La pagella delle uscite settimanali

6.5 a Motivation 4 The Streetz di Rondodasosa & Artie 5ive

Niente male il joint album di Rondo e Artie 5ive, che ha uno scopo ben preciso, un concept chiaro e un pubblico di riferimento. Questo disco è “per gli emarginati, per i figli degli immigrati, per i diversi, per gli strani, per quelli da non frequentare, per le troie, i tossici. Per chi è caduto in rovina, per i malati, i carcerati, le vittime, i bullizzati, i poveri, le ragazze madri e le madri sole. Per i padri in tomba e padri single. Per la mia terra, dove riposano i compagni caduti”.

È stato Rondo di fatto a consacrare Artie 5ive, che in questi mesi ha dimostrato di essere uno degli emergenti più interessanti del momento e lo ha confermato anche nel disco. Rondo e Artie 5ive sono su due piani diversi e si sente. Rondo ha già raggiunto il successo, sa già cosa significhi in senso sia positivo che negativo, sente forse la pressione ora di dover mantenere il suo status, per questo spesso risulta cupo, inquieto. Mentre Artie 5ive è più spensierato, leggero, ha ancora quella fotta di voler arrivare, di farcela, di dimostrare e forse se la vive anche meglio. Non dico che Artie 5ive sia migliore di Rondo, hanno due stili molto diversi, ma che si completano bene, però per certi versi spicca maggiormente.

Il disco ha un messaggio positivo, lo si intuisce già dal titolo, è volto a parlare di strada ma a motivare i ragazzi che vivono la strada. È un messaggio molto importante, soprattutto in questo periodo storico, in cui il rap e i suoi protagonisti vengono costantemente attaccati e messi sotto processo mediatico. Il rap, però, aiuta i ragazzi a uscire da situazioni difficili e ad avere una seconda possibilità. E di questo Artie e Rondo sono la dimostrazione lampante e vogliono farsene portavoce.

Il progetto è ben curato anche dal punto di vista delle produzioni, curate da NKO, lo storico producer di Rondo, e da Ddusi, il producer di Artie 5ive, che hanno creato un bel mix tra UK drill e cassa dritta. I featuring, invece, lasciano il tempo che trovano e risultano per lo più superflui. Achille Lauro fa un disperato tentativo di riattaccarsi a una scena sulla quale ha voluto distaccarsi quasi con disprezzo per anni. Bello Figo non convince granché, forse perché non è nel suo. Capo Plaza non è in forma smagliante. Tony Effe fa Tony Effe, Rasty Kilo bene, ma non lascia il segno, Rose Villain invece si dimostra ancora una volta più brava nei featuring che in brani totalmente suoi.

6 a Mezza Parola di Don Pero

Dal 2020 Don Pero si sta facendo conoscere pubblicando una serie di singoli, che culminano con questo suo primo progetto. Mezza Parola è un Ep che si compone di sole sette tracce, sufficienti però a conoscere meglio Don Pero e le sue skills. Il racconto è personale, in ogni brano, infatti, appare un elemento della sua storia, dalle sue radici dominicane a quelle legate alla Sicilia, addentrandosi nei mercati rionali e nei corridoi delle palazzine decadenti dei quartieri in cui è cresciuto, nella vita lenta della provincia di Siracusa. Una vita che segue il ritmo dei desideri di un ragazzo di seconda generazione con il cuore nel Meridione, un luogo in cui nascono storie di fratellanza e amicizia, ma anche dove gli occhi sono testimoni di un quotidiano spesso controverso e legato all’istinto di sopravvivenza.

Alcune tracce sono decisamente interessanti, come Mezza Parola, Tech Pack con Kid Yugi, Havana e Tragedia e Violenza, altre invece un po’ sprecate, come Emotions con Tony Boy e Fentanyl. Nel complesso è un progetto discreto, non esplosivo, ma un buon punto di partenza.

5.5 a Cane di Ketama 126

Cane è un brano che unisce drill e dancehall e ha il linguaggio diretto tipico del rapper e producer romano, ma di certo non è uno dei suoi singoli migliori, anzi, può tranquillamente rientrare nella top 5 dei peggiori. Ascolto Cane e penso “cosa è successo a Ketama? Si sarà riascoltato prima di pubblicare questa traccia?” No perché, non è cantata male, nè scritta male, risulta anche divertente, anche nella sua crudità, ma è davvero uno di quei brani che definirei inutili.

6 a Prova del 9 di Drefgold ft. Tony Boy

Dopo Mr. Komparema, Drefgold si gioca la carta del feat con l’emergente del momento, forse per raccattare un po’ di consensi in più. Il risultato è brano carino, orecchiabile, fresco, con un tappeto sonoro ben curato da KIID, Sadturs, Blssd e Bx Made It. Un brano che sicuramente racchiude il suono del momento, ma che non può essere definita la hit di cui Drefgold ha bisogno per risollevare la propria sorte.

Piccola curiosità: dopo aver chiuso diverse tracce, la definitiva di PROVA DEL 9 è stata registrata praticamente “one shot” in una sera.

6 a Diamanti di Giaime

Dopo una pausa di quasi due anni, spezzata dal ritorno sulla scena con il brano “Storia”, Giaime pubblica Diamanti, un brano che vira verso sonorità e mood urban pop, in cui gli elementi del suo background rap si mescolano a linee melodiche. Insomma niente di nuovo o originale. L’impressione è che Giaime non sappia più che pesci prendere ormai da anni. E da anni segue lo stesso copione: pubblica a raffica una serie di brani, poi sparisce per un po’, poi torna e prova a cambiare registro. È un peccato, perché ha sempre avuto talento, eppure finora non è riuscito a trovare la sua strada e a spiccare in quella. Diamanti è un brano intimo e introspettivo, che parla di storia d’amore terminata e che potrebbe funzionare per arrivare a un pubblico più ampio, ma non ha quella grinta e quel valore aggiunto per poter rappresentare finalmente la svolta di Giaime.

6 a Pioggia di Novembre di Wayne

Se Pyrex ha abbandonato il periodo Dylan e ha capito che il pop non fa per lui, Wayne ci prova ancora e va avanti nella sua strada verso il pop con sonorità 80’s. Gli deve piacere proprio tanto questo mood love anni ‘80, a noi un po’ meno per due motivi. Il primo perché Wayne non ha la voce nè il timbro adatto a questo genere, ci sono migliaia di cantanti in Italia con una voce pazzesca e decisamente migliore della sua. E secondo perché risulta poco credibile. Non è il suo questo. Per carità, avrà dovuto arrangiarsi e trovare una propria strada dopo che ogni membro della DPG è andato per i fatti suoi, ma purtroppo Wayne conferma di essere quello con una personalità meno spiccata dei 4 e forse anche con meno talento.

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