Non avete capito niente di Achille Lauro

Striscia La Notizia: la voce dell’ignoranza italiana

Ancora prima dell’inizio del Festival di Sanremo c’è stato chi, leggendo il nome Achille Lauro, guardando una sua foto, senza neanche aver mai ascoltato mezza sua canzone, ha storto il naso. Poi la prima puntata, Lauro ha presentato Rolls Royce e subito tutti a gridare al plagio, su segnalazione di Frankie Hi Nrg, che ovviamente non ha un cazzo da da fare nella vita e passa le giornate a twittare e a sputare sentenze come un 18enne. Era ovvio che, se al Festival di Sanremo ci fosse stato un plagio, avrebbe dovuto essere dell’artista più “strano”.

Per fortuna Rolls Royce ha avuto un ottimo riscontro da parte della critica, ottime valutazioni e ad oggi, a due giorni dalla fine della kermesse ligure, è tra i possibili vincitori. A guastare la festa però è arrivata Striscia la Notizia che, non potendo avallare la tesi del plagio, ha parlato di droga. E sì, perché Achille Lauro stando a chi non capisce niente di musica fa trap, la stessa trap di Sfera Ebbasta, quella trap che inneggia all’uso di sostanze stupefacenti, che ha causato la morte di vittime innocenti, insomma, la trap, la musica del demonio. Dopo la tragedia di Corinaldo, bisognava per forza trovare un altro capro espiatorio, un altro artista verso il quale puntare il dito solo perché viene dal quell’indemoniato filone o genere musicale chiamato rap e trap. Solo perché è tatuato e ha tatuaggi sul volto, solo perché non ha la stessa faccia pulita e da bravo ragazzo di Shade che, udite udite è un RAPPER. E quindi Rolls Royce non è più la macchina di lusso, ma visto che a cantarla è Achille Lauro, Rolls Royce è l’ecstasy. Ah che bella l’Italia, no? Un popolo di larghe vedute, aperto al nuovo e senza pregiudizio alcuno.

Striscia la Notizia che in questi anni di servizi di merda ne ha fatti a iosa, ieri ha superato se stesso:

La canzone di Achille Lauro Rolls Royce è un inno all’ecstasy. Rolls Royce è una pasticca di ecstasy. Il direttore artistico era in sé quando l’ha ascoltata e scelta per il Festival di Sanremo?“, “Non lo sapevo“, risponde Achille Lauro. E Striscia rincara la dose “Ma come, c’è un trapper che non sa o finge di non sapere certe cose? Achille Lauro, che si vanta di conoscere bene certi ambienti, non sa che Rolls Royce è uno dei nomi di più comuni per chiamare le pasticche di ecstasy?“.

Innanzitutto Achille Lauro non è un trapper, quindi Striscia avrebbe fatto bene a informarsi prima di muovere certe accuse e in secondo luogo ecco il cliché di chi ha scoperto la trap grazie alla tragedia di Corinaldo: TRAPPER=DROGA. Complimenti ragazzi! Voi sì che ne capite di musica. I rapper sono quelli con il gesto delle corna e YO YO FRATELLO e i TRAPPER QUELLI CHE SI DROGANO. Bravi!!!

Evidentemente Achille Lauro non conosceva il termine Rolls Royce legato alla droga, ma Striscia ha fatto i compiti a casa e si è ben informata, avrebbe potuto informarsi meglio sul genere musicale di Lauro, sul suo background artistico e persino sulla trap e sul rap, ma perché farlo? TRAPPER=DROGA non c’è altro da sapere, no? Quindi Striscia ci spega cosa sia effettivamente Rolls Royce:

Tutto nasce dalla famosissima statuetta (una donna con le braccia aperte e le vesti gonfiate dal vento) posta sul radiatore delle Rolls Royce. Il suo nome (nato ovviamente molto prima della droga sintetica) è Spirit of Ecstasy, Spirito dell’ecstasy: da qui l’abitudine a chiamare Rolls Royce le pasticche sintetiche. Evidentemente la droga fa male, anche alla memoria e spesso provoca deliri di onnipotenza che ti fanno credere di poter prendere in giro il resto del mondo“.

Non solo, consegna anche Tapiro d’oro alla conduttrice Andrea Delogu per le sue dichiarazioni a favore della canzone:Questa mattina, ha detto che la canzone di Achille Lauro è poesia pura. Sulle pastiglie di ecstasy c’è scritto RR, non lo sapeva?“. La Delogu risponde: “Io pensavo alla macchina, perché lui nel videoclip arriva su una Rolls Royce“.

La verità è che siamo un Paese dove vige l’ignoranza, la disinformazione e il pregiudizio. Achille Lauro ha portato l’unico pezzo innovativo e lontano dai soliti cliché che da troppi anni accompagnano il Festival di Sanremo e chi non l’ha capito ha cercato di attaccarlo in tutti i modi, anche i più meschini, perché questa è l’Italia e tutto quello che è diverso va additato, salvo poi fare all’occorrenza la parte dei benpensanti di larghe vedute.

1 Commento

  • Anita
    26 Marzo 2019

    Ci vuole un bel coraggio a rigirarsi la frittata così davanti all’eVicenza, meno male che è striscia a fare servizi di merda

Lascia un commento