La pagella delle uscite settimanali
7.5 a Voilà di Ozio e Phra Crookers.
Praticamente due che sanno fare musica e si divertono e divertono. Ironia, musica, beat internazionali che spaziano tra i generi e il tempo sono gli ingredienti di Voilà, l’Ep di Ozio e Phra.
Loro sono due fuoriclasse e anche se i testi sono prevalentemente ironici e se questo progetto ha l’aria di essere fatto per divertirsi e divertire si sente il livello, che è davvero molto alto e grado di dare del filo da torcere a molti rapper che sicuramente fanno più numeri di loro.
Non è un progetto destinato a vendere nè a restare, è un gioco, è ottima musica fatta non per i numeri o gli stream, ma proprio questo dovrebbe farci riflettere che, anche se per gioco, Ozio e Phra hanno creato un progetto di alto livello, e pensa se decidessero di fare sul serio…
5 a Jeans di Keta feat. Capo Plaza. Quanti sbadigli e quanta noia in questa canzone? Troppa. A parte che gli argomenti sono sempre quelli, ma di certo non ti aspetti qualcosa di diverso da Keta, il ritornello è di un melenso che ti viene voglia di skipparlo, la strofa di Capo Plaza è ai limiti della sufficienza, quella di Keta ha solo una fotta contagiosa. La canzone nel complesso è talmente brutta che ha tutte le carte in regola per piacere ai ragazzini e per diventare una sorta di banger.
6.5 a Good Day di Vettosi.
Il quartiere dove è cresciuto, la famiglia, gli amici, la sua città. Vettosi si ferma e osserva tutto ciò che lo circonda, i passi che ha fatto, la fame che ha negli occhi e nella voce per raggiungere i propri obiettivi, le persone che gli sono vicine e che lo hanno supportato fino a questo momento e pensa che alla fine comunque “è nu good day”. Fotta che contagia, strada, quartiere, storie, vissuto e presente trovano spazio nel nuovo singolo crudo e diretto di Vettosi, che si conferma una delle voci più forti della nuova scena napoletana.
7 a Febbre a Febbraio di Gianni Bismark feat. Lil Kvneki. L’atmosfera è la stessa che abbiamo sentito in C’avevo un amico, uno stile soulful accompagnato da un testo da brividi e dal contributo di Lil Kvneki, che abbiamo sentito anche nell’ultimo disco di Ugo Borghetti.
Gianni Bismark sa scrivere, emozionare, arrivarti al cuore e in questo brano prosegue la sua evoluzione artistica iniziata con C’avevo un amico e che da Nati Doversi ci porterà al suo nuovo disco.
7.5 a Andrea di Bresh. Con questo singolo Bresh ci ha dimostrato quanto sia profonda e universale la sua scrittura e quanto lui sia un artista ormai completo. Andrea parla di Bresh artista, di Bresh persona, è un brano autobiografico, ma che coinvolge tutti. Andrea siamo anche noi. “Andrea è chiunque, chiunque ha un pensiero / Sempre individuale, simile o uguale /felice o grave.” E Bresh è un artista in grado di rendere universali le sue esperienze.
6 a A me di Roma piace il rap di Cor Veleno, Tre Allegri Ragazzi Morti e Metal Carter. Anche a me di Roma piace il rap, ma qui di rap, tolta la strofa epica di Metal Carter, ce n’è davvero poco. È in sostanza una canzone dei Tre Allegri Ragazzi Morti con un po’ di rap.
5 a Bla Bla di Mambolosco. Non so se è peggio l’autotune esagerato del ritornello o Mambolosco che prova fare una strofa rappata quasi freestyle.
Gli altri faranno anche bla bla, ma il primo a fare bla bla sembra proprio Mambolosco, che cavalca l’ego trip e l’autocelebrazione pur non avendo le skills per autocelebrarsi. Per dire che spacchi devi spaccare.
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