Minneapolis, afroamericano di 22 anni ucciso dalla polizia mentre guardava la tv sul divano

Minneapolis, 2 febbraio 2022.

La polizia fa irruzione nell’appartamento di Amir Locke, un ragazzo afroamericano di 22 anni e lo uccide.

Gli agenti stavano facendo una perquisizione, chiamata no-knock warrant, ovvero senza preavviso in merito a un caso di omicidio. Entrano in casa, gridano “le mani le mani”, Amir è sul divano, avvolto da una coperta che guarda la televisione, un agente spara e lo uccide.

Così, senza motivo. Amir è morto senza motivo. O almeno apparentemente sembrerebbe così.

Amir non era neanche nominato nel mandato di perquisizione e sembra che non fosse lui l’oggetto del blitz, che si è trasformato in un’esecuzione.

Il video, ripreso dalle bodycam degli agenti è stato pubblicato in rete e sta facendo ovviamente molto discutere, non solo per l’esecuzione e per il modo in cui questo ragazzo è stato ucciso, ma anche perché la polizia di Minneapolis è già nella bufera per la morte di George Floyd.

Il poliziotto che ha sparato, tale Mark Hanneman, aveva una pistola in mano e non ha esitato un secondo a sparare ad Amir, che era lì tranquillo, sul suo divano a guardare la televisione. Per ora è stato sospeso.

Il legale della famiglia di Amir sostiene che il ragazzo “non aveva alcun precedente e che possedeva legalmente un’arma”, mentre la madre ha raccontato che il figlio sognava di entrare nell’industria musicale, che era rispettoso della legge e che lei e il marito gli avevano insegnato come comportarsi con la polizia.

Ma a quanto pare non è bastato.

In merito all’andamento dei fatti, la famiglia ritiene che Amir sia stato svegliato da un sonno profondo e che, in stato confusionale, abbia preso l’arma da fuoco che possedeva legalmente per proteggersi.

Mio figlio è stato vittima di una esecuzione il 2 febbraio del 2023 ora i suoi sogni sono stati distrutti“, ha dichiarato la madre.

Ma come sono andate le cose?

Amir, dopo l’irruzione della polizia, ha effettivamente preso in mano una pistola, dal video si evince che sia successo tutto in pochi secondi, ma molti tg statunitensi e testate giornalistiche locali asseriscono proprio che il ragazzo, avvolto nella coperta, abbia preso là pistola che deteneva regolarmente, e che il poliziotto ha poi sparato.

Il capo della polizia ad interim Amelia Huffman ha affermato che la sparatoria è avvenuta verso le 7 del mattino. Gli agenti dell’unità SWAT del dipartimento di Minneapolis stavano scontando mandati per aiutare il dipartimento di polizia di St Paul nelle indagini.

Huffman ha aggiunto che gli agenti, prima e dopo essere entrati nell’appartamento, si sono identificati come poliziotti. Nove secondi dopo essere entrati, gli ufficiali hanno incontrato un uomo con una pistola. Una dichiarazione della polizia ha detto che la pistola era “puntata in direzione degli agenti”.

Huffman ha detto che Amir stava “tenendo quella pistola in mano nel momento in cui sono stati sparati colpi”.

Ha detto anche che la polizia ha fornito ad Amir cure mediche immediate, poi ha chiamato i soccorsi e che il ragazzo è stato dichiarato morto in ospedale.

Le autorità hanno recuperato la pistola di Amir ed era carica. Quello che la Huffman però non ha detto è se l’ufficiale che ha sparato è stato ferito nè quanti colpi sono stati sparati.

In seguito alla morte di Amir Locke ci sono state diverse manifestazioni sia a Minneapolis che a Detroit.

Quello che non torna nella vicenda e che sta generando parecchia indignazione e rabbia riguarda una dichiarazione fatta dal dipartimento di polizia che ha definito Locke un “sospetto” – anche se in seguito ha detto che il mandato di perquisizione non nominava Locke come tale. Non solo, il dipartimento ha anche affermato che la pistola di Amir Locke era “puntata in direzione degli agenti” quando il video della bodycam indossata dal poliziotto riprendeva altro.

[Fonte AP news]

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