L’hype ha una data di scadenza?

Il riciclo della musica è talmente veloce che spesso quello che sembra in hype, o il nome su cui puntare, viene sorpassato da altri con il passare del tempo a meno che l’artista in questione non abbia una base solida alle spalle e una fanbase altrettanto solida. Ovviamente non mi sto riferendo a nomi presenti sulla scena da anni, ma agli emergenti o ai cosiddetti nuovi. Se pensiamo all’anno scorso, Quentin40, dopo Thoiry, era il nome dell’anno, il cavallo su cui puntare, ma ad oggi, con un primo disco in uscita, sembra non godere più di quell’hype. Forse avrebbe dovuto cavalcare l’onda del successo Thoiry, ma è impensabile che dopo una hit, un artista che fino a un mese prima era sconosciuto ai più potesse uscire con un disco. Ovviamente Quentin40 è solo uno dei tanti esempi, ma è come se l’hype o l’attenzione verso un artista abbia effettivamente una data di scadenza, come se tutto scorresse in modo talmente veloce che passato il momento, cala automaticamente l’hype. Questo perché ci sono troppi artisti, troppa musica, troppe uscite e alla fine l’attenzione si sposta automaticamente. Il web è grande, Instagram pure, ma non c’è spazio per tutti ed è come se il cerchio si stesse piano piano restringendo. Lo stesso “caso” Young Signorino è emblematico in tal senso. Un anno fa era sulla bocca di tutti, era il FENOMENO del momento, oggi, sì, sappiamo che c’è, ma i riflettori su di lui si sono quasi spenti. Anche Highsnob, Cromo, Samuel Heron. I primi due hanno pubblicato i loro primi dischi che sono stati dei mezzi flop, mentre Samuel Heron sta tervigersando un po’ troppo, così come Orobianco. Puoi far aspettare il pubblico quando sei un big, quando ti chiami Marracash, Fabri Fibra o Mondo Marcio, ma l’attesa se sei un nome nuovo fa calare l’attenzione, perché nel frattempo c’è già un altro nome che ha preso il tuo posto e corri il rischio di restare lì nel limbo dei mediocri anche se la tua musica è tutt’altro che mediocre. È vero che per fare un disco ci vuole tempo, che per creare una fanbase anche, ma è altrettanto vero che i tempi con i social e il web in generale si sono accorciati troppo e che questo danneggia enormemente la musica e gli artisti stessi. È un po’ come una gara per la sopravvivenza, ecco è questo l’hype.

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