La pagella delle uscite settimanali

7 a Oro Blu di Bresh. Bresh è cresciuto, ma già lo avevamo capito dagli ultimi singoli pubblicati. Da Angelina Jolie, a Caffè ed Andrea si era intuito che Bresh stava per svoltare artisticamente parlando e che finalmente avrebbe avuto il successo meritato.

Oro Blu, il cui titolo riprende la denominazione con cui è definita l’acqua quotata in borsa, è esattamente il disco di cui avevamo bisogno in questo momento. È leggero, fresco, ma non scontato nè banale. Anche le rime più leggere, infatti, nascondono un significato più profondo. Proprio come il titolo, Oro Blu che sottolinea come anche le cose più necessarie abbiano un prezzo.

Il disco è un invito a riscoprire l’importanza di ciò che è essenziale, tralasciando il superfluo e ciò che impedisce la ricerca di sé. L’acqua e il mare sono gli elementi che più rappresentano le origini di Bresh e sono simbolo della sua città, Genova.

I featuring sono azzeccatissimi, Izi, Rkomi, Psicologi, Tony Effe, Massimo Pericolo e Francesca Michielin sono riusciti a cavalcare il mood leggero del disco, senza perdere di vista i vari momenti riflessivi.

Oro Blu è un disco vario, anche dal punto di vista sonoro per contaminazione e sperimentazione musicale, ma assolutamente ben amalgamato.

Tre tracce da ascoltare subito: Parli di Me, Amore e Se Rinasco.

7.5 a Nei sogni nessuno è monogamo di Dargen D’Amico. Dargen è un genio e finalmente tutti se ne sono accorti. Questo è il suo decimo disco, ma per molti, per quel pubblico che l’ha conosciuto con Dove si balla, è il primo. E la cosa figa è che in questo progetto Dargen è riuscito a rendersi accessibile a più persone senza snaturare se stesso. È ancora ironico, pungente, critico, con quelle frasi che non capisci se è serio o ti sta prendendo per il culo. I brani che compongono Nei sogni nessuno è monogamo ci racconta l’amore, la vita quotidiana e la società in cui viviamo in modo sì ironico e dissacrante, ma anche di denuncia e soprattutto senza essere mai banale.

La peculiarità di Dargen sta anche nel fatto di riuscire ad affrontare temi seri facendoci ballare e rendendoli quasi “frivoli”, come in Gaza ma anche in Dove si balla.

Al centro del disco c’è lui, Jacopo, che è il protagonista e narratore delle diverse storie che racconta con il suo piglio unico ed originale con il quale ci racconta i suoi tormenti, le sue sensazioni, ma anche i suoi dubbi e le sue incertezze come nella title track. Dove dice una frase che riesce perfettamente a racchiudere sia il senso del disco che il suo essere una sorta di filosofo del rap “La vita è cinema straniero senza sottotitoli”. Citazione tra l’altro a Jovanotti “La città è un film straniero senza sottotitoli”.

Tre tracce da ascoltare subito: Patatine, Sangue Amaro e La benzina sapeva di tappo.

6 a Osiride di Nashley. È un disco estremamente vario, soprattutto dal punto di vista sonoro. Nashley gioca con i generi, passa dal pop classico, al rap con Jake La Furia, a suoni quasi più, a quello che possiamo chiamare il nuovo pop, scanzonato e leggero con Tancredi. E questo mix lo si ritrova anche nella scelta dei featuring, Fasma, IRBIS 37, Anna Tatangelo, Jake La Furia e Tancredi. Da fare da collante sono gli argomenti. Amore, invidia, devozione, rinascita sono sentimenti che troviamo in Osiride, che evolvono, mutano e molto spesso si confondono. Arrivati alla fine del disco risulta evidente che Nashley sia cresciuto e che abbia affrontato un percorso di cambiamento, ma in testa risuona una domanda: esattamente cosa vorresti fare da grande?

Tre tracce da ascoltare subito: Senza vertigini, Fuori città e Amsterdam.

7 a Rebel di Naska. Niente rap, niente trap, niente drill. Questo è pop punk. E devo dire che Naska è uno degli artisti italiani che riescono meglio a portare alta la bandiera del pop punk. Se questo genere musicale dovesse davvero riesplodere da noi, lui sarebbe l’esponente di punta. Perché riesce perfettamente a coniugare l’energia e l’incazzatura tipica del suono punk con argomenti a volte frivoli e a volte profondi. Con ironia, spesso dissacrante lucidità e tenerezza, Naska parla di cose normali, comuni, di vita quotidiana. Di quelle cose che fai ma che mamma non deve sapere, di un amore finito, ma anche di sentimenti reali e profondi come fa nella title track.

Rebel è un disco da ascoltare dall’inizio alla fine e da rimettere in play a rotazione, perché, oltre a darti la carica giusta, ti fa anche pensare.

Tre tracce da ascoltare subito: 7 su 7, Horror e Vaffanculo per Sempre.

6 a Storie Tristi di Paky. Paky è il nome del momento, uno degli artisti più spinti dalla scena e indubbiamente intorno al suo primo disco, Salvatore, c’è molto hype. Il singolo è intimo e profondo. Forse il più introspettivo che Paky ha pubblicato finora. Racconta di storie tristi, dei bambini che impugnano armi al posto dei libri, delle madri che hanno paura per i figli e temono che possano fare una butta fine e dei figli che vedono i padri in prigione. Paky racconta anche della sensazione che si prova a rubare, di come per chi non ha niente una cosa di poco valore possa valere tanto, ma si mette anche dalla parte di chi viene derubato.

Il fulcro del brano è sicuramente nelle parole del ritornello: “Soldi non mi cambian né faran felice, ho vent’anni e solamente storie tristi.

Abbracci finti che non danno più calore, baci insipidi che non hanno più sapore, storie tristi così si sente il dolore”.

Quello di Storie Tristi è sicuramente un Paky inedito, che è riuscito a raccontare la strada e il successo in modo leggermente diverso dal solito. Sicuramente un buon punto di partenza, perché credo che Paky sia ancora acerbo e che possa fare di più.

7.5 a Lontano 2036, Agosto X 2048 e Arakno 2100 di Rancore. Rancore anticipa Xenoverso, il suo nuovo disco, con una trilogia di tre brani dedicati alla guerra. Un tema purtroppo molto e fin troppo attuale. Lui è un messaggero che viene dal futuro e che ha il compito di recapitare tre lettere a tre persone diverse.

In Lontano 2036 il mittente è un soldato e il destinatario la sua donna. In Agosto X 2048 il mittente è un padre e il destinatario il figlio, mentre in Arakno 2100 il mittente è anonimo è il destinatario siamo noi tutti.

Con i brani Lontano, X Agosto e Arakno il rapper apre la strada alla scoperta dello Xenoverso, concependo un viaggio interstellare e intertemporale per recapitare tre lettere in tre epoche diverse nel futuro: 2036, 2048, 2100. Ed è un viaggio pazzesco. Non sono canzoni, sono film, di fantascienza, ma anche di lucida realtà.

5.5 a Fufu di Vale Lambo. Vale Lambo cavalca la wave di Weom e porta praticamente Napoli a Memphis giocando con la parola Fufu, che, detto FoFo, è lo slang con il quale in America chiamano la 44, mentre FuFu significa fake, sempre negli USA. Il brano è una trappata, lenta, molto simile a quelle tipiche statunitensi, probabilmente troppo. L’idea di portare Napoli a Memphis è interessante, il risultato è una scopiazzata.

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