La pagella delle uscite settimanali
9 a Ho fatto tardi di Jack The Smoker. Credo che Jack The Smoker abbia fatto un disco capolavoro, sicuramente il miglior disco uscito da Machete quest’anno. Indipendentemente dall’hype e da quanto un artista venga riconosciuto come un big della scena o come uno di quelli di cui aspetti il disco in trepidante attesa, se uno sa fare rap e sforna un disco del genere non ci sono cazzi, spacca dalla prima all’ultima traccia. Sono passati quattro anni da Jack Uccide e Jack The Smoker è più in forma che mai, ci ha riportati indietro nel tempo con questo disco, sembra di vederlo da ragazzino passare le giornate al parchetto e fare rap, sputare rime con gli amici solo per divertimento e passione. Questo disco è come se fosse la fotografia di quei momenti di libertà, di felicità fatta di vita di provincia, senza cadere per forza nei soliti cliché della strada ed è un omaggio alla purezza di quella vita, ai rapporti veri e totali, e nello stesso tempo una critica ai ritmi frenetici che oggi ci condizionano in tutto, ma è anche un omaggio al rap fatto ancora per passione e non solo per numeri, marketing e business. E così le rime sono crude, dure, ironiche, sentite e veritiere, e poggiano su tappeti sonori che le esaltano alla perfezione e che dire anche i featuring sono perfetti. Non c’è niente che non va in Ho fatto tardi, è un disco destinato a restare anche se forse non scalerà le vette delle classifiche, ma personalmente spero proprio che lo faccia.
4 a Caldo di Mambolosco e Boro Boro. Capisco l’intento di fare un disco fresco e divertente, fatto per far ballare e divertirsi, ma Caldo con quel mix di trap e reggaeton all’italiana, più che divertire, sembra una lagna. Sono riusciti pure a rovinare Lento, che già era una hit, con il remix. Per il resto credo che Fallo sia il banger di tutto il disco, che sembra voler essere la scimmiottatura all’italiana di Oasis di J Balvin e Bad Bunny. Io lascerei fare il reggaeton a chi lo sa fare veramente e estate non vuol dire necessariamente ritmi latini soprattutto se non sono nelle tue corde. Caldo non è un disco da buttare, sicuramente raggiungerà l’intento di piacere al pubblico più giovane, ma credo che Boro Boro e Mambolosco, nonostante il successo indiscusso di Lento, siano artisticamente prematuri per fare un disco insieme.
7 a Roses Remix di Fedez e Dargen D’Amico. Fedez sta indubbiamente spaccando ultimamente e anche in questo singolo ha dato il meglio di sé con una strofa che credo passerà alla storia e che ci riporta al Fedez delle origini, ma c’è qualcosa in Roses Remix che personalmente non mi torna: l’assenza di un ritornello in italiano che non sia quello del e brano originale di Saint Jhn e che leghi in modo più armonico la strada di Fedez con quella di Dargen, che per ovvi motivi, nonostante sia un maestro indiscusso, passa quasi in secondo piano rispetto alla durezza e alla carica di Fedez.
7 a Portofino de Il Pagante. È un inno ironico alla dolce vita italiana e a uno dei luoghi più iconici e straordinari del nostro Paese: Portofino. La canzone gioca con le ambizioni e le velleità degli italiani attraverso sonorità e atmosfere anni ’80 rivisitate in chiave dance edm. Nel testo il Pagante sottolinea le nostre contraddizioni da “vorrei ma non posso” elencandole con rime sempre taglienti e mai banali: dai grandi marchi di lusso alle Stelle Michelin e sfavillanti yacht in porto. Ovviamente Portofino non è uno di quei brani rap capolavoro che ti fanno dire wow, ma Il Pagante non fa rap e nel fare questo genere di brani alla Sapore di mare di Carlo Vanzina è imbattibile, ascolti Portofino e ti sembra di vedere uno di quei film tipici della commedia all’italiana.
8 a Paloma di Fred De Palma feat. Anitta. Può non piacerti il reggaeton in generale o il reggaeton in italiano, ma Fred De Palma è l’unico in Italia che lo sa fare tanto da aver sfondato anche all’estero nei Paesi latini con Se Illuminaba, la versione spagnola di Una volta ancora. Paloma è destinata ad essere una delle grandi hit di questa estate, resta da capire se Fred De Palma voglia essere relegato come il creatore di hit estive o meno, ma in fatto di hit estive al momento è un numero uno.
7 a Stonk di Warez. Il titolo del brano è un adattamento del termine “stonks”, usato nel gergo del mercato finanziario quando il valore delle azioni aumenta. Diventato virale grazie ai meme, Warez lo ha reso più musicale togliendo la “s” finale e lo usa con una vena ironica, come metafora per dare enfasi a varie vicende personali e comuni. Così, nel testo e nella metrica, “Stonk” diventa la “sentenza” di ogni verso, come quello iniziale: “Mi hanno bocciato due volte, però ho fatto la primina. STONK!“. Più che altro nel flow Warez, soprattutto nella parte iniziale, ricorda il vecchio Samuel Heron, ma Stonk ha un bel beat ritmato che cattura e indubbiamente Warez si destreggia bene.
6 a A un passo dalla luna di Rocco Hunt e Ana Mena. Rocco Hunt prova la hit estiva con Ana Mena, che per due anni consecutivi abbiamo visto fare tormentoni con Fred De Palma. Il singolo parla dell’estate finalmente ritrovata, di questa libertà che abbiamo avuto dopo la fine del lockdown, di una ragazza che finalmente balla libera all’uscita di un locale, come un ritorno a tutte quelle cose che in questi mesi sono state vietate. E’ un pezzo che unisce il ritmo della bachata con la canzone italiana e la melodia napoletana. È un buon singolo, non eccellente, ma rappresenta in pieno il mood di questa estate un po’ atipica.
5 a Guapo di Anna Tatangelo e Geolier. Guapo è una scossa nell’universo melodico di Anna: nato dalla penna di Geolier e Martina May, prodotto da Dat Boi Dee e mixato da Mixer T, è un cocktail esplosivo in cui le voci della cantante e del rapper si affrontano tra rime e schermaglie. Un singolo che segna una nuova tappa per Anna, un nuovo capitolo musicale.
Con questo brano la cantante cambia pelle misurandosi con un flow del tutto inedito, che ben poco le appartiene e finisce per fare da corollario alle ottime strofe di Geolier.
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