Luchè: “l’industria discografica è squallida”
Sono passati tre anni dall’uscita di Potere e in molti stanno aspettando il nuovo disco di Luchè, che però tarda ad arrivare.
Oggi Luchè ha rotto il silenzio e in un lungo post pubblicato sul suo profilo Instagram ha spiegato i motivi del ritardo della release del disco, puntando il dito contro l’industria italiana che definisce squallida e contro i discografici che chiama serpenti. Inoltre Luchè sottolinea come ci siano “troppi giochi di potere, featuring annullati solo per fare sfregi alla concorrenza, favoritismi e tanta tanta incompetenza”.
Queste le sue parole: “per tutte le persone che mi chiedono del disco e che stanno aspettando ormai da 3 anni, posso finalmente svelare che oltre alla mia ossessione da perfezionista, oltre il covid, ci sono anche dei motivi legati a come funziona quest’industria che hanno fatto si che il mio disco subisca dei ritardi. Ho sempre tenuto tutto questo per me, in primis perchè sono una persona pulita e poi perchè raramente metto in piazza i miei problemi. Ma dopo essere stato chiamato traditore pubblicamente, dopo essere stato trattato come uno dei tanti nonostante avessi messo a disposizione tutto quello che ho costruito negli anni, in completa onestà e a puro scopo di crescita collettiva, posso finalmente parlare. L’industria discografica è veramente squallida, discografici che di cognome dovrebbero fare serpente, puntano a fare i potenti della musica italiana, giocando con quella che per noi non è solo carriera, ma vita. Questi anni non me li darà indietro nessuno, se li affido alla persona sbagliata, quando i giochi saranno fatti, non ci sarà più modo di tornare indietro e recuperare tutte le occasioni sprecate.
La musica è libera, gli artisti sono liberi di collaborare con chi vogliono aldilà dei contratti che hanno. Troppi giochi di potere, featuring annullati solo per fare sfregi alla concorrenza, favoritismi e tanta tanta incompetenza.
Sono molto deluso dagli “uomini” dietro le scrivanie, ma come sempre la mia determinazione e grinta nascono da battaglie a cui sono abituato da sempre. Sono tornato oggi, ci vediamo davvero presto. DVLA”.
Non è la prima volta che un artista si espone, sempre in modo vago, ma che comunque prova a spiegare i retroscena che governano l’industria musicale e i vari ritardi che devono subire loro malgrado. Recentemente lo ha fatto Tedua, prima di pubblicare Vita Vera, e in effetti qualcosa deve essere andati lo realmente storto, dal momento che la Divina Commedia non è ancora stata pubblicata.
Ma nonostante Luchè non sia il primo artista ad esporsi in tal senso, è sempre degno di nota chi si espone e fa notare senza timori e soprattutto senza dover necessariamente piegare la testa i torti e le ingiustizie subite e il modo, ai più sconosciuto, in cui vengono gestiti gli artisti e gli accordi tra etichette.