La pagella delle uscite settimanali
5.5 a Villabanks di Villabanks
Non ho ancora capito come faccia ad avere successo Villabanks. Ok, qualche hit l’ha fatta e nessuno lo mette in dubbio, ma questo disco è davvero una mazzata. 24 tracce di pseudo reggaeton all’italiana, dove non si parla d’altro che donne, culi, tette, scopare, droga. E per carità, niente di male, ma un po’ troppo. Per le orecchie è davvero troppo. È un progetto sicuramente leggero, orecchiabile, senza impegno, fatto per divertire e far ballare e ci sta, non si deve per forza avere il testo impegnato o sentirsi dire per forza qualcosa, ma il tutto risulta stucchevole al punto che non si capisce se le tracce cambiano o se stai ascoltando sempre la stessa.
5.5 a Zolfo di Taxi B
Forse ci eravamo anche dimenticati di Taxi B e invece ha pubblicato un disco: Zolfo, 17 tracce e un solo ospite, Sapobully. Il disco è in perfetto stile Taxi B, cattivo, cupo, incazzato, urlato, psichedelico e inquietante. Questo praticamente in tutte le tracce, al punto che ti fa venire anche un po’ di ansia se lo ascolti tutto d’un fiato. Però Taxi B è così ed è da apprezzare il fatto che abbia deciso di pubblicare un album mantenendo inalterato il suo stile, senza featuring per fare streaming e ottenere certificazioni facili e porti comunque un qualcosa che è solo suo e che lo rende assolutamente riconoscibile in questo mare di musica più o meno tutta uguale.
6.5 a No Regular Music di Sadturs & Kiid
Ormai siamo arrivati al punto in cui i producer album sono quasi tutti destinati ad essere dei mezzi flop, nonostante siano spesso prodotti da producer con la P maiuscola che hanno fatto la storia del rap in Italia e macinato mega hit. Ne abbiamo visti davvero tanti in questi anni floppare e pochi spaccare davvero e soprattutto lasciare qualcosa. Devo dire, però, che No Regular Music è destinato a lasciare un segno, perché è la fotografia istantanea della nuova scena, sia a livello sonoro, sia per la scelta degli ospiti. Nel disco infatti troviamo Ghali, Artie 5ive, Digital Astro, Tony Boy, Nerissima Serpe, ANNA, Papa V, Yung Snapp, Drefgold, Side Baby, Niky Savage, Rondodasosa, Faneto, Melons, Lito, Axell, Flame, Low Red, Luchetto e Tite Lavoz. Tutti nomi scelti accuratamente e che contribuiscono a rendere questo progetto decisamente interessante. A livello sonoro va riconosciuto a Sadturs e KIID il fatto di aver sviluppato un sound unico nel panorama del rap italiano, un connubio perfetto tra creatività e innovazione.
6.5 a Classico degli Articolo 31
È un singolo in stile Articolo 31, quello stile che ci ha accompagnato per decenni e che a molti è mancato. Per chi è nostalgico dei grandi classici degli Articolo 31 sicuramente si innamorerà di Classico, un brano decisamente classico, che esula completamente dalle mode e dalle tendenze del momento e che ci riporta indietro nel tempo e ci ridà questo duo che per anni ci è mancato.
6 a Storia di Giaime
A due anni dal suo ultimo disco, Giaime torna con Storia, un brano rap con influenze elettroniche e pop. Un singolo carino, perfetto per le radio e per ampliare il bacino di pubblico di Giaime che in questi anni si è un po’ arenato e ci ha dato l’impressione di non avere le idee chiare sul suo percorso artistico. Questa direzione forse non è quella che lo rappresenta meglio, ma può essere quella che gli potrà dare quella svolta che finora non ha mai avuto.
6 a Per un fra di Cancun ft. Ernia
Cancun è un po’ un miracolato e lo abbiamo già visto con l’uscita del suo ultimo disco. Ha amici forti nel panorama rap italiano e giustamente li “sfrutta”. Per un fra spacca principalmente per la presenza di Ernia che dà al brano un valore aggiunto mica da ridere, tanto che sembra più Ernia ft. Cancun e non viceversa. È infatti Ernia a tenere le redini del singolo, a dargli energia e intensità, mentre Cancun, con il suo stile cupo e la sua voce roca resta un po’ ai margini.
6 a Bull Terrier di Rasty Kilo ft. Guè
Altro caso di ospite che si mangia il protagonista del singolo, ma a Guè per farlo ci vuole davvero poco, è un gioco da ragazzi per lui. Rasty Kilo ha sempre la stessa cadenza mono flow, che fa sì che tutto quello che dice è senza stile, stile che invece Guè ha da vendere. Il brano è comunque carino, street, crudo, real, ma sta in piedi grazie alla presenza di Guè.
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