La storia di Malika, che grazie a una raccolta fondi si compra un Mercedes
Ti ricordi di Malika Chaly, la ragazza di 22 anni cacciata di casa dalla famiglia perché lesbica?
Era aprile e il video postato da Malika in cui raccontava come i genitori l’avessero buttata fuori di casa aveva fatto il giro del web. Ricondiviso da personaggi famosi, tra cui anche Fedez, quel video aveva aiutato Malika a far arrivare la sua storia a tantissime persone. Tutti ne parlavano, tv, siti, giornali, social, Malika è stata intervistata anche in diversi programmi, come Pomeriggio 5 di Barbara D’Urso, Le Iene, il Maurizio Costanzo Show. Sono state aperte due raccolte fondi per aiutarla. Con la prima, istituita dalla cugina di Malika, sono stati raccolti 140.000€, mentre con la seconda 11.000. Parecchi soldi che avrebbero potuto garantire a Malika un futuro tranquillo, grazie alla generosità di tantissime persone, ma che lei aveva dichiarato di voler destinare a una fondazione per aiutare le donne vittime di discriminazione, che avrebbe istituito insieme a Laura Boldrini.
Ma le cose non sono andate esattamente così.
A un certo punto Malika è stata taggata in una storia su Instagram dal profilo della sorella di Tommaso Zorzi, guidava una Mercedes. Lei si è giustificata dicendo che la macchina fosse di proprietà dei genitori della sua ragazza. Ma non è vero. In un’intervista rilasciata a The Post Internazionale, Malika ha ammesso che la Mercedes è sua e che l’ha acquistata, insieme a parecchie altre cose, grazie ai soldi della raccolta fondi creata per aiutarla: “ho preso la casa in affitto a Milano, abbiamo dato un anno di affitto più duemila euro di caparra. Poi ho pagato dentista, avvocato, ho comprato dei vestiti. Non avevo niente, era rimasto tutto a casa dei miei. Adesso ho avuto delle spese per la macchina”.
Anche la storia della fondazione con Laura Boldrini è una bugia. L’ex presidente della Camera ha infatti dichiarato: “non è mai stata discussa con me o con alcun collaboratore o alcuna collaboratrice del mio staff l’ipotesi di costituire una associazione per le vittime di discriminazione tanto meno di una raccolta fondi, il mio nome quindi viene tirato in ballo in maniera totalmente impropria”.
Insomma, Malika, grazie alla notorietà acquisita dalla sua triste vicenda (che vogliamo credere essere vera), si è ritrovata al centro dell’attenzione mediatica, tanto da avere addirittura un agente che si occupa della sua immagine, piena di soldi grazie alla generosità degli italiani e si è data alla pazza gioia comprandosi di tutto, Mercedes compreso, in barba a chi ha voluto donarle soldi per aiutarla. Non solo, ha anche fatto credere di voler istituire una fondazione per aiutare altre donne, fondazione che a quanto pare non esiste e che ha aiutato solo Malika stessa a togliersi qualche sfizio.
Questa vicenda fa abbastanza schifo e fa vacillare la credibilità di tutte le raccolte fondi organizzate per le più disparate cause. Malika è stata sbugiardata da una storia su Instagram, ma se quella storia non fosse stata pubblicata, chi ha donato per aiutarla resterebbe ignaro di come lei ha speso quei soldi.
Intanto Malika ha pubblicato un post sul suo profilo Instagram nel quale cerca di giustificare le sue azioni.
Una storia, quella di Malika, che in realtà vacilla fin dall’inizio, ma che grazie all’onda mediatica le ha permesso di raccogliere tantissimi soldi.
Già mesi fa il fratello aveva condiviso su Facebook alcune chat in cui diceva a Malika di tornare a casa, che era dalla sua parte e che l’avrebbe sempre sostenuta. In quelle chat parla anche dei genitori che dice essere distrutti per la sua assenza. In sostanza la famiglia non aveva preso bene la notizia dell’omosessualità di Malika, che ha minacciato di rivolgersi ai Carabinieri, ma il fratello sostiene che “è uscita una mattina per andare a lavorare e non è più tornata, ha cavalcato l’onda delle note audio di mia madre per raccogliere soldi. Non sono omofobo, stanno istigando all’odio contro di noi. I miei non l’hanno mai cacciata di casa, è una balla che ha detto lei, è una furba, una viscida.
Noi islamici? Macchè, mangiamo anche i morti, la religione non c’entra nulla. manco mio padre è islamico. Siamo talmente violenti che mio padre dopo la tv si è sentito male, è svenuto. L’omofobia non c’entra nulla, il problema è una ragazza che registra la voce della mamma e la mette in diretta nazionale”.
Forse il fratello ci aveva visto lungo, Malika ha davvero fatto tutto questo solo per soldi?