Marracash: “avere infinite scelte equivale a non averne”

Nel 2015, Marracash, che aveva da poco pubblicato Status, aveva scritto una lettera/articolo per Rolling Stone Italia, nella quale diceva:

Nell’infinito spazio del web anche le opinioni sono infinite e qualcuno più saggio di me ha scritto che avere infinite opzioni equivale a non averne nessuna. Non a caso le classifiche di airplay radiofonico, quelle di i Tu-nes e store digitali e quelle del tanto osannato Spotify sono pressoché identiche… Cambia a volte l’ordine dei brani, ma in fin dei conti sono sempre le stesse 40 canzoni. Ho letto di recente che una bella fetta del catalogo (parliamo di milioni di brani) su Spotify non hanno mai ricevuto nemmeno un ascolto. Avere infinite scelte equivale a non averne”.

Sono passati 9 anni da allora, è cambiato qualcosa? Se sì credo in peggio.

Dal punto di vista delle classifiche non è cambiato granché. Abbiamo a disposizione, pressoché gratis, una quantità di musica che a pensarci nei primi anni 2000 sarebbe stato un sogno, eppure ancora oggi i nomi sono sempre gli stessi. Siamo invasi da migliaia di informazioni, news, contenuti di vario genere e alla fine sono sempre gli stessi. Non ci sono opinioni, se si parla di musica, che non siano “è tutto bello, sono tutti belli e bravi” non ci sono recensioni negative, stroncature, non ci sono penne autorevoli e non c’è un media, considerato autorevole, che non sia a libro paga di una major.

Ci sono infinite possibilità, ma alla fine non ce ne sono.

Se ci sono opinioni negative, allora sono di massa, e quasi di moda. Oggi va di moda stroncare e insultare Chiara Ferragni e, giusto o sbagliato che sia, in ogni post dove si parla di lei la valanga di commenti negativi è la medesima.

Basta aprire Instagram per rendersi conto che non abbiamo quelle infinite possibilità che credevamo. I contenuti si ripetono, le notizie pure, le opinioni anche. Siamo costantemente bombardati da immagini, video, parole, musica, e ci sembra di poter scegliere, di essere nel mondo dei balocchi, ma alla fine non scegliamo niente.

Ogni settimana sia bombardati da tantissime nuove uscite. Tra album, singoli, video, ep, annunci di nuovi dischi e chi più ne ha più ne metta non si sa più cosa ascoltare e soprattutto chi. La musica è diventata un riciclo costante tanto da essere usa e getta. Un disco uscito settimana scorsa oggi è già vecchio perché é già stato superato da altro, le news sui siti si rincorrono, si fa quasi a gara a chi posta per primo e molti artisti restano indietro. Oggi non tutti hanno uffici stampa pronti a mandare la news in tempo reale e tutti i siti che si limitano al famoso copia incolla omettono di scrivere di alcuni artisti o lo fanno in ritardo perché lo leggono su altri. Questo è il circolo vizioso di quello che si legge online. Avete mai cercato un artista o un suo disco o singolo su Google? Vi siete mai accorti che aprendo tre siti le informazioni sono per lo più identiche? Hanno avuto tutti la stessa impressione o hanno ricevuto tutti lo stesso comunicato stampa, lo hanno copiato, incollato e pubblicato? Non c’è più informazione, non c’è più critica, opinione, non c’è più la voglia di scrivere, di cercare, ma neanche di ascoltare musica, si copia, si incolla e si pubblica, perché quello che conta dire io l’ho scritto che è uscito il disco, poi se vogliono un’opinione se la fanno da soli.

Ma poi è davvero importante dare un’opinione? A chi interessa veramente l’opinione di tizio o caio? E perché uno dovrebbe prendersi la briga di scrivere la propria opinione se poi l’artista in questione si offende?

Ci manca il coraggio o la voglia di sbatterci?

Nel 2015, sempre in quella lettera a Rolling Stone Italia, Marra scriveva: “Voi avete e dovreste avere un’Opinione Autorevole. Certo, per essere il Billy The Kid della musica dovete proporre approfondimenti più approfonditi, interviste più graffianti, copertine più ardite, recensione più temerarie, stroncature e prese di posizione. Insomma, per essere Billy The Kid, qualche colpo lo dovete sparare… Mi rendo conto che non sia facile pubblicare tutti i mesi una rivista in un Paese in cui sono tutti bravi, tutti belli, tutti potenti e tutti permalosi, ma ne va della vostra “ragion d’essere”. Senza coraggio, voi come noi artisti, siamo solo sorrisi e canzoni”.

E la verità è che siamo davvero TUTTI solo SORRISI E CANZONI, anzi SORRISI, CANZONI, BALLETTI e MEME.

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