il pensiero di qualcun’altro. Non sono assolutamente omofobo, anzi approvo il matrimonio gay. Ho dichiarato di non essere favorevole all’adozione, perché la figura della mamma è fondamentale, ma siamo in un Paese democratico e credo di non aver detto nulla di offensivo. Mi dispiace che si perda tempo in questioni infantili con tutti i problemi che realmente ci sono. Continuerò a fare il mio lavoro con serenità. Se poi a qualcuno non dovesse piacere mi dispiace, ma assolutamente non volevo offendere nessuno“.
Nel 2012 Salmo, nel brano Merda in testa, diceva Avessi un figlio gay, sicuro lo pesterei. La frase fece parecchio scalpore e nel tentativo di sollevarsi dalla bufera, Salmo ci andò giù pesante con un post pubblicato sul suo profilo Facebook in cui scriveva: Premetto che non devo per forza dare spiegazioni ma vedo che state degenerando. In realtà i gay non sono un problema per me, non tollero gli HOMO esibizionisti che usano la scusa di essere incompresi per poter andare in giro conciati male come zie con la barba e i peli nel culo, non tollero quando vogliono essere accettati mettendo sul web “foto di nudo artistico” mentre si inculano uno con l’altro, da vomito!
Fabri Fibra dal punto di vista delle accuse di omofobia è un po’ l’Eminem italiano. Anche qui è il caso di dire comprensione del testo e del personaggio non pervenuta. Comunque nel 2013 è stato denunciato da Valerio Scanu per il testo di A me di Te, nel quale dice:
Vento in poppa come un veliero
Vengo in bocca come a Valerio Scanu
Che in verità è una donna, a me sta bene, il mondo è vario
Vladimiro re-invertito, un travestito al contrario
“Davvero?” Certo, l’ho visto a Porto Cervo
Esplodevo come a Chernobyl dopo il suo concerto
Eravamo nel suo camerino a bere vino, io l’ho spinto in bagno
Lui mi ha detto “In tutti i mari, in tutti i laghi
Non capisci, mi bagno”
Con una corda l’ho legato sul divano
Lui mi ha detto “Questa corda mi ricorda il mio compagno
Di scuola media, si chiamama Massimo, chiavava al massimo
Una media alta, mi inculava come i mass media”
Io ho risposto “Complimenti”, gli ho abbassato i pantaloni
E sotto aveva un tanga e quattro assorbenti
Giù le mutande, il liquido fuori da questo glande
Tira su tutto come le canne, mi sono fatto Valeria Scanner.
In quel caso la Procura aveva stabilito per il rapper una multa e una provvisionale di risarcimento, in quanto Fibra faceva “scherno dei suoi orientamenti sessuali”, riferito a Scanu.
Nel 2015, durante un suo concerto, aveva riproposto la canzone incriminata, facendo cantare i versi omofobi al pubblico. Anche in questo caso, i legali di Valerio Scanu si erano fatti sentire, denunciando il rapper per diffamazione e istigazione a delinquere. In quel caso la Procura aveva chiesto l’archiviazione per entrambe le accuse. A giustifica di questo, anche il fatto che Fibra, durante quel concerto, avesse mostrato sui monitor dei frammenti della sentenza di condanna del processo passato.
Sulla questione Fabri Fibra aveva pubblicato un lungo post sulla pagina Facebook, nel quale scriveva:
“oggi mi ritrovo l’iPhone pieno di messaggi. Molti mi chiedono se devo veramente pagare questo risarcimento. La storia di A Me Di Te è tutta strana: la canzone è di tre anni fa, non è mai stata un singolo, non ha mai avuto un video. A Me Di Te è nato come un pezzo divertente, scritto in freestyle, è roba che non andrebbe presa sul serio, i nomi nel testo sono deformati, proprio per far ridere e per creare una situazione ironica. Non è la prima volta che mi ritrovo a “giustificare” le mie rime, i miei fan ormai ci sono abituati e si fanno anche due risate a riguardo, perché sanno che questo è rap. Non solo non sono omofobo, ma l’orientamento sessuale di chicchessia non modifica minimamente la mia opinione sugli altri. Scrivere di certi argomenti nelle canzoni apre dei dibattiti e può far infuriare la polemica, ne sono completamente consapevole. In un passaggio del testo infatti dico “è solo un gioco, ma in pochi lo capiscono”.
In Italia il rap lascia ancora interdetti e pago perciò questi 20.000€ di multa per avere avuto la possibilità di criticare e raccontare con il rap certe immagini e situazioni. All’estero nei testi del rap si tirano in ballo molti personaggi dello spettacolo con immagini altrettanto forti (anche nei video, basti vedere l’ultimo di Kanye West). Con la fama e il successo arriva di tutto, anche il protagonismo che non ti gratifica, anche quello non voluto. Lo dovrebbero capire tutti, e io l’ho capito bene anche a spese mie.
Non conosco Valerio Scanu e non mi interessa conoscerlo, sarà senz’altro una brava persona, ma artisticamente non mi coinvolge, come non mi coinvolgono tutti gli artisti che cantano canzoni scritte da altri e che sono legati a queste dinamiche discografiche e dell’ambiente dello spettacolo, oggi come oggi più che mai ripetitivo. A me di lui né della sua sessualità non importa nulla, ma mi viene spontaneo criticare, con il rap, tutte queste incongruenze che compongono questo tipo di carriera.
In conclusione ci tengo a sottolineare che il mio rispetto va alla comunità LGBT italiana e a tutti coloro che si battono attivamente per i propri diritti contro l’ipocrisia e i finti moralismi, oggi più che mai. A Me Di Te non c’entra niente con le cose serie. Rap è, e rap rimane”.
Non solo il rap, però, è stato accusato di omofobia, pure Irama.
Il cantante, vincitore nel 2018 della diciassettesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, si è ritrovato al centro di una polemica legata alla sua canzone Stanotte e in particolare alla frase “fare a pugni con quel trans”. Vladimir Luxuria ha chiesto alle radio di non trasmettere il brano creando un caso mediatico attorno alla vicenda.
E infine i Dire Straits.
Ci sono voluti mesi per stabilire che la canzone Money for Nothing non è omofoba. La parola “faggot” (frocio) viene ripetuta tre volte da Mark Knopfler nel brano e, in seguito alle proteste di un ascoltatore, era finita nel mirino del CBCS (Canadian Broadcast Standards Council). Il Consiglio ha poi decretato che il termine posto all’indice può rimanere nel testo perché, sebbene sia inaccettabile, nella canzone non è stato utilizzato in modo discriminatorio.