La pagella delle uscite settimanali
8 a Sete di Mezzosangue
Mezzosangue non è un artista facile, non è uno di quelli che ti fa la hit o che ti ascolti mentre fai altro, al contrario è uno complesso, duro, criptico con una scrittura pazzesca e ricca di figure retoriche e concetti spesso astratti e poetici.
Del resto se ascolti Mezzosangue sai che il pezzo forte sono proprio i testi ed è esattamente quello che ti aspetti, e lui ovviamente non delude. Eppure, a differenza di Tree, ha fatto un passo in più, il disco è meno pesante, risulta più digeribile e il sound è estremamente attuale.
Sete è un concept album a tutti gli effetti, come ormai ne sentiamo pochi.
Nel disco, infatti, il rapper indaga 10 forme diverse di Sete, che per lui è una richiesta, una necessità, uno stato interiore. Il riferimento a Zygmunt Baumann e alla sua “Società Liquida” è chiaro: è una sostanza inafferrabile, un’acqua che non disseta, in un tempo in cui “il cambiamento è l’unica cosa permanente e l’incertezza è l’unica certezza.” In “Sete” il Mezzosangue analizza i bisogni e le paure dell’uomo moderno e cerca di dissetarsi attraverso le sue barre nude e crude forti di una scuola che fonda le sue radici nell’hip hop.
7.5 a Sirio Concertos di Lazza
Prendi 8 hit di Sirio, che poi ha praticamente solo hit, e riadattale per essere suonate al pianoforte. Una cosa che solo Lazza può fare.
Unire rap, barre, concetti e atteggiamenti tipici del rap al suono classico di un pianoforte è quello che rende Lazza un artista unico nella scena rap italiana.
E il risultato è davvero da brividi, anche perché in questa nuova dimensione acustica è accompagnata al pianoforte, le parole e le rime di Lazza trovano un’altra chia e di lettura in grado, non solo di emozionare l’ascoltatore, ma anche di arrivare a più persone, anche a quelle che non hanno particolare dimestichezza con il rap.
7 a Prima ero Bravo di Warez ft. Jake La Furia
Qui abbiamo due pezzi da 90 e ancora prima di mettere play per la prima volta sai già che rime, barre e flow saranno assicurati. E infatti lo sono. Questo è rap. Rap che spacca. È una mina, rima dopo rima è come uno schiaffo in faccia a tutto e a tutti.
6.5 a Rick Owens di Diss Gacha ft. Drast
Diss Gacha è sicuramente uno dei nuovi artisti più interessanti del 2022. Ha un’attitudine davvero particolare, un modo di porsi sul beat diversi da quello che siamo soliti ascoltare ed è ormai famoso anche per le sue sporche. In Rick Owens fa un passo avanti: ci porta un brano più intimo, più alla Psicologi. E non a caso collabora con Drast in un pezzo quasi delicato nel quale ci racconta i suoi sogni e i suoi obiettivi con figure semplici e dirette.
Diss Gacha è sicuramente un nome da tenere d’occhio, perché ha dalla sua il fatto di essere assolutamente riconoscibile e diverso dagli altri.
6.5 a Lacrima di Quentin40 ft. Vegas Jones
Qui abbiamo due artisti che avevano e hanno sempre avuto tutte le skills per entrare nell’Olimpo dei big della scena, ma non ce l’hanno mai fatta. Ed è un gran peccato.
In questo brano, decisamente intimo e introspettivo, quasi triste, Quentin esprime la parte più emotiva della sua scrittura con un immaginario, delicato, intimo e genuino.
Direzione che sembra abbia deciso di intraprendere e molto lontana dalle mega hit con cui lo abbiamo conosciuto 5 anni fa.
Lacrima è un brano carino, che fa il suo, ma Quentin40 e Vegas Jones avrebbero potuto creare un banger con i controcazzi e una hit che sarebbe rimasta nella storia, peccato che abbiamo optato per un brano intimo, ben fatto per carità, ma che alla fine lascia il tempo che trova e sicuramente non lascerà alcun segno.
7 a Highlights di Drimer
È il secondo singolo estratto da “Scrivo Ancora 2”, il nuovo mixtape di Drimer in uscita a inizio 2023.
Il brano, prodotto da Ric de Large, vede Drimer misurarsi su sonorità più moderne rispetto a quelle su cui siamo soliti sentirlo. Highlights è un banger trap, dove però il massiccio uso dell’autotune e i flow tipici del genere non limitano il rappato dell’artista trentino, anzi. Mentre appare decisamente a suo agio anche in queste vesti, infatti, Drimer riesce a trasmettere il racconto di Bovisa – il quartiere di Milano dove abita – e del suo percorso artistico che, partendo da Trento, l’ha portato fin lì.
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