Perché Rosa Chemical è stato paragonato a Renato Zero?

Dopo Achille Lauro, che al suo debutto al Festival di Sanremo con Rolls Royce, è ora il turno di Rosa Chemical ad essere paragonato dalla stampa a Renato Zero.

E come per Achille Lauro, anche per Rosa Chemical Renato Zero non ha usato parole tenerissime.

Bisognerebbe che oggi i ragazzi fossero più pronti, prima di essere mandati allo sbaraglio. Ma la garanzia è che l’originale vince sempre.

Non è colpa di Rosa Chemical, ma della distrazione di chi ritiene che questo sia un mestiere improvvisato. Il problema è di chi lo ha mandato in onda perché ritiene che la musica sia solo performance, una velleità. Finché c’è questa mentalità assolvo questi ragazzi, ma mandare in scena persone che non hanno la giusta preparazione, non riuscire a trovare un’identità, è un fatto grave. Noi avevamo alle spalle un team di professionisti che ci seguivano nella musica, ma non solo. Io sono molto felice ci si manifesti per quello che siamo, che si combatta per le ragioni della propria personalità e del proprio carattere; vorrei solo che quelli che operano nel settore della musica e dello spettacolo preparassero questi ragazzi, fossero un pochino più vicini a loro, sulla formazione musicale, perché va bene il look ma ci vuole anche lo spessore artistico, senza di quello si campa una stagione e basta”.

Da un certo punto di vista Renato Zero ha anche ragione. La preparazione artistica e la performance e il look dovrebbero sempre andare di pari passo, se no sembra tutta una carnevalata.

Ma io vorrei sapere chi è quel genio che ha paragonato Rosa Chemical a Renato Zero dando il via a tutto questo teatrino volto esclusivamente a fare gossip.

Perché se un artista si presenta su un palco con un look eccentrico e gender fluid, come quello di Rosa Chemical al Festival di Sanremo, non è che automaticamente sta copiando o si sta ispirando, o ancora vuole essere il nuovo Renato Zero e puntualmente bisogna tirarlo in ballo per creare la polemica.

Rosa Chemical ha più volte dichiarato che Renato Zero è uno degli artisti a cui si è ispirato, ma di certo non è l’unico che ha avuto lo stile che oggi chiamiamo gender fluid. Sicuramente è stato il primo in Italia in un periodo storico in cui il termine gender fluid non esisteva, ma ci sono anche David Bowie, Harry Styles, Lil Nas X, che hanno optato e optano per look non binari.

E oggi vedere un uomo in gonna non dovrebbe più creare scalpore.

Harry Styles è stato il primo uomo sulla copertina di Vogue e ha posato in gonna. Osvaldo Supino si è presentato sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia con lo smoking e una gonna lunga. Persino Brad Pitt ha indossato una gonna a Berlino per presentare il suo film e pure Vin Diesel, ma lo ha fatto 2003.

E in Italia anche Ghali, Mahmood e Sangiovanni hanno indossato una gonna in un’occasione pubblica, quindi non vedo dove sia il clamore e perché dovremmo stupirci, nè cosa possa accumunare Rosa Chemical a Renato Zero.

Se parliamo di Achille Lauro, alcuni dei suoi abiti di scena sono stati palesemente ispirati a Renato Zero, ma Rosa Chemical direi proprio di no.

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