Lazza intervistato dai ragazzi del carcere minorile Beccaria di Milano

I ragazzi detenuti nel carcere minorile Beccaria di Milano tornano protagonisti per un giorno. E per quel giorno dimenticano o forse pensano un po’ meno a dove si trovano e perché e hanno l’opportunità di accorciare le distanze tra il loro mondo attuale e quello che c’è fuori.

E lo fanno ancora una volta grazie al rap e con l’aiuto dell’associazione 232Apps, che dal 2019 promuove percorsi artistici ed educativi rivolti a minori e giovani adulti attraverso il canale della musica rap e del lavoro di un team composto da educatori, psicologi e pedagogisti all’interno degli istituti penitenziari.

A marzo 2021 i ragazzi del carcere minorile Beccaria di Milano hanno incontrato Lazza, da remoto causa Covid, e hanno avuto l’occasione di fargli qualche domanda, diventando per un giorno giornalisti.

Lazza racconta loro del suo primo reato. Quando da ragazzino, insieme agli amici, hanno trovato dei pneumatici e li hanno lanciati al di là di un muro noncuranti del fatto che al di là di quel muro ci fosse una ferrovia e un treno che è deragliato a 300 km/h contro dei pneumatici.

Racconta anche del suo rapporto con Emis Killa, Guè e Salmo che definisce amici veri e di come è nata Gigoló con Capo Plaza e Sfera Ebbasta, ma una domanda mi ha colpita più delle altre ed è questa “sei mai caduto in basso pensando di non rialzarti?

Un sacco di volte – risponde Lazza.

Cosa mi ha fatto rialzare? La fame”.

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