L’arte del videomaking: Mattia Di Tella
Ci pensate mai che dietro a ogni progetto di un artista c’è un team che lavora duramente per farlo emergere nel modo migliore? Un videoclip, per esempio, deve raccontare una storia, farti entrare nel mondo di un artista, deve essere immagini e musica che diventano un tutt’uno, quasi come un corto. In questo senso è importantissima la figura del videomaker, ma anche e soprattutto l’alchimia che si instaura tra lui e l’artista, perché fare video non è poi così diverso da fare un beat per esempio. Un beat crea il tappeto sonoro per la voce le parole, un video deve rappresentare il tutto. Ecco, oggi vi parlo di un ragazzo che, non solo fa video, ma che riesce a unire musica, artista, parole ed emozioni con i suoi filmati: Mattia Di Tella.
Quando ti sei avvicinato al videomaking?
“Mi sono avvicinato al mondo dei video grazie ad un progetto scolastico nel 2013, l’obbiettivo era sensibilizzare gli studenti sul tema dell’omofobia e ricordo che con il mio gruppo ci impegnammo al massimo, vincemmo un riconoscimento dalla regione Lazio ed un viaggio al quale io non partecipai perché combaciava con alcuni lavori che mi ero organizzato”.
Hai fatto qualche scuola o sei autodidatta?
“Il mio rapporto con gli studi non è mai stato il massimo, la scuola che frequentavo avrebbe dovuto prepararmi con la teoria e la pratica ma ricordo che studiavamo fisica perché i laboratori non erano agibili e quei pochi in cui potevamo andare non erano attrezzati, quindi preferii perdere 3 anni con le assenze mentre andavo in giro per Roma a girare video musicali a ragazzi emergenti ed amici”.
Quando haii capito che sarebbe stata questa la tua strada?
“Piano piano la cosa mi trascinò sempre di più fino al 2016 quando Cosimo Alemà mi contattò per curare l’intero backstage del suo film “Zeta” con Izi e tanti altri artisti della scena italiana, quella fu l’occasione in cui parlai con i miei della scelta di non frequentare più gli studi e voler dedicare la mia vita a questo”.
Come sei entrato in contatto con Achille Lauro e No Face?
“Tra un video e l’altro mi avvicinai alla VNT1 (nel 2015), etichetta romana fondata da 3D e DjPitch, beccai Lauro in studio qualche volta ma senza dirci nulla più di un “ciao”; ci fu una serata allo Zoobar e rimasi a piedi fuori dal locale, mi sento chiamare da dentro una macchina nera, erano Pitch e Lauro che si offrirono di accompagnarmi sotto casa (vigne nuove). Il giorno dopo scrissi in privato a Lauro per ringraziarlo proponendogli uno dei video di cui andavo più fiero all’epoca per ritrovarmi pochi giorni dopo a girare “Occhiali da donna”! Tuttora è tra i miei lavori preferiti. No Face nacque qualche anno dopo“.
Come nasce il vostro percorso creativo?
“Di solito l’input parte da Lauro, ci mettiamo seduti ed ascoltiamo più volte il brano per poi confrontarci su l’idea e come realizzarla al meglio, la cosa che più mi piace del lavorare insieme è lo scambio di idee e il fatto che voglia essere presente in tutte le fasi di realizzazione, secondo me è fondamentale che un video musicale rispecchi la visione dell’artista”.
A quale video sei legato maggiormente e perché?
“Sicuramente “Thoiry Rmx”! È stato un successo e un’esperienza unica, ricordo che venne candidato al Festival di Cortina, mi contattò la produzione chiedendomi di iscriverlo ed invitandomi una settimana da loro, purtroppo non andai perché le date combaciavano con il “Midnight Carnival”, quindi quella sera festeggiamo sul palco di Roma tutti insieme!”
Da cosa è nata l’idea di realizzare uno Showreel?
“Diciamo che l’idea di fare un nuovo showreel è stata più una necessità, spesso vengo contattato e mi viene chiesto quali lavori ho fatto, generalmente quando si mandano tanti link si rischia che venga data poca attenzione, quindi ho deciso di fare un unico video con dentro le immagini più belle accompagnate dalla produzione di Boss Doms“.
A cosa pensi quando filmi?
“Mentre giro sembra quasi io sia ipnotizzato, ho tutto ben chiaro in mente su come devono stare le luci, quali saranno i movimenti di camera e come voglio che esca la scena”.
C’è un artista con il quale ti piacerebbe lavorare?
“Sicuramente l’artista di cui ho più stima in Italia è Lauro, ha la capacità di reinventarsi ogni volta e di trascinarti nei suoi testi. Mi piacerebbe molto lavorare anche con Machine Gun Kelly, ci siamo conosciuti a Roma in occasione di una sua data, per me è tra i più forti“.
Un video che dici vorrei averlo fatto io?
“Sicuramente “Gosh”! Un video di Romain Gavras, penso sia una vera e propria opera d’arte moderna”.
Credi che la figura del videomaker non sia abbastanza valorizzata?
“Penso che ad oggi si hanno molte più possibilità di far valere le proprie capacità, l’impegno e la costanza sono le cose che ripagano di più. Molti artisti hanno creato il proprio team di lavoro integrando anche videomaker, i quali hanno il compito di sviluppare un immaginario e riportarlo in video“.
Se ti dicessero “devi scegliere solo un artista con cui collaborare per sempre” chi sceglieresti?
“Il bello del mio lavoro è la possibilità di collaborare con tutti, ogni artista ha il proprio immaginario e il proprio mondo, mi diverte immedesimarmi in ognuno di questi e integrare la mia visione”.
Cosa consiglieresti a un ragazzo che vorrebbe intraprendere il tuo percorso?
“L’audacia e i sacrifici ripagano sempre! Fai tanta pratica e sperimenta. Con il tempo raggiungerai i tuoi obiettivi”.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Sono in contatto con una casa di produzione a Los Angeles che realizza video per Russ, Chris Brown, Tyga e J Balvin, mi ha contattato su instagram uno dei loro registi.. sarebbe figo mettere qualche soldino da parte e andare lì”.