Perché dovresti ascoltare Sig. Brainwash di Fedez

FACCIO QUELLO CHE VOGLIO quante volte abbiamo sentito questa frase? O comunque questo concetto? Sono ribelle, me ne frego, ma non è vero. Soprattutto nella musica non è vero. Non fai quello che vuoi, non sempre e non come vorresti, fai un po’ quello che vuoi e un po’ quello che vogliono. Chi? I tuoi fan, la tua etichetta, il tuo management. Quindi devi trovare la via di mezzo tra quello che vuoi fare e quello che devi fare.

L’arte di accontentare, così come si legge nel titolo del disco Sig. Brainwash – l’arte di accontentare di Fedez uscito il 5 marzo del 2013. Lui lo dice già nel titolo. Bisogna scendere a compromessi, tutti scendono a compromessi, in pochi lo ammettono e te lo spiattellano in faccia.

Il disco è una mazzata di 19 tracce, di fanno ancora dischi così lunghi? Ma non è pesante da ascoltare, è ben bilaciato per suoni, sperimentazioni di generi musicali, ritornelli e concetti. Fedez è un po’ paraculo, forse lo è sempre stato, ma non si è mai nascosto dietro a un dito, quello che ha da dire l’ha sempre detto, nel bene e nel male, nella musica e non. E in Sig. Brainwash – l’arte di accontentare c’è tutto: autoironia, provocazioni, critica, disincanto, ribellione, verità sbattuta in faccia senza troppi giri di parole.

E se non ti sta bene cambia le regole al gioco, perché se ogni uomo ha un prezzo ci hanno offerto troppo poco” dice in Non ci pensi mai, un inno alla ribellione e al disincanto. Poi abbiamo il video di Si scrive schiavitù si legge libertà dove Fedez mette un bacio gay. Oggi gridiamo alla ribellione perché Achille Lauro bacia Boss Doms ma quello cos’era? Nel 2013. 7 anni sono tanti. All’epoca divise e stupì non poco, lui rispose “A me stupisce chi l’ha visto, quel bacio, e ne è rimasto stupito. Siamo in un periodo storico in cui possiamo anche aprire la mente, tutti. Allo stesso modo credo che sia altrettanto possibile, nel rap, scherzare su questi temi. Il rap è come la vita, è lo specchio della quotidianità e presenta vari aspetti, anche quello del bullismo. In quei baci non c’è volontà di provocazione né di clamore. Quella che vedete è la normalità“.

 

 

 

 

Il disco contiene anche la peggior strofa della storia di Guè Pequeno in Pensavo fosse amore e collaborazioni che spaziano tra diversi generi musicali da Gianna Nannini, a Reset!, a Punkreas, Elio, J-Ax, che a pensarci oggi sarebbe utopia prendere un agglomerato così vasto e metterlo insieme in un solo disco, che sa di disco e non di canzoni messe dentro a caso.

Ecco, Sig. Brainwash – l’arte di accontentare è uno di quei dischi che se lo ascolti oggi non ti sa di vecchio, che vale la pena riascoltare, perché è un tipo di rap dissacrante, ironico e veritiero che manca e perché ti fa capire che in fondo nessuno fa quello che vuole, nonostante quello che ti vogliano far credere, siamo tutti bene o male legati, ma vale sempre la pena di far sentire la tua voce senza seguire il branco.

 

 

Lascia un commento