Pizza Kebab Vol.1 di Ghali – la recensione di Rebel
“A 30 anni, rinasco come un bimbo” dice Ghali in Sto, la prima traccia di Pizza Kebab Vol.1, il suo nuovo disco. Più che una rinascita, quella di Ghali sembra una marcia indietro. I due titoli (traccia e disco) hanno un forte richiamo al 2016, quando il nome di Ghali era sulla bocca di tutti, quando tutti aspettavamo il suo primo disco, Album, quando nell’aria c’era solo una certezza: Ghali era la next big thing. Eppure, tornando indietro a 6 anni fa, Ghali deve aver trovato la porta chiusa e deve averci sbattuto contro, come quando spingi ma c’è scritto tirare. Se no non si spiega questo Pizza Kebab Vol.1.
“Sono confuso oppure sono cambiato” dice in Zuppa di succo di mucca e l’unica cosa che mi viene in mente ascoltando il disco è che Ghali è estremamente confuso. Non sa di cosa parlare, i testi sono confusi, a volte piatti, incompleti, argomenti messi lì, quasi a caso. Le basi sono forti, ma questo non è il disco che ti aspetti da Ghali, non è all’altezza del suo potenziale. Del resto, è forse da Album che non ne imbrocca una. Sensazione Ultra è un discone, molto ben curato nel suono e nei testi, eppure non è stato capito e apprezzato. Allora, forse Ghali, che nel frattempo si è ritrovato al top, acclamato dal pubblico, considerato una star, con i brand che fanno a gara per vestirlo e collaborare con lui, che non voleva tornare indietro, non voleva perdere tutto quello che aveva ottenuto (fama, soldi, riconoscimenti) e così è tornato indietro a quando era una stella nascente. Ma non è più il Ghali del 2016, non ha più quella verve, non è più il portavoce degli italiani di seconda generazione, non ha più la freschezza che aveva in brani come Ninna Nanna, Pizza Kebab, Happy Days, ma neanche quella di Boogieman o Good Times.
Ghali si è arenato. È evidente. Forse è stato mal consigliato, forse ha voluto, visti i risultati di Sensazione Ultra, fare un disco più leggero, più immediato, più da club, ma la verità è che Pizza Kebab Vol. 1 di Pizza Kebab ha solo il titolo, non ha niente del Ghali di quel periodo. Ha provato a mettere insieme la DPG (tre su quattro), in un brano che, numeri alla mano, al momento è uno di quelli che va meglio, ma che sembra un po’ la reunion dei vecchi compagni del liceo, dove provi a fare il giovane, ma hai 30 anni e quel tempo è passato.
E forse anche il tempo di Ghali è passato. Pizza Kebab Vol.1 sembra un disco fatto tanto per, come se fosse stato obbligato a farlo, nel quale forse non ci crede neanche lui, un disco che sa di confusione e tentativi di tornare a brillare. Forse è un disco che ci porterà al nuovo Ghali, magari con la sua partecipazione al Festival di Sanremo ci sorprenderà e tornerà a brillare. Onestamente lo spero, perché Ghali ha tutte le skills per farlo. Ha innovazione musicale, sa scrivere bene, ha un flow unico e può fare e dare davvero tanto.
Pizza Kebab Vol.1 non è un progetto da buttare, qualche picco interessante c’è. Machiavelli con Simba La Rue, Tanti Spldi con Geolier, Sotto Controllo con Luchè sono brani carini, anche se in ognuno di loro l’ospite di turno ha spaccato più di Ghali. È un disco estremamente confuso e incerto, che mi dà l’impressione che Ghali stia cercando qualcosa, forse la sua strada, ma che non l’abbia ancora trovata.