La simpatia e l’arte di Mike Lennon racchiuse in Asian
Se pensiamo a Mike Lennon possiamo pensare a un personaggio, una specie di Tamagochi, un meme, un comico, uno che gioca sui suoi caratteri somatici asiatici e che prende quelli che sono i cliché dell’asiatico in Italia e li utilizza con ironia, quasi come se fosse una caricatura di se stesso. E in effetti Mike Lennon è anche questo, ma sarebbe estremamente riduttivo soffermarsi solo e soltanto su questo aspetto, al di là di tutto, al di là del personaggio che è risultato assolutamente vincente, è un artista, uno che la musica la conosce, che spazia attraverso diversi generi musicali e stili e Asian Ep in sole sette tracce è in grado di esprimere perfettamente il suo lato artistico e di unire artista e personaggio.
Pur essendo un ragazzo molto umile, schietto, sincero ed estremamente simpatico, Mike Lennon ha le idee molto chiare su cosa sia la musica, su come questa forma d’arte e la sua arte nello specifico vada affrontata, gestita e costruita. Arte, che lui paragona ai periodi di Picasso, come il pittore viveva il periodo rosa, blu, anche chi fa musica la racchiude in periodi, dischi, che rappresentano quel determinato momento dell’artista e che si compongono di suoni e parole atte ad esaltarne le emozioni.
Perché hai scelto di inserire solo sette tracce in Asian?
“Pelchè io non mi piace avele tante cose e poi dispeldelsi, plefelisco avele poco ma buono. Ho fatto tanti plovini e poi ho selezionato quello che secondo me ela più coelente pel questo plogetto e sette tlacce mi semblava un numelo molto giusto”.
Come nasce una tua canzone?
“In tante maniele, dipende, a volte afflonto io ploduzione, poi attlavelso quello mi vengono idee su palole, melodie, eccetela. Altle volte, quando sono con Renzo Stone, il mio ploduttole, è capitato che lui suona chitalla o pianofolte e escono melodie e palole. Pel fale un esempio concleto, Shumai è stata fatta e legistlata in mezzola, pelché il beat è venuto fuoli abbastanza velocemente e ho sclitto il testo”.
C’è una traccia a cui sei legato in modo particolare?
“Non lo so, tutte hanno un lolo pelché, peló mi piace molto Lavolale pelché le altle seguono tutte una dilezione, mentle quella stlinge un po’ l’occhio all’hip hop un po’ precedente anche pelché c’è un campione degli anni ’70 e a me piace molto quel mondo lì”.
Quindi, parlando del tuo background, sei cresciuto ascoltando rap?
“Inizialmente no, da piccolo i miei genitoli ascoltavano i gluppi anni ’70, ’80, in palticolale i Beatles e sono diventato fan sfegatato di Beatles e quando sono andato in Vietnam c’elano cd che costavano poco e io ho pleso tutto quello che potevo plendele e mi sono appassionato tantissimo. Poi c’ela peliodo dove scalicavi musica da eMule e mio cugino mi faceva cd con 50 Cent e Eminem e da lì mi sono appassionato e ho celcato tutti i gluppi vecchi, insomma ho ascoltato un po’ di tutto”.
La tua musica come si può definire? Perché non è né trap, né rap…
“Io vollei che se dovesselo mettele un’etichetta dicano quello è Mike Lennon, pelché io con tutta umiltà penso di lavolale con pelsone molto blave e penso che abbiamo cleato un suono che è molto nostlo”.
Non hai paura che il personaggio e la pronuncia che per ora sono una mossa vincente, tanto che hanno parlato di te anche a Studio Aperto, si trasformino poi in una gabbia?
“Quando si plesentelá il ploblema lo afflontelò… Studio Apelto è stato incledibile. Io penso che ci mancava qualcuno che lapplesentasse la fetta di comunità asiatica e il modo in cui è allivato il messaggio è un qualcosa di nuovo secondo me e lapplesenta una novità lispetto a quello che c’è oggi. Secondo me è pel quello che la gente è stata attilata dal plogetto e poi è un segno che tutto sta iniziando e sta andando pel il velso giusto, penso”.
