Milano Demons di Shiva – la recensione di Rebel

No, Milano Demons non è il disco della consacrazione di Shiva.

Se a dirlo è chi lavora con lui o per lui va benissimo, ci mancherebbe altro, ma non si può affermare che questo sia il disco della consacrazione di Shiva. Lo è se parliamo di numeri, oggettivamente quelli ci sono, ma non se parliamo di musica.

Certo, Shiva ha fatto un lavorone dopo Auto Blu. Quel pezzo, nonostante i numeri, ha rischiato davvero di affossare la sua carriera e credibilità. È stato bravo a riprendersi, a cambiare team e a buttare fuori musica meno di merda. Ma basta? È sufficiente così? Beh, se ti basta essere virale su TikTok sì, è più che sufficiente. Proprio TikTok ha dato una bella mano a Shiva, non a caso, se guardiamo le ultime sue canzoni, Take 4 è super virale sulla piattaforma.

Alla fine Shiva, dopo vari tentativi, più o meno fortunati, ha capito l’antifona e in Milano Demons ci ha messo alcune hit perfette per TikTok.

Ma questo non è vincere, è accontentarsi e credere di avercela fatta solo perché dei ragazzini fanno i balletti sulle tue canzoni. È come essere il re del girone degli scarsi, giusto per usare una metafora demoniaca.

Milano Demons è questo il titolo del nuovo disco di Shiva, ma dove sono i demoni? Lui che dice di essere il principe di Milano, di aver dipinto Milano di rosso, fa anche un po’ ridere. Primo perché qua tra re, principi, principini sembrano tutti nobili senza un regno e secondo perché il disco non ha un concept. Non ci sono demoni, insomma. E al massimo può mettere delle bandane risse qua e là per dipingere Milano di rosso. Niente di più.

Ci sono hit, plasticose, ma hit, ci sono i featuring giusti, i suoni e lo slang giusti, ma giusti per far numeri e per i social.

E poi ci sono tutti quei brani love, che sembrano tracce scattate da Dark Love Ep e messe qui giusto per far numero. Per dire “ok, ho fatto un disco di 17 tracce”, sì ok, ma chi ascolta 17 tracce di Shiva?

Il disco è troppo lungo, Shiva non sa cantare e i brani love stancano, perché non hanno quella profondità necessaria per bucarti lo stomaco, ti bucano piuttosto qualcos’altro. Grazie a Dio (per lui) ha le hit e amici che spaccano. Lazza, Pyrex, gli SLINGS, Tedua, Geolier, Sfera Ebbasta: hanno spaccato tutti e hanno dato a Shiva la chance di non floppare.

Alleluia con Sfera era una hit da tempo, dai tanti leak sui social ed è una hit assicurata, non a caso ha già superato i 3 milioni di streaming.

Bisogna capire però cosa vuole Shiva, forse non lo sa neanche lui, perché questo disco è una playlist frammentata, con brani che spaccano e che sono assolutamente alla Shiva come Rollie AP, Take 4, 3 Stick Freestyle, Non è Easy e Vorrei, insieme ad Alleluia e brani che non c’entrano un cazzo e spaccano qualcos’altro.

Alla fine Milano Demons ha ben poco di demoniaco, e questo fa pensare che anche il titolo sia una delle tante cose messe lì a caso, è un disco assolutamente mediocre, che rientra perfettamente nel mood della mediocrità di queste uscite usa e getta e con tanto di data di scadenza come il latte fresco. È un disco fatto di canzoni messe lì a caso, che però ha brani che diventeranno virali, che sono perfetti per la sua fanbase che balla su TikTok e che daranno a Shiva la possibilità di scalare le classifiche.

Più che il principe di Milano, Shiva può essere il mezzo demone degli scarsi.

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