La pagella delle uscite settimanali

6 e 1/2 a Volare di Coez. “Contiene hit underground e canzoni e canzoni per il grande pubblico” si legge nel claim dell’adesivo che troviamo sia sul cd che sul vinile. Quindi di fatto troviamo il vecchio e il nuovo Coez. Ci sono le hit strappalacrime e super love alla La Musica non c’è e ci sono brani decisamente più rap, lo stesso rap che insieme ai Brokenspeakers faceva di Coez uno dei rapper romani più interessanti, ovviamente prima di accantonarlo in favore di canzoni decisamente più cantautorali. Praticamente Coez ha lasciato rime e barre proprio quando il rap era in procinto di conquistare le classifiche, ma lui le classifiche le ha conquistate lo stesso con le sue hit love.

In Volare ci sono sia barre sia pezzi alla Coez, che si alternano in un susseguirsi di “oh finalmente” e “ancora, questa la skippo”. Dipende cosa ti piace. Se ti piace il rap, brani come Wu-Tang, O’ Dirty e Crack sono fighissime. Se ti piace il pop, allora trovi Come nelle Canzoni o Occhi Rossi che vanno bene per i fan del Coez di È Sempre Bello. Volare non è un brutto disco, ma manca di coraggio. La scelta di Coez di mettere un po’ di rap e un po’ di ballare sembra un po’ paraculo, della serie se non vanno bene i brani rap, nonostante ci abbia messo featuring pazzeschi, almeno le ballare scaleranno le classifiche.

7 a Primo Soccorso di Ugo Borghetti. Primo Soccorso sono due parole che mi avevano colpito quando un paio d’anni fa ero andato a disintossicarmi. E in un certo senso la musica è stata il mio primo soccorso: scrivere questo disco mi ha salvato, mi ha chiuso in uno studio. Le tracce sono il racconto di quello sono stato fino a qualche anno fa, prima di decidere di chiudere con le sostanze, ma anche del mio cambiamento. Parlo dei miei errori, ma con una maturità diversa”. Con queste parole Ugo Borghetti racconta il suo primo disco. Un progetto crudo, duro, nel quale emerge un racconto assolutamente reale e diretto. Ugo Borghetti racconta la droga, gli amici, anche quelli in carcere e un periodo difficile fatto di alti e bassi fino ad arrivare alla disintossicazione. Ugo Borghetti non è facile, fa un tipo di musica che non lascia indifferenti e che non sembra essere fatta per le vie di mezzo, o la ami o ti fa schifo. E in questo il disco non fa eccezione, puoi trovarlo geniale o estremamente pesante.

5 a Marmellata di Wayne feat. Tony Effe, Rosa Chemical e Radical. Sarebbe figo questo brano di Wayne se fossimo nel 2016. Peccato che siamo nel 2021 e qui sembra di sentire un brano di 5 anni fa, come se i membri della DPG non riescano proprio ad evolversi e restino ancorati a un qualcosa che ormai non va più di moda.

6 e 1/2 a Berlusconi di 2nd Roof feat. Jake La Furia, Nitro e Speranza. Il singolo anticipa il primo album dei 2nd Roof, Roof Top Mixtape Vol. 1, in uscita il prossimo 17 dicembre. La base è dark e aggressiva, e accompagna un testo che si basa principalmente sull’autocelebrazione, tra soldi, fama e restare real. Sul beat si alternano 3 artisti molto diversi tra loro, sia per attitudine che per età anagrafica, e forse l’unica pecca è proprio il ritornello cantato da Nitro, che dà il meglio di sè quando rappa e non quando canta. Dai 2nd Roof, che hanno prodotto alcuni dei brani rap più significativi degli ultimi 15 anni, mi aspettavo qualcosa di più incisivo, invece Berlusconi è un buon brano, ma non ha il potere di farti cadere dalla sedia.

7 a Black Rain di Murubutu, Claver Gold e Rancore. Metti insieme 3 penne, 3 storyteller e 3 MC pazzeschi e il risultato è una bomba di rime, citazioni, punchlines, racconto che ti fa restare senza parole. È rap. Punto. Rap fatto bene. Il racconto è davvero interessante, Murubutu ci porta nel 2095 e ci mostra un mondo al collasso, sommerso da una pioggia nera che controlla e soggioga i più deboli, con alcuni di questi pronti a tutto pur di fuggire da un tragico destino.

6 a Hood Love di Dat Boi Dee feat. J Lord e Baby Gang. Il fatto che Baby Gang non abbia fatto schifo in questo brano è già di per sè un successo. Dat Boi Dee dimostra di essere un beatmaker decisamente valido. La produzione è ottima per un brano cupo e street, che di fatto unisce le strade da Napoli a Milano. Alla fine il racconto è sempre lo stesso e super inflazionato, ma di per sè Hood Love è un singolo decente, nel quale ci sono la giusta grinta e la giusta dose di rabbia.

4 a Mezzanotte di Elettra Lamborghini. Come se non bastassero le hit estive, la Lamborghini si cimenta anche in quelle natalizie e va bene che a Natale siamo tutti più buoni, ma Mezzanotte ci mette a dura prova. Fa davvero schifo. È un mix tra canzoni dei cartoni animati alla Cristina D’Avena, che comunque nel suo genere è una regina, e lo Zecchino D’Oro, dove però i bambini sanno cantare per davvero. Elettra Lamborghini ha la voce modificata da bambina che ti canta una canzoncina per Natale scritta sul momento. Qualcosa di davvero orrendo. Inascoltabile.

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