Invece la comunità asiatica come ha preso la tua ironia nei loro confronti?
“All’inizio quello ela un mio dubbio, pelò vado spesso Paolo Salpi e una volta sono entlato questo ristorante e ploplietalio mi ha detto tu sei Mike Lennon glandissimo, ha chiamato suoi amici a fale le foto e mi ha offelto anche planzo. È difficile che io tlova qualcuno che dice qualcosa di blutto, anche pelché non penso che ce l’ha motivo pel fale”.
Cosa ti aspetti da questo Ep?
“Se c’è una cosa che ho impalato a non aspettale niente, pelò unica cosa quando metto fuoli qualcosa devo essele siculo, poi quello che viene va in plopolzione a quanto ho lavolato bene”
Tu cucini asiatico?
“A me piace ploplio cucinale, se non facevo musica andavo a fale albelghielo, pelò faccio sia italiano che altlo. Il mio ploduttole ha oligini somale e ogni tanto sua madle fa cus cus e ho impalato a fale, sono culioso di assaggiale”.
Farai delle date, dei live?
“Sì ne ho una il 24 a Blescia, poi quelle più impoltanti sono il Mi Ami e il Nameless Festival. Pel me la plepalazione è fale i miei pezzi e licoldalli, pelché io ho ploblema che non mi licoldo spesso le mie canzoni e falò eselcizio pel quello. Live pel me è un momento in cui voglio vivele ploplio il momento, mi piacelebbe ci fosse tanto coinvolgimento con pubblico e che sia delilio, io voglio fale macello. Il mio sogno è vedele tante pelsone che si diveltono con mia musica, penso che posso molile dopo che scendo da palco”.
Curi tu anche la parte video delle tue canzoni?
“Sì, noi ci chiamano altisti non pel niente, ma pelché comunichiamo qualcosa di nostlo in nostla maniela e penso che la palte di video è molto impoltante, anche modo in cui cominichi e cosa comunichi. Stiamo celcando di tilale fuoli idee palticolali e poi sai tla dile e fale c’è mezzo male, quindi vediamo se liusciamo a fale tutto. Io penso che sia impoltante che io dia l’input e abbia il contlollo di tutto, poi magali l’idea geniale viene a un altlo. Io sono molto convinto di impoltanza di lavolale con team pelché da soli non si liesce e soplattutto avele un team di pelsone competenti di cui ti fidi ti pelmette di essele anche clitico di quello che fai”.
Mi racconti l’esperienza con il Corriere della Sera?
“Mi hanno invitato a fale questo dibattito in aula magna della Bicocca con dilettole di Colliele della Sela e Malika Ayane e la cosa bella è che un anno fa io poltavo in gilo Colliele pelché lavolavo in edicola con giolnani. È stato bello pel pallale del mio plogetto e dell’integlazione di giovani”.
Tu hai avuto questo problema?
“Quando elo piccolo mi sentivo divelso dagli altli, anche pelché ti gualdi allo specchio, gualdi gli altli e dici gli altli non c’è occhi così e capelli così, poi i bambini sono stlonzi, sono ploplio pezzi di melda, non te lo mandano a dile. C’ela un momento che io non plendevo benissimo, poi mia mamma diceva non ci pensale e ho supelato questa cosa. È imptoltante che amici hai, quando sei con pelsone che hanno i tuoi stessi ploblemi capisci che non sei da solo, è lì l’integlazione ed è molto leale la cosa. Secondo me siamo tutti abitanti di uno pianeta, adesso c’è il passaggio tla la genelazione vecchia e nuova e ci può essele qualcuno di genelazione plima che fa fatica ad accettale che il mondo si stia unendo. Mi succedeva in edicola che mi dicevano cinesi stanno plendendo tutto, io dicevo no signola io qua lavolale non ho pleso niente, folse plendo stipendio, folse!”